Joseph, un vedovo settantenne, dedica le sue giornate al restauro di esclusivi pezzi d'arredamento nel suo laboratorio affascinante ma caotico. La sua vita tranquilla subisce una svolta drammatica quando riceve la notizia devastante della morte di suo figlio Emanuel e del suo compagno Joachim in un tragico incidente aereo.

Wim Wenders fa di nuovo centro e con Perfect Days porta sul grande schermo una riflessione commovente e poetica sulla ricerca della bellezza nel mondo che ci circonda, con protagonista uno straordinario Kôji Yakusho, vincitore della Palma d’oro per il migliore attore all’ultimo Festival di Cannes.

In "Enea", secondo film di Pietro Castellitto dopo l'esordio con "I predatori", la completa libertà di scrittura e messa in scena si manifesta come una sorpresa intrigante. Castellitto, giovane regista, riesce a offrire una ricchezza di linguaggio e variazioni imprevedibili di tono, sfidando lo stile spesso asfittico del cinema italiano. Sebbene registi come Sorrentino, Guadagnino e i fratelli D’Innocenzo abbiano contribuito a cambiare le dinamiche con la loro esibizione formale, "Enea" segue una direzione opposta. Castellitto, non riuscendo a gestire completamente la struttura narrativa, sorprende con lampi improvvisi anziché irrigidire il film con un disegno complessivo. Lo stile di "Enea" si presta a trovate singole che occasionalmente fanno deragliare la trama, ma diventano essenziali nel momento in cui vengono messe in pratica, contrariamente all'approccio disciplinato dei fratelli D’Innocenzo.

Ultimo lavoro del regista britannico, Ken Loach, The Old Oak narra la storia di un posto speciale. Non è solo l'ultimo pub rimasto, è anche l'unico luogo pubblico in cui la gente può incontrarsi in quella che un tempo era una fiorente località mineraria e che oggi attraversa momenti molto duri, dopo 30 anni di ininterrotto declino. Il proprietario del pub, TJ Ballantyne (Dave Turner) riesce a mantenerlo a stento, e la situazione si fa ancora più precaria quando The Old Oak diventa territorio conteso dopo l'arrivo dei rifugiati siriani trasferiti nel villaggio. Stabilendo un'improbabile amicizia, TJ si lega ad una giovane siriana, Yara (Ebla Mari) munita di macchina fotografica. Riusciranno le due comunità a trovare un modo di comunicare?

Con "Adagio", Stefano Sollima, chiude la trilogia criminale ambientata a Roma. Al Festival di Venezia 2023, il regista torna a immergersi nelle profondità della malavita romana con un film cupo e crepuscolare che, se da un lato si dimostra intrigante, dall'altro offre poco di nuovo a un genere ampiamente esplorato nel panorama cinematografico italiano.

Adagio dipinge un quadro nostalgico e amaro delle glorie ormai sbiadite del crimine romano, illustrandone la fine, il declino e l'eredità lasciata alle nuove generazioni, che tuttavia sembrano avere una possibilità di redenzione. Ambientato in una Roma decadente e corrotta, circondata da incendi e crimine, il film si focalizza su Manuel, un diciassettenne alla ricerca di sé stesso e della propria salvezza, il cui racconto dà il via alla narrazione.


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