Il seme del fico sacro, nuovo lavoro del regista iraniano, Mohammad Rasoulof, guarda alle proteste delle giovani generazioni, per affrontare i propri oppressori. Il film è ambientato a Teheran. I festeggiamenti per la promozione di Iman a giudice istruttore del Tribunale della Guardia Rivoluzionaria coincidono con il movimento di protesta popolare a seguito della morte di una giovane donna. Iman è alle prese con il peso psicologico del suo nuovo ruolo. Mentre le sue figlie, Rezvan e Sana, sono scioccate e, allo stesso tempo, elettrizzate dagli eventi, la moglie Najmeh cerca di fare del suo meglio per tenere insieme la famiglia. Quando Iman scopre che la sua pistola d'ordinanza è sparita, sospetta delle tre donne. Spaventato dal rischio di rovinare la sua reputazione e di perdere il lavoro, diventa sempre più paranoico e inizia, in casa propria, un'indagine in cui vengono oltrepassati tutti confini, uno dopo l’altro.

In Iran, la vecchiaia può essere particolarmente dura per una vedova. Mahin (Lily Farhadpour) vive in una casa spaziosa a Teheran, ma la solitudine scandisce le sue giornate. I figli, emigrati da tempo, le dedicano a malapena una videochiamata, mentre le sue piante restano la compagnia più costante. Tra una chiacchierata nostalgica con le amiche e il desiderio di un nuovo amore, cerca di risvegliare una giovinezza assopita. In una società conservatrice, l’idea che una donna anziana possa scegliere il proprio destino – e addirittura cercare un compagno – è quasi rivoluzionaria.

La nostra mente è un posto molto affollato, siamo tutti pluriabitati con tante diverse personalità che devono convivere tra di loro. Razionali, romantiche, istintive, a volte folli. Ma chi comanda veramente? FolleMente, del regista Paolo Genovese, è la storia di un primo appuntamento, una commedia romantica che ci fa entrare nei pensieri dei due protagonisti per scoprire i meccanismi misteriosi che ci fanno agire. Le varie personalità avranno voce e corpo e le vedremo discutere, litigare, gioire e commuoversi per cercare di avere il sopravvento e prendere la decisione finale.

Itaca. Il ritorno, firmato da Uberto Pasolini, è un'odissea dello spirito, senza viaggi, senza mostri, senza dei. Solo un uomo sfinito che torna a casa dopo anni di lontananza, una moglie tenace che lotta per mantenere la fede in un suo inatteso ritorno e il viaggio di un figlio verso l’età adulta, diviso tra l’amore per sua madre e il peso del mito di suo padre. Una famiglia separata dal tempo e dalla guerra, riunita dall’amore, dal senso di colpa e dalla violenza.

Dopo F.W. Murnau e Werner Herzog, con questa nuova versione di Nosferatu, Robert Eggers non si limita a riproporne la storia, ma crea un’opera gotica che si distingue come una delle migliori del genere e una delle più notevoli dell’anno.


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