L'amore che non muore, firmato dal regista Gilles Lellouche, mette al centro la storia d'amore tra due ragazzi, sullo sfondo di una lotta di classe. Anni ’80, nord della Francia. Jackie e Clotaire crescono nella stessa città, nello stesso liceo, intorno alle stesse banchine del porto. Lei studia, lui sta in giro. I loro destini si incrociano e si innamorano perdutamente. La vita fa di tutto per tenerli lontani, ma sono come due metà dello stesso cuore pulsante…

L’amico fedele è uno di quei film rari che ti sorprendono senza clamore, ti parlano con voce pacata ma arrivano dritti al cuore. Dietro la macchina da presa ci sono David Siegel e Scott McGehee, due registi americani che da anni si distinguono per un cinema elegante, misurato, capace di toccare le corde più profonde senza alzare mai la voce.

Con L’amico fedele, tratto dal romanzo di Sigrid Nunez, i due registi si avvicinano a un territorio più emotivo, senza però tradire il loro stile asciutto. È una storia di lutto, solitudine e legami inattesi, in cui l’anima più luminosa è, incredibilmente, un cane: Apollo, un gigantesco e malinconico alano che diventa il compagno di vita – quasi per forza – della protagonista Iris, interpretata da una intensissima Naomi Watts.

Le città di pianura, firmato dal regista Francesco Sossai, racconta la storia di Carlobianchi e Doriano, due spiantati cinquantenni, il quali hanno un’ossessione: andare a bere l’ultimo bicchiere. Una notte, vagando in macchina da un bar all’altro, si imbattono per caso in Giulio, un timido studente di architettura: l’incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l’amore, e di immaginare il futuro. Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza.

Tra Natura e Quota – Giovanni Storti Sopravvive alle Alpi Apuane è molto più di un documentario: è un viaggio emozionante e consapevole dentro la natura selvaggia e l’anima della montagna. Diretto con sensibilità da Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon, il film affronta con chiarezza due temi oggi fondamentali: la biodiversità da proteggere e l’importanza della sicurezza in alta quota, in un contesto in cui il cambiamento climatico e l’impatto umano mettono sempre più a rischio gli ecosistemi montani.

Esordio al cinema per Luca Zingaretti, che firma il suo primo film da regista con La casa degli sguardi. È un film che parla del dolore, ma non in termini negativi, ma come ingrediente necessario per la felicità, perché dolore e gioia sono fatti della stessa materia.


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