di Carlo Benedetti

La geopolitica dell'oggi - quanto a continenti - impone il cambiamento delle definizioni tradizionali con una sorta di nuovo conteggio che non segue la geologia; guarda più alla politica e all'economia imponendo una sorta di mutazione complessiva, superando anche i vecchi steccati ideologici. Perché alle cinque "aree", note dal punto di vista geografico ed accettate quanto a sistemi politici (Europa, Asia, Africa, Americhe, Australia), vanno ora ad aggiungersi altre tre "formazioni" che sono indicate come Eurasia, Cindia e Australasia che prefigurano il futuro - in una ottica di breve periodo - e ne tratteggiano problemi e potenzialità. Di conseguenza vanno praticamente in soffitta quei modelli di studio e di analisi che furono alla base dei lavori fondamentali di scienziati come lo svedese Rudolf Kjellen (1864-1922), il tedesco Karl Haushofer (1869-1946) e l'inglese Halford Mackinder (1861-1947) il cui pensiero fondamentale è stato sempre alla base di ogni studio geopolitico.

di Daniele John Angrisani

Chi pensava che la campagna elettorale per le elezioni di mid term fosse già conclusa a favore dei democratici, si sbagliava alla grande. Con una serie di colpi di scena, a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro, la macchina elettorale repubblicana ha dimostrato tutta la sua vitalità e la sua capacità di stupire, anche se tutti gli esperti del settore la davano già per spacciata. Di fronte ai sondaggi che vedevano il rating di Bush scendere sempre più in basso, raggiungendo qualche settimana fa addirittura il 29%, gli strateghi repubblicani hanno alacremente lavorato per cercare di cambiare il vento in maniera a loro favorevole e, almeno in parte, sembra ci siano riusciti. L'uccisione di Al Zarqawi ha sicuramente dato loro una mano, ma indubbiamente il capolavoro di questa strategia è stato il viaggio di Bush a Baghdad. Inatteso, da alcuni insperato, preparato in totale segretezza, sembra che persino il governo iracheno non ne fosse venuto a conoscenza e che era preparato a incontrarlo solo in videoconferenza.

di Carlo Benedetti

Come dire: a volte tornano. Accade nella repubblica ex sovietica del Baltico, l'Estonia, dove le forze della destra estrema - fasciste e naziste - stanno revisionando la storia e sfogando il loro odio nei confronti di quella che fu la lotta per la libertà dei popoli. Decidono, infatti, di riabilitare le formazioni di SS estoni che, nel corso della seconda guerra mondiale, combatterono a fianco dei tedeschi contro l'Armata Rossa che cercava di affrancare il Baltico dal giogo nazista.
Tutto avviene secondo un copione prestabilito. Con il governo di Tallin che approvando un progetto di legge per il ripristino dell'indipendenza del Paese (e cioè per l'avvenuto distacco dall' Unione Sovietica) va ben oltre la normativa istituzionale. Perché fa diretto riferimento a quel periodo intercorrente tra la fine degli anni '30 e gli anni '40 del secolo scorso. E così, secondo il nuovo dispositivo, quei cittadini dell'Estonia che combatterono - uniti alle forze armate naziste - contro l'URSS sono riconosciuti come combattenti per la libertà e l'autonomia nazionale.

di Bianca Cerri

Il Pentagono ha sempre usato la carta stampata e le frequenze radio per diffondere propaganda mirata al raggiungimento dei suoi obiettivi. Per incitare le popolazioni di Afghanistan e Pakistan a segnalare persone affiliate ad Al Qaeda,o vicine ai talebani, fecero lanciare dagli aerei da guerra migliaia di volantini che promettevano premi in denaro e cure mediche gratuite ai delatori. Molti dei signori della guerra afghani e la loro soldataglia hanno accumulato fortune, intascando dai 5 a 25.000 dollari per ogni vita venduta al nemico, comprese quelle di chi non aveva mai avuto a che fare con il terrorismo. In qualche caso la loro avidità ha avuto conseguenze tragiche. I rituali di tortura praticati nella base di Basgram uccisero nel dicembre del 2002 Mullah Habibullah, 30 anni, consegnato all'esercito USA come fratello di un capo dei talebani di cui Habibullah non sospettava neppure l'esistenza. Gli uomini del colonnello Sassaman uccisero a pugni e calci un settantenne segnalato come fiancheggiatore di Al Qaeda che aveva fatto l'agricoltore per tutta la vita dopo essere penetrati illegalmente nella sua casa.

di Luca Mazzucato

Amir Peretz Le due stragi israeliane a Gaza hanno squarciato il velo di attesa che gravava sul nuovo governo Olmert, mettendo a nudo la totale continuità, in materia di strategie militari e politiche, con il precedente governo Sharon. La flebile speranza in una svolta, suscitata dall'ascesa di Amir Peretz al Ministero della Difesa, è naufragata miseramente negli ultimi giorni, insieme alla vita di due famiglie palestinesi.


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