Il Napoli perde l’occasione di vincere lo scudetto. La Juve perde l’occasione di salire al secondo posto in solitaria. La Lazio perde l’occasione di allungare nella lotta Champions. La Roma riesce addirittura a buttare una vittoria in cui passa in vantaggio al 94esimo. La giornata degli sprechi, insomma.

Il più fragoroso è quello del Napoli, a cui sarebbe bastato vincere contro la Salernitana per conquistare matematicamente il terzo scudetto della sua storia, che non è più in discussione ormai da mesi. Non è successo: è finita 1-1, con il pareggio dei padroni di casa segnato da Dia (che ha ispirato ai titolisti di mezza Italia titoli per nulla scontati sulla “Mano di Dia”). Trionfare quando ancora è aprile sarebbe stato clamoroso, ma, a pensarci bene, probabilmente è meglio così. Con tutto il rispetto per Salerno, quella del Napoli è una festa che negli annali va associata al prato del Diego Armando Maradona.

Gli azzurri avrebbero potuto vincere perché, nel frattempo, la Lazio ha perso ancora. Stavolta contro l’Inter, 1-3 in rimonta, ma per palese inferiorità. Passati in vantaggio con Felipe Anderson, in biancocelesti vengono prima raggiunti e poi superati nell’ultimo quarto d’ora dai padroni di casa con Lautaro (doppietta) e Goesens.

La squadra di Sarri rimane però al secondo posto perché, nel posticipo, la Juve non va oltre il pareggio sul campo del Bologna. I padroni di casa passano addirittura in vantaggio nel primo tempo con un rigore assegnato per la prima volta direttamente dal Var (il monitor a bordocampo non funzionava). Prima dell’intervallo Milik sbaglia un rigore, ma nel secondo tempo trova il modo di rifarsi segnando il gol del pareggio.

I distacchi si assottigliano e la lotta Champions è ormai un ingorgo da tangenziale all’ora di punta anche perché, in uno degli anticipi di giornata, Roma-Milan è finita 1-1. Un risultato che non serve a nessuno, ma che si rivela una beffa soprattutto per i giallorossi, che vanno a segno al quarto minuto di recupero con Abraham ma poi tre minuti dopo si dimenticano di marcare Salemakers che mette a segno la rete del pari.

Si rifà sotto l’Atalanta, che batte per 2-1 in trasferta il Torino (decisivo un magnifico gol di Zapata nel finale) e si porta a -2 dal trenino composto da Inter, Milan e Roma, tutte a 57 punti in quarta posizione.

A metà classifica, ritrova il successo la Fiorentina, che travolge 5-0 la Sampdoria, mentre il Sassuolo supera 2-1 l’Empoli e il Monza batte 2-0 lo Spezia. I liguri vengono così raggiunti dal Verona, terzultimo in classifica, che pareggia per 1-1 contro la Cremonese, sprecando così l’occasione di tirarsi fuori dalla zona retrocessione. Un’occasione mancata, tanto per cambiare.

Chiude li quadro della giornata la vittoria casalinga per 1-0 del Lecce sull’Udinese.

  

Non c’era modo migliore per riprendersi dall’eliminazione (inattesa) dalla Champions League. La certezza dello Scudetto è granitica da tempo, ma arrivare a un passo dalla meta proprio sul campo della rivale di sempre ha un sapore diverso. Così si spiega l’esultanza infinita dei giocatori del Napoli dopo il gol partita segnato da Raspadori al 93esimo minuto che in casa della Juventus.

Il Campionato italiano non interessa più davvero a nessuno. Di sicuro non a Napoli, Milan e Inter, che - in attesa del ritorno dei quarti di finale di Champions League - portano a casa una magra figura in Serie A. La più indolore, come ovvio, è quella del Napoli, che in casa contro il Verona non riesce a trovare la via del gol e chiude la gara con un magro 0-0. Da segnalare solo un exploit di Osimeh, che entra, gioca 20 minuti e colpisce (con forza) una traversa.

Davanti c’è il Napoli, che continua a vincere (venerdì 1-2 sul campo del Lecce) ed è ormai a 4 successi dalla certezza matematica dello scudetto. Dietro, intanto, succede di tutto.

La Lazio consolida il secondo posto battendo 2-1 all’Olimpico la Juventus. Nel primo tempo i biancocelesti passano in vantaggio con Milinkovic Savic, ma vengono raggiunti pochi minuti dopo dagli ospiti con Rabiot, abile a buttare dentro un pallone incornato da Bremer su Romagnoli. Nella ripresa, i padroni di casa passano di nuovo con Zaccagni, che insacca un assist di tacco da stropicciarsi gli occhi di Luis Alberto. Da lì in avanti la Signora cerca furiosamente il pareggio, anche grazie all’ingresso di Chiesa, che crea scompiglio sulla destra. Ma il risultato non cambia più.

Non è per la sconfitta in sé: un calo di tensione, dopo tanto correre, ci sta. E non è nemmeno per le conseguenze pratiche sulla classifica: ormai, a meno di cataclismi fantascientifici, il Campionato è vinto. A far preoccupare il Napoli è l’entità della sconfitta rimediata contro il Milan: 4-0. E per di più al Maradona, con i rossoneri che avevano perso 4 delle ultime 6 trasferte. Un risultato così clamoroso mette pepe ai quarti di finale di Champions League, che vedranno contrapposti ancora una volta Napoli e Milan.


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