di Mariavittoria Orsolato

I 4 miliardi di euro scippati ai Fondi per le Aree Sottosviluppate e stanziati espressi dal cavaliere, all’indomani della minacciata secessione politica della Sicilia dei Lombardo e dei Micciché, non bastano. O almeno, basterebbero se si trattasse di soldi da gestire alla luce del sole. Gira voce tra i professionisti della politica che la mossa del duo siculo altro non sia che uno scambio alla vecchia maniera: tu mi dai i soldi, io appoggio tutto quello che proponi o, meglio ancora, glisso su cose che so ma che non posso dire. Deve essere andata così la storia, quando in gioco ci sono soldi, non si fa mai niente per niente. Berlusconi, immerso fin sopra il toupè in problemi d’immagine e credibilità, si piega al volere dei siciliani recalcitranti assegnando una corsia finanziaria preferenziale ad una regione che molto ha di virtuoso, ma purtroppo non la gestione di fondi statali.

di Mariavittoria Orsolato

A 17 anni dalla strage di via D’Amelio, si riaprono per la terza volta i fascicoli del processo contro gli assassini del giudice Paolo Borsellino. I nuovi elementi arrivano dalle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza, picciotto corleonese, fedelissimo del boss Leoluca Bagarella e assassino di padre Puglisi, il celeberrimo parroco anti-mafia. Spatuzza si sarebbe autoaccusato di aver procurato la Fiat 126 imbottita di tritolo parcheggiata davanti alla casa della madre del magistrato, smentendo uno dei testimoni chiave dei processi precedenti, quel Vincenzo Scarantino il cui verbale d’interrogatorio datato 2 giugno 1994 fu modificato con note a margine prima smentite, poi ritratte, poi di nuovo smentite.

di Mariavittoria Orsolato

Effettivamente, quella dei test di dialetto agli insegnanti non autoctoni non poteva essere altro che una bufala. Immaginate un professorino di Vigevano che s'innamora di una bella palermitana e per ottenere il trasferimento vicino alla sua amata è costretto ad imprecare come i pescivendoli di Bagheria, davanti a una commissione togata: troppo anche per un temerario saputello come Castelli. Ma forse il punto non è questo, probabilmente i componenti del carroccio non si sono nemmeno posti il problema di un potenziale rovesciamento dei ruoli: a sentire gli agguerriti col fazzoletto verde al collo, l'idea di poter lasciare una terra meravigliosa e ricca come la Padania è peggio di una bestemmia di fronte al crocifisso. Per la Lega quel lembo di terra compreso tra le Alpi e il Po non è infatti solo il motore economico d'Italia defraudato da Roma ladrona, non è nemmeno la stessa Padania, celebrata con ampolle miracolose e riti che scimmiottano gli antichi Celti. Per la Lega, il nord Italia è l'unico Stato possibile.

di Mariavittoria Orsolato

Ci risiamo. Non pago di aver architettato una truffa ai danni dei terremotati con un G8 tanto costoso quanto inutile, probabilmente non del tutto soddisfatto dal maxicondono sdoganato dallo scudo fiscale, il Governo delle Libertà vigilate scampate fa un altro passo verso quella che sembra sempre più essere una democradura, varando un nuovo lodo nell’ormai zeppo Dl anti-crisi. Il nome in codice è Bernardo, dall’omonimo anonimo soldatino parlamentare scelto dal gregario avvocato Ghedini, che immaginiamo duramente provato e colpito nell’orgoglio da questo continuo e ingrato lavoro di ghost-writing. Il bersaglio del provvedimento è di nuovo la magistratura, in particolare la Corte dei Conti, quell’organismo che dal 1882 (su ispirazione dei più antichi tribunali romani delle quaestio perpetuae de peculatu) vigila sul corretto impiego del flusso di denaro pubblico e che, con la sue recenti inchieste, potrebbe mettere in imbarazzo - perché è questo il massimo che ci possiamo aspettare - più di una carica istituzionale.

di Rosa Ana De Santis

Dopo l’annuncio del pacchetto sicurezza consacrato in legge, il timore che le ronde diventassero appendici fuori controllo di certe frange violente era stato messo a tacere. La neutralità di rivendicazioni quali la difesa dei cittadini e l’incolumità delle donne doveva, nelle intenzioni del governo, normalizzare un tema bollente. Doveva trattarsi di cittadini ben equilibrati e solo devoti al bene comune. Dotati di divise e disarmati. Assolutamente inutili, ma scenografici. Una pillola di sedativo per l’allerta e la paura sociale di certe classi e di certe aree periferiche delle città. Le ronde di oggi sono invece quello che sono. Squadroni di esaltati trasformati in gendarmi. Sigilli e divise in odore di destra estrema. Ex poliziotti reclutati e giovani in ozio cresciuti a propaganda. Maroni più volte ha rassicurato, come se lui potesse rassicurare qualcuno.


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