Ritrovare se stessi, attraverso la scoperta del proprio passato. È questo il filo rosso che attraversa il film Per il mio bene, firmato dal regista Mimmo Verdesca. È la storia di Giovanna, donna solida, autonoma e forte che, però, si trova a dover affrontare una situazione travagliata e dolorosa, dopo aver scoperto di avere una grave malattia. Cerca all'interno della famiglia un donatore compatibile, ma sua madre le confessa che non è possibile: nessuno fino a quel momento ha mai avuto il coraggio di dirle che è stata adottata.

«Quando un personaggio nasce, acquisisce immediatamente una tale indipendenza, persino dal suo stesso autore, che può essere immaginato in molte altre situazioni, in cui l’autore stesso non aveva pensato di collocarlo, e può persino assumere significati che l’autore mai aveva sognato di conferirgli!». Questa riflessione del Padre, protagonista di Sei personaggi in cerca d’autore, sembra anticipare il modo in cui il cinema ha esplorato Luigi Pirandello nel tempo, più che per tradurre in immagini i suoi drammi, per comprendere l'uomo e l'artista. Esemplare in questo senso è La stranezza di Roberto Andò, così come il raffinato Leonora addio, ultima regia solitaria di Paolo Taviani.

Gabriele Salvatores torna al cinema con Napoli-New York, che racconta dell'immigrazione italiana negli Stati Uniti. Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda.

Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata mesi prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.

Come sempre, il cinema di Sorrentino è eccessivo e carico di simbolismi, con dialoghi che oscillano tra aforismi brillanti e riflessioni malinconiche. Parthenope si inserisce perfettamente nel solco della sua filmografia, richiamando a tratti La grande bellezza, Youth, e The Young Pope, con il suo miscuglio di eleganza visiva, provocazioni morali e un costante senso di disincanto verso il mondo. La protagonista, colpita da un grave lutto, si muove in un mondo fatto di incontri bizzarri e maestri fuori dal comune, tra cui una diva mascherata interpretata da Isabella Ferrari e una Luisa Ranieri nei panni della fantomatica Greta Cool, una figura che ricorda lo spettro di Sophia Loren.

Secondo film per la regista Maura Delpero, che con Vermiglio racconta la storia di suo padre e della sua famiglia. Uno spaccato di vita, incastonato in un periodo storico difficile e drammatico. Vermiglio narra dell’ultimo anno della seconda guerra mondiale in una grande famiglia e di come, con l’arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del destino essa perda la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria. In quattro stagioni la natura compie il suo ciclo. Una ragazza può farsi donna. Un ventre gonfiarsi e divenire creatura. Si può smarrire il cammino che portava sicuri a casa, si possono solcare mari verso terre sconosciute. In quattro stagioni si può morire e rinascere.


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