di Sara Michelucci

Teneramente folle. Si chiama così il film di Maya Forbes, in parte autobiografico. La regista 45enne racconta la storia di Cameron, padre amorevole ma bipolare, che dopo un esaurimento nervoso si ritrova disoccupato. Maggie, moglie e madre di due figlie, decide di lasciare il marito, ma non riesce a mantenere la sua famiglia con il suo lavoro. Anche Cameron si trova ben presto al verde, nonostante discenda da una famiglia benestante.

Maggie, allora, decide di accettare una borsa di studio per un Mba a New York e lascia le due figlie a Boston con Cameron, che si è ripreso dall'esaurimento. L’uomo, quindi, si trova a doversi occupare da solo delle due vivaci ragazze, che non gli renderanno il compito certamente facile.

Il film, pur non eccellendo, risulta comunque divertente e affronta un tema importante e difficile come la malattia mentale, ma in modo leggero e non banale. Molto interessante la costruzione del personaggio di Cameron, affidato nell’interpretazione al bravo Mark Ruffalo, che riesce a dosare l’ironia, alternando differenti stati d’animo propri del personaggio. Si passa così da slanci di affetto e amore, a violente prese di posizione verbale, dove la gestualità e l’uso del corpo sono parte fondamentale per la resa stessa del personaggio.

Teneramente folle (Usa 2015)

REGIA: Maya Forbes
SCENEGGIATURA: Maya Forbes
ATTORI: Mark Ruffalo, Zoe Saldana, Keir Dullea, Wallace Wolodarsky, Beth Dixon, Georgia Lyman
FOTOGRAFIA: Bobby Bukowski
MONTAGGIO: Michael R. Miller
MUSICHE: Theodore Shapiro
PRODUZIONE: Paper Street Films, Bad Robot, Park Pictures
DISTRIBUZIONE: Good Films

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un budget milionario e un cast sicuramente importante caratterizzano il nuovo film di guerra, Fury, diretto e scritto da David Ayer. Ma non è solo un semplice blockbuster. La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e per la precisione nell’aprile del 1945, quando gli Alleati stanno avanzando nel cuore della Germania nazista.

Tra i numerosi veterani ci sono anche il sergente carrista Don ‘Wardaddy’ Collier, della 2ª Divisione corazzata, e il suo equipaggio: il cannoniere Boyd, profondamente cristiano e soprannominato ‘Bibbia’, il pilota messicano Trini ‘Gordo’ Garcia e il rude caricatore Grady ‘Coon-Ass’ Travis, con i quali ha condiviso oltre tre anni di servizio nell’esercito americano e duri combattimenti nel deserto africano e in Normandia.

Il carro armato, un M4 Sherman, è soprannominato Fury. In inferiorità numerica e disarmato, Wardaddy e i suoi uomini saranno protagonisti di gesta eroiche per colpire nel vivo la Germania hitleriana.

L’orrore della guerra è rappresentata all’ennesima potenza, ma questa volta più che nel campo di battaglia è all’interno del carro armato che si costruisce la drammaturgia.

Un rapporto diretto tra uomo e macchina, sicuramente innovativo rispetto al passato, ma anche singolare. La guerra è qualcosa che si fa vedere, ma è anche qualcosa di intimo, che nasce e si sviluppa all’interno del proprio io. Il valore attoriale per il regista è fondamentale e Brad Pitt fa sicuramente la sua parte, dando profondità e spessore al personaggio che interpreta, che risulta ben costruito a dovere in tutte le sue parti e fornisce elementi in più al racconto.


Fury (Usa 2014)

Regia: David Ayer
Sceneggiatura: David Ayer
Attori: Brad Pitt, Logan Lerman, Shia LaBeouf, Jon Bernthal, Michael Peña, Scott Eastwood, Xavier Samuel, Jason Isaacs, Jim Parrack, Branko Tomovic, Brad William Henke
Fotografia: Roman Vasyanov
Montaggio: Dody Dorn
Musiche: Steven Price
Produzione: Grisbi Productions, Le, QED International
Distribuzione: Lucky Red

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

I dinosauri tornano al cinema, con il quarto capitolo della serie ispirata al celebre Jurassic Park, film del 1993 diretto da  Steven Spielberg, basato sull'omonimo libro scritto da Michael Crichton. Jurassic World, per la regia di Colin Trevorrow, è ambientato ventidue anni dopo gli eventi di Jurassic Park e vede realizzarsi il sogno di John Hammond: un parco a tema dove i visitatori posso vivere l'emozione di vedere dei veri dinosauri.

Jurassic World è, infatti, un resort di lusso completamente operativo dove ospiti provenienti da tutto il mondo possono esplorare il miracolo e lo splendore delle più magnifiche meraviglie preistoriche. Il parco si trova su Isla Nublar, al largo della Costa Rica ed è stato progettato intorno a una strada principale molto affollata.

Jurassic World è all'avanguardia e ricco di attrazioni. I più piccoli possono andare a cavallo di mini Triceratopi nello zoo tattile dedicato a loro e si può osservare il Mosasauro acquatico che esce fuori da una piscina nel tentativo di agguantare un grande squalo bianco che gli dondola davanti. È il Dr. Henry Wu il creatore di tutti gli animali. Una sorta di dottor Jekyll che riesce a dare nuova vita a creature vissute milioni di anni fa. Il Dr. Wu, per far si che il parco possa continuare a essere attrattivo, si spinge oltre i limiti della scienza etica e viene costretto a manipolare la genetica per progettare un dinosauro geneticamente modificato che non ha mai toccato la Terra prima e le cui capacità restano sconosciute. Una mossa che avrà le sue conseguenze.

Il film risulta decisamente interessante dal punto di vista delle immagini e dell’utilizzo degli effetti speciali che sono utilizzati in modo sapiente e funzionale al racconto. Bene anche la scelta degli attori che sono sicuramente azzeccati e riescono a dare alla storia uno slancio in più, ‘correggendo’ anche qualche pecca nella sceneggiatura. Un’opera adatta a soddisfare sia il pubblico dei più piccoli, che quello più adulto e che ama il genere. 

Jurassic World
(Usa 2015)
REGIA: Colin Trevorrow
SCENEGGIATURA: Colin Trevorrow, Derek Connolly, Rick Jaffa, Amanda Silver
ATTORI: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Omar Sy, Vincent D'Onofrio, Jake Johnson, Judy Greer
FOTOGRAFIA: John Schwartzman
MONTAGGIO: Kevin Stitt
MUSICHE: Michael Giacchino
PRODUZIONE: Amblin Entertainment, Universal Pictures
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Non è andata bene al Festival di Cannes, ma Youth, La Giovinezza ultima fatica di Paolo Sorrentino, resta un film interessante, sia dal punto di vista stilistico che della storia. La giovinezza è vista sotto diversi punti di vista: quella tradita di una giovane donna lasciata dal marito, quella mancata della ragazzina-prostituta, quella sognata della massaggiatrice che probabilmente spera di fare altro nella vita, quella fortunata di miss Universo, che non è solo bella ma anche intelligente, quella ricercata dell’attore hollywoodiano che tenta ormai da tempo di ritrovare la sua dimensione artistica.

Il tutto è visto attraverso gli occhi di Fred Ballinger, anziano direttore d'orchestra, e l'amico Mick Boyle, vecchio regista ancora in attività. I due si trovano in un centro di benessere sulle montagne svizzere e insieme pensano al tempo che scorre, al futuro che li attende, osservando con curiosità le vite dei propri figli e degli ospiti dell'albergo. Un modo per fare i conti anche con se stessi, con la propria vita, con quello che si è dato e ricevuto e non sempre i risultati sono positivi.

Mick, infatti, ha difficoltà nel portare a termine il suo ultimo film. Dall’altra parte Fred non ha più intenzione di esibirsi, nemmeno se a chiederglielo è la Regina di Inghilterra, e deve fare i conti anche con sua figlia Lena, tradita dal marito e che gli rinfaccia le sofferenze subite dalla madre.
Il percorso dei due uomini sarà molto diverso.

Ma entrambi sono alla ricerca di una stessa cosa: una nuova giovinezza dello spirito. Perché, sembra suggerirci il regista, la giovinezza è una dimensione simbolica e reale al tempo stesso. Qualcosa che va ricercata in noi stessi, prima che nel resto del mondo.

Un cast stellare, quello scelto da Sorrentino, che vede alternarsi sullo schermo attori del calibro di Michael Caine, Harvey Keitel e Jane Fonda e che dà alla pellicola un tocco ancora maggiore.

Youth, La Giovinezza (Svizzera, Gran Bretagna, Italia)
regia: Paolo Sorrentino
sceneggiatura: Paolo Sorrentino
attori: Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano, Jane Fonda, Alex MacQueen, Mark Kozelek, Luna Mijovic, Madalina Ghenea
fotografia: Luca Bigazzi
montaggio: Cristiano Travaglioli
musiche: David Lang
produzione: Indigo Film in coproduzione con Bis Films, Pathé, C-Films e Medusa Film
distribuzione: Medusa Film

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un viaggio al contrario, rispetto al mito della frontiera americana. Da ovest verso est. Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet scritto e diretto da Jean-Pierre Jeunet, e ispirato al romanzo Le mappe dei miei sogni di Reif Larsen, stupisce lo spettatore, non solo per l’uso azzeccato della tecnologia, ma anche per la capacità di raccontare in maniera originale e mai scontata la vicenda di questo ragazzo prodigioso.

T.S. Spivet vive in un ranch nel Montana con la madre (la brava Helena Bonham Carter) che è ossessionata con la morfologia dei coleotteri; il padre, un cowboy nato cento anni in ritardo, e sua sorella di 14 anni, la quale sogna di diventare Miss America. T.S. è un ragazzo prodigio di 12 anni con la passione per la cartografia e le invenzioni scientifiche.

Un giorno, riceve una telefonata inaspettata dall’istituto Smithsonian, che gli comunica di aver vinto il primo premio Baird. Si tratta di un riconoscimento molto prestigioso per la sua scoperta della macchina del moto perpetuo. T.S viene invitato a un ricevimento in suo onore, per fare un discorso. Senza dirlo a nessuno, si mette su un treno merci e attraversa gli Stati Uniti per raggiungere Washington Dc.

Ma nella vita di T.S c’è anche Layton, il fratello gemello che è morto in un incidente nel fienile; nessuno ha mai parlato del fatto che T.S. fosse con lui quel drammatico giorno. Un peso che il ragazzo porta con sé e che gli condiziona la vita. Ma una volta arrivato allo Smithsonian, tutti sono sorpresi del fatto che T.S sia solo un ragazzo.

Il regista del fortunato film Il favoloso mondo di Amélie riesce a dosare bene uso della tecnologia 3D con una storia intensa e mai banale, dove l’immaginario serve per raccontare la vita di un bambino. Una realtà mai banale.

Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet (Canada, Francia 2015)

REGIA: Jean-Pierre Jeunet
SCENEGGIATURA: Jean-Pierre Jeunet, Guillaume Laurant
ATTORI: Kyle Catlett, Helena Bonham Carter, Callum Keith Rennie, Judy Davis, Robert Maillet
FOTOGRAFIA: Thomas Hardmeier
MONTAGGIO: Hervé Schneid
PRODUZIONE: Epithète Films, Tapioca Films, Filmarto, BBR Productions, Gaumont, Cross Creek Pictures
DISTRIBUZIONE: Microcinema

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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