di Rosa Ana De Santis

La serrata polemica tra Calderoli e i vescovi arriva a toccare il fondamento storico del rapporto tra Italia e Vaticano: il Concordato. Un’impasse difficile da sciogliere anche per un abile prestigiatore come il premier. La Lega ci ripensa subito e arriva in tempo utile la nota ufficiale: il Concordato non si tocca e rimane tutto così com’è. Nei giorni scorsi lo scambio di battute tra Calderoli e i vescovi si era inasprito sui tema dell’immigrazione e la politica dei respingimenti. Nel suo manifesto antimusulmano, il ministro della semplificazione normativa ha ribadito che se l’approccio della Chiesa deve comprensibilmente ispirarsi all’amore cristiano, il governo deve agire secondo le logiche dell’efficacia e della concretezza. Rispondono Avvenire e Famiglia Cristiana con editoriali durissimi che definiscono “grottesca” la politica del Carroccio.

di Cinzia Frassi

Sono “spese inutili”, a sentire il Carroccio, quelle che andrebbero messe sul tavolo per la celebrazione dei 150 anni della Repubblica Italiana, opere ed eventi che interesseranno tutto il 2011. Negli ultimi tempi i fazzoletti verdi non hanno mancato un'occasione per entrare nelle prime pagine di quotidiani e telegiornali con i soliti toni. L'importante è che di loro se ne parli. Così dopo le polemiche attorno all'Inno di Mameli, le bandiere regionali, i dialetti e le ronde, ecco che l'insistenza della Lega tocca l'anniversario più importante della storia della Repubblica: l'Unità d'Italia. "Il modo migliore per dare un senso di svolta e di significato politico a quest’anniversario è quello di valorizzare tutto ciò che riguarda il patrimonio storico, con provvedimenti che possono essere presi senza spendere praticamente un Euro". Questi i chiarimenti di Mario Borghezio, l’europarlamentare leghista dai trascorsi in Ordine Nuovo, in una recente intervista al quotidiano on line Affaritaliani.it. Senza spendere un Euro? Troppo tardi.

di Mariavittoria Orsolato

Con i canonici sei mesi d’anticipo previsti dal contratto, lo scorso febbraio la Rai ha dato la sua disdetta a Sky per l’uso del criptaggio Nds, il che in parole povere significa che dal 1 agosto la piattaforma satellitare del magnate australiano Murdoch, non trasmette più il bouquet di canali Rai. Non è certo una notizia per cui strapparsi i capelli, ma il fatto che l’azienda di Stato compia una mossa del genere proprio nel momento cruciale di transizione al digitale, colora certamente di più l’argomento. A tutti quelli che pensano che dietro questo divorzio ci sia lo zampino del premier e del suo digitale terreste, il direttore generale di viale Mazzini, Mauro Masi ha preventivamente risposto: “Se avessimo accettato le loro pretese (quelle di Sky ndr), la Rai avrebbe fornito gratuitamente alla piattaforma satellitare a pagamento la “chiave” per accedere a tutta la nostra offerta ed utilizzarla come traino per le proprie attività commerciali connesse alla ricerca di nuovi abbonati. Proprio nel momento in cui, con le fasi di switch over e di switch off per la transizione al digitare terrestre, il pubblico televisivo diventa più contendibile”.

di Mariavittoria Orsolato

I 4 miliardi di euro scippati ai Fondi per le Aree Sottosviluppate e stanziati espressi dal cavaliere, all’indomani della minacciata secessione politica della Sicilia dei Lombardo e dei Micciché, non bastano. O almeno, basterebbero se si trattasse di soldi da gestire alla luce del sole. Gira voce tra i professionisti della politica che la mossa del duo siculo altro non sia che uno scambio alla vecchia maniera: tu mi dai i soldi, io appoggio tutto quello che proponi o, meglio ancora, glisso su cose che so ma che non posso dire. Deve essere andata così la storia, quando in gioco ci sono soldi, non si fa mai niente per niente. Berlusconi, immerso fin sopra il toupè in problemi d’immagine e credibilità, si piega al volere dei siciliani recalcitranti assegnando una corsia finanziaria preferenziale ad una regione che molto ha di virtuoso, ma purtroppo non la gestione di fondi statali.

di Mariavittoria Orsolato

A 17 anni dalla strage di via D’Amelio, si riaprono per la terza volta i fascicoli del processo contro gli assassini del giudice Paolo Borsellino. I nuovi elementi arrivano dalle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza, picciotto corleonese, fedelissimo del boss Leoluca Bagarella e assassino di padre Puglisi, il celeberrimo parroco anti-mafia. Spatuzza si sarebbe autoaccusato di aver procurato la Fiat 126 imbottita di tritolo parcheggiata davanti alla casa della madre del magistrato, smentendo uno dei testimoni chiave dei processi precedenti, quel Vincenzo Scarantino il cui verbale d’interrogatorio datato 2 giugno 1994 fu modificato con note a margine prima smentite, poi ritratte, poi di nuovo smentite.


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