di Mariavittoria Orsolato

Incorreggibile: questo forse l’aggettivo più blando da tributare all’onorevole con la coppola Marcello Dell’Utri. Non pago di essere uno dei più sbugiardati bugiardi della seconda Repubblica - lo dicono diverse corti giudiziarie italiane, dalle Alpi all’Etna in modo unanime - il senatore Pdl ci ha donato una delle sue tante (e, vi assicuriamo, imperdibili) verità durante un’intervista al canale YouTube Klauscondicio, esperimento web del “noto massmediologo” Klaus Davi. Nella mezz’ora scarsa di intervista, l’ex allenatore del Torrescalla poi assurto a terzo braccio dell’ubiquo Berlusconi, ha sciorinato una sequela di battute improbabili sulla vera storia di Benito Mussolini, mutuate da cinque diari ritrovati a Bellinzona un paio di anni fa ma ancora oggetto di forti (e fondati) dubbi in merito all’autenticità.

di Mariavittoria Orsolato

In 15 anni aveva sempre avuto altro da fare. Il week-end in Sardegna (2002, 2003 e 2005), il tour del preziosissimo “chansonnier ad personam” Apicella nel 2004; nel lontano 1994 era addirittura impegnato a far dir messa nella sua cappella privata di villa San Martino, poi il lavoro e le beghe coi comunisti e i brindisi a palazzo Grazioli con il vecchio e nostalgico amico Ciarrapico. Sarà che i comunisti ormai sono letteralmente dissolti, sarà che la Sardegna - dopo l’annuncio improbabile di voler spostare il G8 a L’Aquila - non ne vuol sentire proprio parlare di capatine del premier, ma questo 25 aprile il presidente del Consiglio ci omaggerà della sua istituzionale presenza alle celebrazioni per la Liberazione dal nazi-fascismo.

di Rosa Ana De Santis

Scuole di partito pluriennali, studio dei classici della filosofia o dell’economia, impegno nelle sezioni, scuola e lotte studentesche, nottate al ciclostile e picchetti, associazioni civili e petizioni, cos’erano? Qualunque cosa fossero, ormai sono parte di un corredo al curriculum che non serve più. Le regole per debuttare nella politica, al pari di una prima di varietà da sabato sera, sono altre e le stabilisce il Presidente del Consiglio. E’ sufficiente un corso intensivo nella sede del PDL, già Forza Italia, con due maestri d’eccellenza: Frattini, Ministro degli Esteri (noto anche per averci aggiornato con regolare puntualità sulle vicissitudini sentimentali che l’hanno legato alla bella dermatologa) e Mario Mauro, vicepresidente dell’Europarlamento. Qualche grafico, una breve storia del partito unico, tabelle sull’audience e la propaganda azzurra, kit della candidata e via.

di Eugenio Roscini Vitali

L’8 aprile le Commissioni Difesa di Camera e Senato hanno espresso il loro parere favorevole sull'acquisto ed assemblaggio del cacciabombardiere supersonico F35 Lightning II, una produzione a guida americana che in Europa vede impegnate l’Italia, il Regno Unito, l’Olanda, la Danimarca, la Norvegia e la Turchia. Progettato e costruito dalla Lockheed Martin, con la quale collaborano la Northrop Grumman, la Bae Systems, la Rolls-Royce, e l’italiana Alenia Aeronautica, l’F35 nasce dall’esigenza del Pentagono di rinnovare le flotte dell’Air Force, della Navy e dei Marines e di munirle di un aereo comune, un Joint Strike Fighter (JSF), utilizzabile nelle missioni di attacco al suolo e in profondità e di supporto alle operazioni di terra. Oltre agli Stati Uniti e ai sei paesi NATO già citati, il Lighting II entrerà a far parte della flotta di Australia e Canada, anche loro partner del programma, e di altre nazioni che con Washington hanno già aperto trattative bilaterali: Singapore, Giappone e Israele.

di Giovanni Gnazzi

Il cavaliere e i cavalli, più o meno di razza. Consoli, proconsoli, addetti alle lacrime in favore di telecamera e censori in servizio permanente effettivo. Sullo sfondo, buoni al massimo per rispondere a domande idiote di reporter comodi, persone senza più cose. Questo lo spettacolo abruzzese nell’era terza del cavalierato, quella che ha definitivamente sancito la vittoria unica del pensiero unico per il successo del partito unico. Eppure qualcuno ci ha provato, timidamente, con i modi delicati, quasi a volersi scusare di chieder conto. Di chiedere i "perché" e i "come" necessari, procedura obbligatoria per chiarire ogni fatto, ogni accadimento che - voluto o non voluto - determina effetti drammatici sulla vita vissuta, anche quando non va in onda. Perché le domande possono fare molte cose, tra le quali suscitare risposte e ottenere spiegazioni, ma in Abruzzo no, l’Abruzzo a questo non è stato destinato. Lì, il terremoto ha sancito una verità universale: non è vero quello che succede se non è in televisione. Dunque inutile, ozioso, provocatorio e odioso chiedere del “prima”; quel che conta, ciò che è vero, è il "dopo", a telecamere accese.


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