di Daniele John Angrisani

Il razzismo, ovvero l'ideologia che è nata come giustificazione per la conquista europea di gran parte del pianeta durante l'Ottocento, ha ora il suo quartier generale negli Stati Uniti d'America ed in Israele. Allora come ora è cambiato poco: l'imperialismo è sempre pregno di ideologia razzista.
E' impossibile trovare alcuna giustificazione per le guerre di aggressione (preventiva) di George W. Bush, senza assumere che dietro ci sia una ideologia basata sulla superiorità razziale. Bush ha commesso un numero enorme di crimini contro l'umanità e contro la pace, un'accusa per la quale, a Norimberga nel 1946, un certo numero di alti gerarchi nazisti, è stato condannato a morte. Bush potrebbe legittimamente essere accusato quale criminale di guerra. Ciò nonostante, non sarà mai messo sotto processo negli Stati Uniti, perchè l'ideologia imperialista che soffoca la vita politica americana di oggi è pregna di razzismo sin nel suo cuore e perciò disumanizza le vittime, le rende inferiori perchè non americane.

di mazzetta

Gli attentati di Mumbai che la settimana scorsa hanno squarciato l'India, sono solo l'ultimo atto in ordine di tempo di un conflitto che dura ininterrottamente dalla fine della seconda guerra mondiale.
Con un comportamento che diventerà il modello di tutte le decolonizzazioni seguenti, l'Occidente scelse di minare un enorme possedimento coloniale (il più vasto del globo, che comprendeva tutto il sub-continente indiano, dai confini dell'Iran fino ai possedimenti francesi in Indocina, dagli invalicabili confini himalayani fino all'Oceano Indiano) animando le tensioni interetniche e favorendone l'insorgere con uno scopo ben preciso: minare l'autorità politica autoctona al fine di continuare indisturbati lo sfruttamento delle risorse di questi paesi.

di Bianca Cerri

Prima di entrare nella Polizia Militare USA, Forrest Fogarty era uno skin-head oltre che componente della band musicale più popolare tra le destre. Ma Fogarty non è che uno dei 350 militari americani di stanza in Iraq provenienti da formazioni estremiste e filo-naziste.
Già nel 1960, l'allora presidente Kennedy fu costretto a prendere provvedimenti contro il generale Walker, a capo della 24° divisione di fanteria di stanza in Europa, che indottrinava i suoi uomini sull'ideologia nazista. Pochi anni dopo, il governatore dell'Alabama spalleggiò la nascita di un gruppo di estrema destra conosciuto con il nome di "Figli della Libertà", poi divenuto Alleanza Nazionale.

di Fabrizio Casari

E' un vero e proprio blocco navale, aereo e terrestre quello di Israele nei confronti del Libano. E' guerra. Ventiquattro anni dopo l'invasione del 1982, destinata a cacciare i palestinesi persino dai campi profughi dov'erano ammassati in condizioni disumane, la nuova invasione del Libano è cominciata tre giorni fa. Le forze armate israeliane, senza né legge né limiti, hanno deciso di ribadire il loro dominio militare assoluto sul Medio Oriente. Il rapimento dei soldati di Tel Aviv ad opera di Hezbollah è stato la causa scatenante dell'ennesima aggressione israeliana. Un rapimento per "solidarietà" con i palestinesi autori di un sequestro della stessa natura per il quale Israele ha già avuto modo di scatenare la sua furia distruttrice sui civili di Gaza. Un rapimento che ha i tratti marcati dell'idiozia politica, come tutto ciò che viene realizzato senza prevedere le conseguenze o, peggio ancora, prevedendole e ricercandole. La reazione di Hezbollah è affidata a lanci di missili terra aria verso Israele, alcuni dei quali hanno colpito Haifa, terza città israeliana. Alla fine il bilancio è lo stesso di sempre: civili uccisi, infrastrutture distrutte, abitazioni abbattute.

di Alessandro Iacuelli

Shamil Basaiev è morto. Ucciso in un agguato dalle truppe federali russe, non colpito dai proiettili, ma da un quintale di tritolo. Per Vladimir Putin è senza dubbio una vittoria politica, prima ancora che militare.
Il ricercato numero uno dalle autorità russe, è stato ucciso nella notte tra domenica e lunedì in un blitz delle forze speciali in Inguscezia, piccola regione confinante con la Cecenia, insieme ad altri cinque guerriglieri, nel villaggio di Ekazhevo, alle due del mattino, ora locale.
Lo ha dichiarato il capo della sicurezza statale Nikolai Patrushev al presidente russo Vladimir Putin. Secondo Patrushev, il leader ribelle e i suoi uomini stavano organizzando un attacco nel sud della Russia in coincidenza con la riunione del G8 che la Russia ospiterà nel prossimo fine settimana.


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