di Rosa Ana De Santis

Il presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, si dice disposta, qualora fosse avanzata richiesta, ad accogliere Eluana. La sentenza, controversa e avversata in ogni maniera - passata in giudicato con il sigillo della Cassazione dopo le pretestuose agitazioni parlamentari - non può essere ignorata. Non può essere un altro il quadro politico di chi ha una visione pulita e precisa delle istituzioni e delle loro competenze. Ha le idee chiare la presidente Bresso. La famiglia Englaro potrà portare Eluana nelle strutture pubbliche. Quelle private infatti, subita l’intimidazione del Ministro del Welfare, sono imbavagliate. Con questo rammarico si è concluso l’iter che aveva visto la clinica di Udine pronta e disponibile ad accogliere il caso.

di Mariavittoria Orsolato

Si chiama protocollo Brunetta-Alfano e, già dal nome, non promette nulla di buono. Quello che un paio di giorni fa è stato segnalato dalle colonne di Repubblica è qualcosa di più di un semplice carteggio tra i due ministri, sebbene non sia - per dicitura - né un decreto né un disegno di legge e pertanto non possa essere discusso dagli organi preposti. In parole povere, quello che lo strampalato duo ministeriale ha intenzione di mettere in atto è una rivoluzione informatica del sistema giudiziario italiano: abolite cancellerie e archivi polverosi, la storia processuale di ogni cittadino italiano e tutti gli atti d’indagine (compresi quelli in corso di accertamento) saranno convertiti in bytes e trasferiti in un megaserver unico, sotto la custodia della polizia anziché delle procure della Repubblica- come oggi avviene. Secondo il protocollo firmato lo scorso novembre ma mai illustrato all’Anm e al Csm, si potrà “automatizzare l’alimentazione del registro delle notizie di reato, le intercettazioni e la costituzione del fascicolo del Pm e del Gip”, verrà così predisposta una “porta di dominio attestata presso il ministero della giustizia” tramite cui i dati saranno condivisi dall’intera rete delle forze di polizia.

di mazzetta

Lo ha capito anche Letizia Moratti che l'intervento di Silvio Berlusconi nella vicenda Alitalia si è tradotto in un bagno di sangue e non l'ha mandato a dire, ma non per scrupolo o per onestà, solo perché in mezzo al disastro c'è rimasto anche l'aeroporto di Malpensa che ora rischia di rivelarsi quella cattedrale allo spreco che tanti hanno profetizzato negli anni. Non serviva certo la Moratti per spiegare agli italiani che l'intervento di Berlusconi nella faccenda sia costato caro a tutti gli italiani; a chiunque è stata più che sufficiente la differenza tra l'incasso della possibile vendita della compagnia ad Air France e quello realizzato con l'interposizione di CAI, che dimostra come nel primo caso lo Stato avrebbe incassato e come nel secondo invece si sia caricato di un ulteriore debito.

di Mariavittoria Orsolato

Gli ultimi sono arrivati ieri. In 331 su un barcone che il mare forza 4 e la probabile inesperienza degli improvvisati scafisti, ha fatto incagliare su uno scoglio nei pressi di Punta Faraglioni, a Linosa. Gli altri - circa 1500 - sono arrivati da Natale ad oggi, sempre su barconi malridotti, sempre a centinaia, sempre disperati e sempre alle Pelagie: solo domenica ne sono sbarcati sulle coste di Lampedusa ben 234, tra cui 60 donne e svariati minorenni. E per la politica è di nuovo “emergenza clandestini”. A Roma le feste non devono essere state abbastanza buone e dolci: i due schieramenti hanno subito ricominciato ad accapigliarsi, tornando a fare dell’immigrazione un argomento di scottante attualità. La mela della discordia pare essere l’ormai famoso “Trattato d’amicizia e cooperazione” che il nostro Padron’ Silvio ha firmato pochi mesi fa con Gheddafi.

di Mariavittoria Orsolato

L’onda è ormai in riflusso. Sebbene le iniziative di autogestione continuino nelle università e nei licei e ci siano stati recenti cortei di solidarietà con i colleghi greci, la mobilitazione vera e propria è finita con la manifestazione romana dei 200.000 lo scorso 14 novembre e con la conseguente proposta di autoriforma. Da allora i toni sulla scuola si sono abbassati per poi essere travolti dai mille altri problemi della politica nostrana. Ne ha approfittato Maria Stella Gelmini che, dopo aver annunciato più d’un ripensamento sulla riforma che porta il suo nome, ha deciso di sfruttare il vicinissimo break natalizio per presentare i 4 decreti che vanno a correggere la già approvata legge 169/2008 e lanciano definitivamente la riforma per l’anno scolastico 2009/2010.


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