di mazzetta


Sembra impossibile, ma come d'incanto nel nostro paese le guerre non interessano più, nemmeno quelle nelle quali il nostro paese è coinvolto. Se la situazione in Afghanistan è tragica come non mai, nel nostro paese non c'è traccia di dibattito e Silvio Berlusconi ha potuto offrire all'alleato americano altri cinquecento uomini da mandare in zona di guerra senza che dal Parlamento, nemmeno dall'opposizione, si levasse una voce e senza alcun dibattito sui media. C'è da capirlo, Berlusconi, quando sacrifica i nostri militari per ottenere in cambio una foto con Obama che per mesi non l’ha ricevuto, ma è molto meno comprensibile che nel resto del paese l'Afghanistan sia caduto nell'oblio. Stessa sorte per il Pakistan, dove ormai è guerra. Una guerra che ha già fatto più di duemila vittime tra i talebani e ha provocato la fuga di tre milioni di pakistani dalla valle dello Swat; profughi che non hanno ricevuto assistenza e si sono arrangiati grazie alla generosa ospitalità dei compatrioti, non hanno ricevuto assistenza dalle organizzazioni internazionali e nemmeno dal governo pakistano, che pure ha battuto cassa presso il Fondo Monetario Internazionale e a Washington, per pagarsi la guerra e spostare la scadenza dei debiti che rischiavano di trascinare il paese nel default.

di Mariavittoria Orsolato

L’anno scolastico 2008/2009 rimarrà sicuramente negli annali della pubblica istruzione e nella memoria degli studenti come un anno denso. Cominciato a settembre con gli annunci su grembiulini e cinque in condotta, è sfociato nell’autunno caldo di proteste e scioperi contro i pesanti tagli previsti dalla riforma, per poi trascinarsi fino alle vacanze estive in un misto di frustrazione e rassegnazione, condiviso molto ecumenicamente sia dai docenti che dagli studenti. Se infatti il prossimo anno saranno molti gli insegnanti che vedranno perdere il posto, saranno almeno il quadruplo gli studenti che vedranno perdere l’anno. I dati li ha forniti direttamente il Ministero dell’Istruzione, anticipando la chiusura definitiva degli scrutini: i bocciati nelle scuole italiane saranno quasi 500.000. Di questi, oltre 372.000 nelle sole scuole superiori, ben 70.000 tra la prima e la terza media e addirittura 28.000 non ammessi alla maturità, un dato mai registrato nella storia della pubblica istruzione. Un’ecatombe insomma, soprattutto se si calcola che per le sole scuole secondarie il dato rappresenta il 15,4 % del totale e il 6% dei maturandi.

di Rosa Ana De Santis

La lezione arriva. Non poteva tardare. Mentre cresce l’imbarazzo nel cenacolo dei fedelissimi, spiccano l’esorbitante compito di Ghedini, il difensore, e il lavoro commovente di Bonaiuti che smentisce tutto, comunicato dopo comunicato. Si parla di privato piccante, osceno, fuori le regole. Di una figura istituzionale sempre meno credibile, sempre più ricattabile. Salta il confine tra pubblico e privato quando le feste dentro il cortile di casa irridono con il ghigno di un potere smisurato i principi del pubblico costume. Salta quando la propria carica istituzionale diventa lo strumento o la copertura o l’alibi - che dir si voglia - per fare qualsiasi cosa, senza il rispetto della legge, né il dovere del contegno. Un rigore anglosassone che sappiamo bene non appartenere all’indole del nostro capo di governo e che finora è stato risolto con allegri “no comment” ogni volta in cui si rischiasse di dover rispondere nel merito all’opinione pubblica. Invocando la retorica dell’uomo vicino alla gente comune, del pigmalione da villaggio vacanze, del papi premuroso vicino alle fanciulle a caccia di carriere. Forse un po’ troppo vicino.

di Rosa Ana De Santis

Le famose ronde, quelle di ex-poliziotti, ex-carabinieri, comuni cittadini, donne e giovanotti pieni di veleno eccole qui. Cappello beige e aquile imperiali, fasce nere sul braccio: fascino di un fenomeno sociale che nel ventennio seminava terrore nelle strade, tra i dissidenti e le persone comuni. Si chiamano ronde nere e in poche foto e qualche commento hanno spazzato via i maldestri tentativi con i quali il governo in questi ultimi mesi ha infiocchettato il pacchetto sicurezza di edulcorate quanto fragili rassicurazioni. Decisioni e provvedimenti semplicemente indecenti camuffati dalla retorica di chi s’indignava ad essere accusato di fascismo o razzismo. Deve essere per questo che la destra ha affisso la vergogna dei suoi manifesti xenofobi e che oggi partono accertamenti da parte di Armando Spataro, capo del pool antiterrorismo e del procuratore Manlio Minale, su questa riesumazione di regime. La violazione della legge Scelba non deve essere proprio un trascurabile elemento per un paese il cui secondo risorgimento è passato sulla morte in piazza del duce e dei suoi. Sembra solo storia e invece eccoli spuntare, come lumache dopo la pioggia, i soliti pericolosi attentatori di democrazia e civiltà appena l’aria di governo si tinge di nero.

di Rosa Ana De Santis

A urne europee chiuse, ormai spenti gli ardori di chi dice di aver vinto quando ha perso e di chi informa di aver perso quelli che hanno vinto, si abbandona con un filo di soddisfazione l’ingrato terreno delle statistiche, per misurarsi finalmente con il gossip elettorale. La curiosità non poteva rimanere a lungo insoddisfatta: quante sono le preferite del sultano che s’imbarcheranno per Strasburgo? Non era la prima né sarà l’ultima volta che lo spettacolo occupa la politica. Il terreno che separa la rappresentanza dalla rappresentazione sdrucciola. Prima che la saga di Papi Silvio e il book pubblicato su El Pais smuovessero l’italico pudore di fronte all’esuberanza erotica del Premier, ci si ricordava però dei Gerry Scotti e delle Iva Zanicchi. Se Pubblitalia forniva i dirigenti a Forza Italia, Mediaset dava i volti telegenici alle sue liste elettorali. Questa volta, però, elezioni prime dell’era post Veronica, la curiosità era tanta. Non della maggioranza degli italiani, com’é chiaro. Molti elettori hanno dato la loro preferenza a volti e carriere che fino a qualche giorno fa avevano scatenato dubbi e polemiche, perplessità a iosa. Qualche nome tra i tanti per farsi un‘idea.


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