di Agnese Licata

La pioggia sembravano quasi non sentirla, le migliaia di manifestanti che, ancora una volta, sabato scorso sono scese in piazza per ribadire che a Vicenza, la città del Palladio, o in qualsiasi altra città, non c’è posto e non ci sarà mai posto per una base militare da 440mila metri quadrati, men che meno americana. Il presidio permanente “No Dal Molin” ha alle spalle, ormai, due anni di lotte. Eppure, non basta il tempo che passa a logorare la volontà di chi abita qui e di chi viene da tutto il Nord Italia per portare il proprio sostegno. Anzi. La conquista fondamentale, ossia il diniego dell’accordo orale Usa-governo italiano per la cessione di un pezzo di territorio, non è ancora arrivato, ma passi avanti se ne sono fatti e non da poco, se si considera che in ballo c’è uno dei punti più incontestabili dalla politica italiana (di destra come di sinistra): la succube collaborazione con la Casa Bianca.

di Giovanni Cecini

C’era una volta l’MSI, movimento ispirato alle tradizioni e ai valori della sconfitta Repubblica Sociale. C’era una volta Giorgio Almirante, Pino Romualdi e Arturo Michelini, tutti esponenti con un pedigree “democratico” e “liberale”. Il primo era stato segretario di redazione del periodico antisemita “La difesa della razza” e alto dirigente del ministero della Cultura Popolare a Salò, gli altri due, tra i vari incarichi e mansioni, erano stati designati anche vice-segretari del partito fascista repubblichino. In barba allo spirito della Repubblica Italiana e al dettato successivo della Costituzione democratica, nel 1946, a differenza degli omologhi di Vichy processati e condannati, essi costituirono un movimento, chiaramente figlio dell’esperienza fascista, in particolar modo di quella più controversa e più meschina, quella del periodo 1943-45 in cui Mussolini, dopo venti anni di regime totalitario, consegnò la politica italiana ai nazisti e si rese quindi responsabile dei loro peggiori crimini.

di Giovanni Cecini

Berlusconi è veramente l’uomo giusto al momento giusto. In una giornata ha risolto la crisi russo-georgiana grazie ai buoni uffici con gli amici George W. e Vladimir, ha rilanciato l’Alitalia dovendo dire tanti “no” e se avesse avuto qualche altra ora, avrebbe fermato l’uragano Gustav come novello Mosé sulle rive del Mar Rosso. Tutto vero? A dare retta ai suoi portavoce le cose stanno così o solo di poco diverse. Le vacanze sono finite, ma la patinatura delle notizie da spiaggia o da parrucchiere continuano incessanti. Mentre l’Italia pallonara si sveglia dal torpore della prima di campionato dove le grandi non hanno certo brillato, ci vuole la stampa estera per farci capire le giganti bufale, che il governo spara a ripetizione. Joseph Goebbels insegnava che qualsiasi bugia, se ripetuta continuamente, si trasforma in verità. Sulla stessa lunghezza d’onda Silvio Berlusconi da circa una settimana continua a ripetere che la crisi dell’Alitalia è ormai superata, che la cordata degli imprenditori hanno tutto in pugno e che nemmeno un centesimo pubblico verrà speso per l’operazioni di risanamento. Sarà, di nuovo, tutto vero?

di Mariavittoria Orsolato

E’ Settembre, si chiudono gli ombrelloni e si ritorna su banchi, non solo quelli di scuola ma anche quelli di Montectorio. La stagione autunno-inverno 2008 del governo Berlusconi IV si apre, come nelle riviste gossippare e modaiole che vengono date in allegato ai suoi giornali, con il tema scuola e con un decreto legge sul famigerato 7 in condotta. La Silvio’s Angel Mariastella Gelmini ha infatti aperto oggi le danze del consiglio dei Ministri reintroducendo il peso del voto di condotta - per contrastare il bullismo? - ed esponendo quella che sarà la nuova riforma scolastica, l’ennesima in soli tre lustri. La sua creatura, detta anche piano programmatico per la razionalizzazione della scuola, è stata illustrata in anteprima alla platea comunicante e liberante del meeting di Rimini lo scorso mercoledì ed ha raccolto il plauso degli astanti: l’avvocato Gelmini ha avuto l’intuizione - che solo la vendita della scrivania di Quintino Sella può spodestare in merito a creatività - di convertire le scuole pubbliche, primarie o secondarie che siano, in fondazioni sul modello degli atenei ovvero istituti che di pubblico hanno solo la dicitura e che di fatto si finanziano attraverso rette, sponsorizzazioni e generose donazioni private.

di Rosa Ana De Santis

Come di consueto, l’orgoglio cattolico corona nel Meeting di CL la propria autocelebrazione, lancia progetti politici, tende la mano al sacerdote del Centro Casini e quest’anno, più che in passato, per voce di Bagnasco, lamenta un tentativo di violento ostracismo dalla vita politica e sociale del nostro Paese. Surreale se non comico questo outing da chiesa perseguitata, sfrontato rispetto all’evidenza della vita politica nazionale. Tutti gli appuntamenti più importanti dell’agenda di palazzo hanno visto non soltanto il contributo e l’osservazione degli alti prelati, ma il pesante condizionamento della Santa Sede sulle scelte dell’elettorato in tante importanti occasioni, non risparmiandoci vere e proprie pagine di propaganda cattolica attraverso i media. Queste sono le vicende che allarmano e che fanno tremare coloro che hanno a cuore la laicità delle nostre istituzioni. Tolleriamo benissimo, su questo vorremmo rassicurare il cardinale Bagnasco, gli Angelus da Castel Gandolfo del Santo Padre, ai suoi appelli alla pace e alla guida sicura il sabato sera.


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