di Mariavittoria Orsolato

Causa latenza imperitura dell’opinione pubblica, l’estate è considerata la miglior stagione per produrre porcellum legislativi e il nostro sempre caro e sempreverde Giulio Tremonti non tiene a smentire né sé stesso, né il suo governo: dato che non c’è due senza tre, arriva lo scudo fiscale riveduto e corretto. Sette commi, sei pagine all’interno del più ampio decreto anti-crisi e da quest’anno sarà possibile rimpatriare i capitali accumulati all’estero fino al 31 dicembre 2008, pagando una cifra ovviamente irrisoria. Sembra una delle famose televendite di Mediashopping, ma il condono fiscale - perché è di questo che in fondo si tratta - è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso mercoledì, dopo il repulisti delle schifezze troppo palesi, da parte dei relatori Chiara Moroni e Maurizio Fugatti, rispettivamente Pdl e Lega Nord. Se infatti nella prima versione circolata in mattinata avrebbero beneficiato dello scudo anche i bancarottieri, i riciclatori, i ricettatori e gli impenitenti falsificatori di bilanci, ora quel minimo 5% di aliquota sui capitali illegalmente transitati all’estero non interesserà le situazioni di reato ad eccezione della dichiarazione infedele e dell’omessa dichiarazione.

di Rosa Ana De Santis

Un milione di persone in piazza, le firme da porgere al Presidente della Repubblica. Il silenzio è illegale. Queste le richieste di Giorgio Sandri, il padre di Gabriele. Ucciso su un’autostrada e deriso in un tribunale, Gabriele deve vivere almeno per le strade, a smuovere e scalfire coscienze e indifferenze. Non si può e non si deve abbassare la guardia. In attesa dell’appello, c’è il richiamo agli occhi: aperti, per vedere bene anche nella notte del diritto. Quel diritto umiliato da una sentenza arrivata dopo ore di Camera di Consiglio. Ad ascoltare quella sentenza, che ha derubricato il reato da omicidio volontario a colposo il difensore di Spaccarotella festeggiava esultando il suo successo in primo grado: 6 anni. Tanto vale la vita di un innocente. L’imputato che è rimasto a casa, intimorito dall’aula, piange di gioia.

di Mariavittoria Orsolato

Benché la politica sia ormai diventata, nei contenuti e soprattutto nelle forme, un surrogato delle riviste scandalistiche da ombrellone, la questione della travagliata successione alla segreteria del Partito Democratico non pare interessare più di tanto l’opinione pubblica italiana in vacanza o, almeno, non tanto quanto sta a cuore agli analisti politici, che dal quadro attuale non riescono a ricavare altro che irrisolvibili rebus. Se nel 2007 la segreteria aveva il volto di Walter Veltroni ancora prima che il partito effettivamente nascesse, ora, a distanza di due anni in cui parecchia acqua è scorsa sotto i ponti della dirigenza, la partita tra i candidati attuali - Franceschini, Bersani, Marino, Adinolfi e addirittura Beppe Grillo - somiglia più a un avvincente Risiko che a un noioso Gioco dell’oca.

di Rosa Ana De Santis

Il dibattito sulla legge che andrà a normare la fine della vita recupera i toni e i metodi di sempre. Torna in auge il proclama di Sacconi e il suo diktat. La squadra al governo si muove in tutta fretta. Palumbo, presidente delle Commissione Affari Sociali alla Camera, non può rimandare oltre. “A costo di lavorare tutta la notte”. E così in una sera bisogna accelerare, prima in agenda c’è il voto sul disegno di legge per le cure palliative, per poi iniziare subito con la legge sulla fine della vita. A colpi di maggioranza. Le cure palliative e il diritto all’assistenza dei malati cronici e irreversibili dovrebbero stare molto a cuore a chi ha impugnato le bandiere della vita e del rispetto della persona. Il lavoro del governo sulle terapie del dolore era invece fermo da mesi in Commissione.

di Mariavittoria Orsolato

Mentre a L’Aquila le scosse sembrano aver dato una tregua ai grandi otto, per il movimento che li contesta i giorni scorsi sono stati un vero e proprio terremoto: ventuno arresti tra Bologna, Padova, Napoli e Torino hanno fatto tremare l’onda studentesca, giusto in tempo per il grande summit internazionale. L’operazione, condotta dalla Digos piemontese e coordinata dalla direzione centrale dell’inquietante Polizia di Prevenzione, è scattata in seguito agli scontri tra studenti e forze dell’ordine che si sono consumati lo scorso 19 maggio in occasione del G8 Univesity Summit, proprio sotto la Mole. I ragazzi, tutti universitari tra i 19 e 30 anni - eccezion fatta per il trentaseienne Max Gallob del Pedro di Padova - sono stati perquisiti e prelevati dalle loro abitazioni all’alba del 6 luglio su sollecitazione del Procuratore Capo di Torino (lo storico giudice antiterrorismo e antimafia, Gian Carlo Caselli) dopo la visione di chilometri di nastro registrati proprio durante i tafferugli in cui sarebbero rimasti feriti 21 agenti.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy