di Michele Paris

Le elezioni del 30 agosto scorso per rinnovare i 480 seggi della Camera Bassa della Dieta Nazionale giapponese, come è ormai noto, hanno portato al potere il Partito Democratico (DPJ) di Yukio Hatoyama, ponendo fine al dominio quasi ininterrotto per oltre cinquant’anni del Partito Liberal Democratico (LDP) del primo ministro uscente Taro Aso. Nonostante l’entusiasmo del trionfo, peraltro ampiamente determinato dalla situazione economica e dalla profonda impopolarità del governo conservatore in carica, abbia alimentato qualche speranza per un possibile spostamento a sinistra del quadro politico nipponico, i primi segnali lanciati dai leader del partito vincente e dai candidati ad entrare nel gabinetto in fieri non promettono nulla di buono.

di Michele Paris

Sono molte le critiche piovute in questi mesi da sinistra su Obama per non aver definitivamente abbandonato i metodi discutibili, quando non palesemente illegali, della precedente amministrazione nella lotta al terrorismo. Uno di questi rimproveri riguarda il mancato adeguamento del governo americano a numerose ordinanze di giudici federali che hanno disposto la liberazione di detenuti nel famigerato carcere di Guantánamo. La maggior parte dei sospettati di terrorismo, ai quali è stato garantito il diritto di habeas corpus e la cui detenzione è stata riconosciuta come illegittima, risultano infatti ancora alloggiati presso la base navale americana in territorio cubano, con il sistema giudiziario tristemente privo di strumenti concreti per applicare le proprie sentenze.

di Raffaele Matteotti

Dopo otto anni di occupazione dell'Afghanistan la situazione è quantomai caotica e fallimentare. Il presidente Karzai, secondo l'ONU, ha truccato le elezioni, senza peraltro riuscirci troppo bene. E’ ormai fin troppo evidente che la situazione nel paese stia sfuggendo al controllo degli occupanti. Che Karzai alla fine riesca a vincere le elezioni oppure no, gli Stati Uniti affideranno il paese ad un governo parallelo, perché il presidente uscente ha ormai perso la fiducia di Washington e il suo principale concorrente ne ha ancora meno. Karzai peraltro non ha mai governato oltre la capitale, il soprannome di “sindaco di Kabul” se l'è assicurato proprio perché la sua autorità non si estende oltre i confini della capitale.

di Michele Paris

Una nuova tegola è caduta lo scorso fine settimana su un’amministrazione Obama già alle prese con una complicata battaglia per l’approvazione della riforma sanitaria e con il crollo di consensi per la guerra in Afghanistan. In seguito ad una valanga di critiche ed attacchi gratuiti provenienti dai repubblicani e dai commentatori politici di destra, il consigliere speciale del presidente per la creazione di posti di lavoro nell’ambito delle energie rinnovabili - il 40enne di colore Van Jones - è stato costretto ad abbandonare il proprio incarico. Le sue dimissioni sono state immediatamente accettate dalla Casa Bianca, che non ha esitato a liquidare un personaggio scomodo con un passato da attivista per i diritti umani ed uno dei pochissimi politici in una posizione di spicco a non provenire dalle file delle grandi corporation americane.

di Eugenio Roscini Vitali

Sono passati più di tre anni dalla fine della seconda guerra libanese, quella che lo Stato ebraico ha definito “una guerra dal risultato insoddisfacente” e che la commissione Winograd ha marchiato come il fallimento dei vertici politici e militari di Israele: “E’ grave e sorprendente - si afferma nel rapporto della Commissione - che l’esecutivo abbia approvato l’avvio di un’operazione militare il cui risultato non era scontato e solo dopo un dibattito di due ore e mezzo, senza conoscere la portata del progetto e senza che questioni di grande importanza trovassero risposta”.


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