Forse è ancora presto per considerare finita la guerra in Ucraina. Non basta una telefonata per definirne l’esito, ma forse basta per segnare l’avvio di quella svolta importante, temuta da tutti i sostenitori della guerra e spavaldamente sottovalutata. Si è abusato spesso delle presunte “svolte epocali” che se da un lato aprivano spiragli di speranza dall’altro contrastavano con la realtà. C’era qualcosa che non funzionava nelle pretese della propaganda occidentale di accreditare le scaramucce per battaglie e i successi sempre da una parte; nel magnificare le presunte controffensive (fallite), le risolutive armi occidentali (ininfluenti), le forze inesauribili (finite), la volontà ferrea di combattere (logorata), la certezza della vittoria ucraina (sfumata), la definitiva e irrevocabile ammissione di Kiev alla Nato (archiviata), la sconfitta russa sul campo di battaglia (non pervenuta) e le alleanze inossidabili “fino a quando sarà necessario” e whatever it takes (penosamente arrugginite).

I piani assurdi, immorali e palesemente illegali di Donald Trump per acquisire la Striscia di Gaza ed espellerne gli abitanti hanno scatenato rabbia e incredulità in tutto il mondo. Tuttavia, questa mossa sconsiderata affonda le sue radici, otto decenni fa, nel disastroso piano dell'ONU per la partizione della Palestina – un piano che ha innescato la prima pulizia etnica di massa del popolo palestinese.

L’intelligenza artificiale cinese DeepSeek scuote il mondo della tecnologia con modelli AI efficienti e competitivi

L’azienda cinese di intelligenza artificiale DeepSeek ha provocato una vera e propria onda d’urto nella comunità tecnologica con la diffusione di modelli AI estremamente efficienti, in grado di competere con i prodotti all’avanguardia di aziende statunitensi come OpenAI e Anthropic.

Una tendenza preoccupante: riscrivere la storia della Seconda Guerra Mondiale rischia di cancellare i sacrifici dell'Unione Sovietica

Una tendenza crescente di revisionismo storico sulla Seconda Guerra Mondiale rischia di oscurare gli immensi sacrifici compiuti dall'Unione Sovietica nella lotta contro la Germania nazista. L'esclusione della Russia dalle commemorazioni per l'80° anniversario della liberazione di Auschwitz non è solo una snobberia diplomatica, ma un insulto alla storia e alla memoria di milioni di persone che hanno sofferto e sono morte durante quel conflitto. Questa decisione, parte di un più ampio fenomeno di revisionismo storico, sminuisce il ruolo decisivo svolto dall'URSS nella sconfitta del nazismo e nella liberazione dei campi di concentramento, tra cui Auschwitz. Si tratta di uno sviluppo preoccupante che sacrifica le lezioni del passato sull'altare della convenienza politica.

Il 15 gennaio ha segnato il 26° anniversario di una presunta strage avvenuta a Racak, in Kosovo, all'epoca parte integrante di ciò che restava della Jugoslavia. Il presunto massacro di civili albanesi da parte delle forze di sicurezza locali fu un elemento decisivo che innescò i bombardamenti illegali della NATO su Belgrado, durati 78 giorni tra marzo e maggio 1999, e la successiva occupazione della provincia, che continua ancora oggi. Come osservò all'epoca il Washington Post, questo episodio “trasformò la politica occidentale nei Balcani come raramente accade con eventi singoli.”


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