Dall’inizio di ottobre il possibile invio di truppe nordcoreane in Russia e poi in Ucraina per combattere al fianco delle forze di Mosca, probabilmente nel settore di Kursk, tiene banco come tema prioritario nelle cancellerie e sui media occidentali.

La notizia non dovrebbe scandalizzare né rappresentare una novità considerando i combattenti di tante nazionalità che in oltre due anni di guerra hanno affiancato gli eserciti ucraino e russo, anche se l’eventuale discesa in campo delle truppe di Kim Jong-un potrebbe rappresentare il primo caso in questo conflitto di una nazione alleata che diventa belligerante al fianco di uno dei due contendenti. Ipotesi peraltro tutta da verificare dal momento che i militari nordcoreani vengono segnalati in Russia con uniformi ed equipaggiamenti forniti da Mosca, un impegno simile a quello adottato dai combattenti occidentali che operano al fianco degli ucraini.

I Big Tech o Gafam (Google, Apple, Meta, Amazon e Microsoft) hanno introiti più ingenti del Pil di Stati come Svezia o Israele. Ma pagano poche tasse e nel 40% dei casi in paradisi fiscali. Ora però la partita passa dai malleabili G20 e Ocse alle Nazioni Unite.

Il tema della tassazione digitale ha conquistato la agenda politica internazionale da quando l’OCSE, nel maggio 2019, ha annunciato la approvazione di una roadmap per risolvere le sfide fiscali della transizione alla economia digitale. Già nel 2018 l’Unione Europea aveva messo a punto un set di regole per equilibrare una asimmetria fiscale dagli impatti economici assai negativi fra le aziende digitali, che pagavano una media del 9,5% di tasse, ed il business tradizionale, soggetto ad una tassazione del 23,2%. La questione è tornata in auge di recente con il negoziato sul cosiddetto Patto del Futuro concluso a settembre alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il Patto, carico di ambiziose aspirazioni, include anche la definizione di un Global Digital Compact 1che non elude il tema della tassazione.

Esce per Fazi l’edizione italiana del volume La sconfitta dell’Occidente di Emmanuel Todd, pubblicato in Francia da Gallimard. Il libro ha scatenato un vespaio di critiche verso l’antropologo francese, accusato da un decennio di tenere posizioni filo-putiniane.

Professor Todd, in Francia è stato scritto che lei vuole «far passare i suoi sogni per realtà» e che ciò che afferma non ha basi scientifiche. Che cosa risponde?

Dalla possibile guerra tra Iran e Israele fino ai rischi per l’Italia derivanti dal caos in Medio Oriente: intervista a Marco Carnelos, nostro ex ambasciatore in Iraq.

La guerra in Terra Santa è sul punto di allargarsi a tutto il Medio Oriente, con Israele che dopo essere entrato nella striscia di Gaza ha invaso ora anche il Sud del Libano, provocando la reazione dell’Iran che ha lanciato quasi 200 missili verso lo Stato ebraico.

Tutti sono in attesa adesso della risposta - che dovrebbe essere concordata e coordinata con gli Stati Uniti - di Israele, un’azione promessa da Tel Aviv e che potrebbe far scoppiare una guerra regionale.

Torniamo ad occuparci delle possibili responsabilità dell’Ucraina nella distruzione dei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico nel settembre 2022 perché alcune reazioni sembrano confermare che i nemici della Germania si annidano tra le nazioni che ufficialmente risultano alleate di Berlino in ambito UE e NATO.

Se sommiamo quanto emerso dalle rivelazioni giornalistiche e dalle indagini effettuate in Germania alle dichiarazioni successive e precedenti l’attentato ai gasdotti, emerge che non solo gli ucraini ma pure polacchi, baltici, britannici e statunitensi appaiono coinvolti nella distruzione dei gasdotti o la hanno celebrata come un evento positivo, quando invece ha minato il presente e il futuro degli approvvigionamenti di gas a buon mercato alla Germania e all’Europa.

Paradossalmente, i “nemici” russi contro i quali i vertici politici e militari anche tedeschi sostengono ci si debba preparare alla guerra, non hanno mosso un dito per danneggiare gli approvvigionamenti energetici anche perché non avrebbero avuto nulla da guadagnare da un simile atto.

A chiarire ulteriormente quanti siano i nemici occidentali della Germania, hanno contribuito nei giorni scorsi le dichiarazioni del presidente ceco Petr Pavel che ha definito i gasdotti Nord Stream un “obiettivo legittimo” per l’Ucraina.


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