di Mariavittoria Orsolato

Un colpo di scena che ha del clamoroso si è consumato lo scorso mercoledì al Senato, sotto gli occhi di una maggioranza e di un’opposizione allibite allo stesso modo. Nell’approvare la modifica alla legge Marzano sulla ristrutturazione di grandi imprese in stato di insolvenza, con ovvio riferimento alla vicenda Alitalia, alcuni attenti cronisti di “Report” e di La Repubblica si sono accorti che tra le pieghe del disegno di legge compariva – quasi di straforo – un particolare emendamento. All’interno del comma 13 bis dell’articolo 1, figurava una limitazione all'applicabilità delle sanzioni penali alla legge fallimentare che sarebbero ridimensionate ai soli casi in cui si arriva, anche dopo il commissariamento, al fallimento definitivo. In sostanza, se non c'e' un fallimento definitivo, perché magari un'azienda viene in qualche modo salvata, nei confronti del manager che ha operato male non si può esercitare l'azione penale. Praticamente l’abolizione del reato di insolvenza, reato che caratterizza le recenti imputazioni di tre illustri capitani d’industria come il potentissimo Geronzi o i meno fortunati Tanzi e Cragnotti.

di Mariavittoria Orsolato

Grazie anche alla spintarella vaticana, in Italia si riapre il dibattito sull’inconciliabile binomio accoglienza-xenofobia. Se da un lato piovono critiche da tutti gli ambienti civili e democratici internazionali, dall’altro troviamo una maggioranza che, anche quando dichiaratamente razzista (vedi la Lega e tutto il sottobosco postfascista che fa capo a Forza Nuova), si batte il petto millantando la bontà di un sistema impeccabile che premia gli immigrati onesti e punisce gli immigrati disonesti. A garanzia delle affermazioni di questi signori starebbe la legge 189 del 30 luglio 2002, modifica al testo unico sulle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, nota ai più come legge Bossi-Fini. Per chi non lo ricordasse, questa legge va in sostanza a stringere i tempi di validità dei permessi di soggiorno e prevede l’immediata espulsione per chi non ha le carte in regola: se con la Turco-Napolitano un permesso scadeva ogni 4 anni, con la modifica targata Lega-An i tempi si sono accorciati da un minimo di 9 mesi per i lavoratori stagionali a un massimo di 2 anni per i lavoratori a tempo indeterminato, i ricongiungimenti familiari e i richiedenti asilo.

di Mariavittoria Orsolato

Sono ormai quattro mesi che la sedia vacante del presidente della Commissione di Vigilanza parlamentare Rai rimane vuota. Da quattro mesi il nome ci sarebbe, quello del parlamentare IdV Leoluca Orlando, ma i continui dinieghi della maggioranza stanno facendo slittare la nomina, intasando i lavori della commissione che dovrebbe vigilare sulla trasparenza e la correttezza di viale Mazzini. La questione non ha nulla di istituzionale ma, al contrario, ha una dimensione sfacciatamente politica: il Governo e la maggioranza tutta osteggiano apertamente il candidato proposto dall’opposizione, in nome di una non precisata par-condicio e disertano in modo sistematico le votazioni alle Camere, facendo decadere così il numero legale necessario alla validità del responso. Il celeberrimo ex sindaco della Palermo antimafia non sarebbe idoneo alla carica di presidente della commissione in quanto esponente del partito di Di Pietro, riconosciuto denigratore delle Istituzioni.

di Mariavittoria Orsolato

Quattro anni e infinite querèlles dopo, l’epopea vicentina dell’aeroporto Dal Molin e dei suoi oppositori sembra destinata a chiudersi con un nulla di fatto. Lo scorso martedì l’area della discordia è stata infatti formalmente ceduta all’esercito americano per mano del commissario di Governo Paolo Costa, un gesto che in molti avevano definito prevaricante e avventato, in vista del referendum consultativo previsto per domenica e soprattutto in attesa del pronunciamento - in calendario per il prossimo 8 ottobre - del Tar veneto, lo stesso che lo scorso giugno aveva dato lo stop al progetto di ampliamento dopo aver verificato “irregolarità procedurali ed errate valutazioni ambientali”. I pochi vicentini che ancora speravano di far valere la loro voce in capitolo hanno però dovuto rassegnarsi davanti al Consiglio di Stato che giovedì ha decretato l’inammissibilità del referendum promosso dalla giunta targata Pd. In breve, il quesito referendario chiedeva ai cittadini di Vicenza di giudicare positivamente o meno la volontà del Comune di acquistare la zona demaniale destinata all’ampliamento della caserma Ederle, in modo da restituirla alla collettività.

di mazzetta

Decine di migliaia di ricercatori precari non vedranno il rinnovo dei contratti, gli aspiranti insegnanti impegnati nelle SSIS sono stati messi alla porta senza tanti complimenti bruciando completamente il loro investimento formativo, gli altri precari addetti all'istruzione pubblica saranno licenziati per non correre il rischio di doverli assumere. Tagli alle risorse finanziarie, tagli alle ore d'insegnamento, talmente selvaggi e così poco meditati che ieri si è scoperto che non sono nemmeno previsti fondi per coprire l'aumento delle ore in carico ai nuovi “maestri unici”. “Bisogna risparmiare per pagare meglio gli insegnanti”, dice mentre annuncia la creazione di un sistema di valutazione esterno degli insegnanti affidato a privati, forse amici, sicuramente esosi. Va in onda, a reti unificate, lo smantellamento della formazione basata sui principi costituzionali di universalità nell’accesso.


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