di Mariavittoria Orsolato

Pare che negli ultimi tempi il Codacons abbia avuto un boom di contatti. Una marea inferocita di pensionati e genitori single ha fatto appello all’associazione in difesa dei consumatori per denunciare un fenomeno che le molte sibille dark dell’informazione nostrana avevano paventato: la Social Card promossa dal governo è una truffa. Si era già parlato di come fosse difficile raggiungere gli standard indicati nel modulo ISEE, ma oltre al danno per le migliaia di persone ingiustamente escluse si aggiunge - come nelle migliori commedie all’italiana - la beffa di quanti la Social Card l’hanno ricevuta ma non l’hanno ancora utilizzata. Secondo i dati forniti dall’INPS, già al primo pagamento 190.000 carte di credito su 520.000 erogate - circa un terzo - risultano scoperte. Scrive Giovanna sul blog di Carlo Rienzi , il presidente di Codacons: “Mia nonna ha ricevuto la social card, la posta le ha detto che era attiva e con i soldi….fatta la spesa ha fatto una figuraccia perchè sulla carta non vi era accreditato nulla!!!”. Immaginiamo per un attimo la nonna di Giovanna. Una vecchietta in fila al supermercato che già si vergogna di presentare la famigerata tesserina azzurra e, come non fosse già umiliante, si sente rispondere “signora la sua carta è inutilizzabile” oppure “ signora, mi spiace ma non ha credito”: un'umiliazione al quadrato, che metterebbe a rischio coccolone anche quelli che a 70 anni hanno un cuore ancora perfettamente funzionante.

Ci si domanda perciò sempre di più, se lo spot presidenziale, presentato lo scorso giugno, sia stato l’ennesima furbata di un esecutivo che, non potendo proporre contenuti, si limita a propinare a 32 denti e a suon di dichiarazioni gaudenti solo una forma, per di più fittizia. Chissà in quanti, vedendo il ministro Tremonti agitare la tessera magnetica, hanno vagheggiato signorili pagamenti alla cassa del supermercato, inorridendo all’immagine più che consueta del conteggio impietoso e snervante dei centesimi rimpiattati nel borsellino.

Non è andata così purtroppo, ed ora sono in molti a chiederne conto. E’ il caso dell’Associazione nazionale pensionati e del patronato Inac di Padova, come evidenzia il direttore Massimo Lazzarin: “La Social card dovrebbe funzionare come tutte le altre carte di pagamento elettronico che già conosciamo e utilizziamo quotidianamente, con la sola differenza che a pagare il conto delle spese fatte è direttamente lo Stato. E invece sono già 750 le persone che abbiamo registrato a livello provinciale con il problema di una tessera vuota. Ciò è dovuto al fatto che il governo manda le tessere alle persone in lista, senza fare preventivamente le necessarie verifiche sulla situazione reddituale”.

Non basta quindi superare l’enorme scoglio della conformità all’ISEE, per avere la reale situazione fiscale di una persona servono altri indicatori (maggiorazioni sociali, indennità di accompagnamento per i disabili, invalidità civili, quattordicesime e rendite Inail in caso d’infortunio) e se si ha la sfortuna di essere tra quelli ancora in fase di vaglio, il risultato è il congelamento della carta stessa. Un fattore non di poco conto che, se rapportato alla sconsideratezza del nostro sistema burocratico, spiega in parte questo enorme buco nell’acqua del Popolo degli Annunci in libertà.

Quello che non si spiega è l’enorme affluenza di richieste da parte di componenti di ordini religiosi. Ad esempio, nella bella e opulenta Verona c’è stato un boom di ritiri, che le Poste hanno candidamente spiegato come risultato della presenza in loco di molti istituti religiosi: trecento tra preti e suore hanno fatto richiesta per la master card di Stato. Essendo nullatenenti, in teoriane avevano diritto e l’hanno fatto valere, sperando in cuor loro che il fraticello scalzo di Assisi non si rivoltasse nella tomba. Per queste ed altre ragioni il Codacons ha deciso di presentare un esposto all’Antitrust - per valutare, ironia della sorte, i profili di pubblicità ingannevole - e al Tribunale dei Ministri, in cui si chiede di intervenire valutando tra le ipotesi, anche quella di truffa.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy