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di Sara Michelucci
Poche aspettative per i giovani e ancora meno per chi ha qualche capello bianco. Forever Young è il nuovo film di Fausto Brizzi, che affronta la drammatica situazione in cui versa l'Italia odierna, fra mancanza di lavoro, precariato e incertezza generalizzata. Oggi nessuno insegue più un sogno, un ideale o, più banalmente, il denaro; tutti sono alla ricerca della giovinezza perduta. Se sei giovane sei 'in', se sei vecchio sei 'out', sembra dirci il film.
Forever Young parte dalla storia di un gruppo di amici in un Italia che va a rotoli. Diversi i personaggi su cui il regista costruisce il racconto. L’avvocato Franco (interpretato da un bravo Teo Teocoli) è un adrenalinico settantenne, appassionato praticante di sport e di maratona in particolare.
La sua vita cambia quando scopre che sta per diventare nonno grazie a sua figlia Marta (Claudia Zanella) e a suo genero Lorenzo (Stefano Fresi) e che il suo fisico non è poi così indistruttibile. Poi c'è Angela (Sabrina Ferilli), un’estetista di 49 anni, la quale ha una storia d’amore con Luca (Emanuel Caserio), di 20 anni.
Una relazione che viene duramente osteggiata dalla madre di lui, Sonia (Luisa Ranieri), sua amica. Diego (Lillo), invece, è un Dj radiofonico di mezz’età, che deve fare i conti con gli anni che passano e con un nuovo, giovanissimo e agguerrito, rivale (Francesco Sole). Infine c'è Giorgio (Fabrizio Bentivoglio) di 50 anni, il quale ha una giovanissima compagna (Pilar Fogliati), ma la tradisce con una coetanea di 50 (Lorenza Indovina).
Ma quando sarà messo alle strette dovrà fare una scelta. Il film, quindi, ruota attorno al tema del passare degli anni, ma non riesce ad andare realmente al nocciolo della questione. Sembra restare appeso a una serie di luoghi comuni e di azioni edulcorate, senza essere sapientemente cinico o diretto nella critica che fa.
Forever Young (Italia 2016)
REGIA: Fausto Brizzi
ATTORI: Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli, Teo Teocoli, Stefano Fresi, Lillo, Lorenza Indovina, Luisa Ranieri, Claudia Zanella, Emanuel Caserio, Francesco Sole, Pilar Fogliati
SCENEGGIATURA: Fausto Brizzi, Marco Martani, Edoardo Falcone
MONTAGGIO: Luciana Pandolfelli
MUSICHE: Bruno Zambrini
PRODUZIONE: Wildside
DISTRIBUZIONE: Medusa Film
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di Sara Michelucci
Donne protagoniste nel film di Sarah Gavron, Suffragette. Carey Mulligan, Helena Bonham Carter e Meryl Streep sono le azzeccate interpreti della storia del movimento femminista inglese. La Streep veste i panni di Emmeline Pankhurst, attivista e politica britannica che guidò il movimento suffragista femminile del Regno Unito.
Al centro del racconto c'è Maud Watts, una giovane lavandaia la quale durante una consegna di lavoro si ritrova al centro di una rivolta per il diritto al voto femminile, dove riconosce una sua collega, Violet Miller. Spinta da quest'ultima, Maud decide di partecipare ad una riunione e di unirsi così al movimento delle suffragiste.
Inizia con questa decisione la lunga battaglia da parte di Maud e delle altre donne che fecero parte del movimento suffragista per ottenere il diritto al voto, concesso dal parlamento britannico nel 1928.
Bella la scelta registica di alternare sfera pubblica e vita privata, lavoro, famiglia e mutamento. Il tutto è costruito sulla bravura delle interpreti che, attraverso le loro gesta, riescono quasi a far toccare con mano la forza del cambiamento, dove le azioni sono l'oggetto stesso attraverso cui far avanzare tutta la storia. Un film al femminile che ha, però, la capacità di narrare un pezzo di storia e farci riflettere su quanto sia stata dura l'emancipazione femminile e su quanto, ancora, ci sia da fare.
Suffragette (Regno Unito 2015)
REGIA: Sarah Gavron
ATTORI: Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, Meryl Streep, Ben Whishaw, Brendan Gleeson, Romola Garai, Anne-Marie Duff, Samuel West, Geoff Bell, Morgan Watkins, Natalie Press
SCENEGGIATURA: Abi Morgan
FOTOGRAFIA: Eduard Grau
MONTAGGIO: Barney Pilling
MUSICHE: Alexandre Desplat
PRODUZIONE: Ruby Films, Pathé, Film4
DISTRIBUZIONE: BIM
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di Sara Michelucci
È ancora una volta l'inchiesta giornalistica a conquistare Hollywood. Il caso Spotlight del regista Tom McCarthy, ha infatti vinto il premio Oscar 2016 come miglior film e miglior sceneggiatura originale. Dopo i quattro premi Oscar conquistati da un altro film-inchiesta come Tutti gli uomini del presidente di Alan Pakula, si torna dietro la scrivania di un gruppo di giornalisti che questa volta ha a che fare con lo scandalo dei preti pedofili.
Il regista decide di raccontare la vera storia del team di giornalisti investigativi del Boston Globe soprannominato Spotlight, che nel 2002 ha sconvolto la città con le sue rivelazioni sulla copertura sistematica da parte della Chiesa Cattolica degli abusi sessuali commessi su minori da oltre 70 sacerdoti locali, in un’inchiesta premiata col Premio Pulitzer.
Il nuovo direttore, Marty Baron, interpretato da Liev Schreiber, arriva da Miami per dirigere il Globe nell’estate del 2001 e come prima cosa incarica il team Spotlight di indagare sulla notizia di cronaca di un prete locale accusato di aver abusato di decine di giovani parrocchiani nel corso di trent’anni.
Consapevoli dei rischi cui vanno incontro mettendosi contro un’istituzione come la Chiesa Cattolica a Boston, il caporedattore del team Spotlight, Walter “Robby” Robinson (il sempre bravo Michael Keaton), i cronisti Sacha Pfeiffer (Rachel McAdams) e Michael Rezendes (Mark Ruffalo) iniziano a indagare sul caso. Il loro è un lavoro ostinato e meticoloso, in grado di cambiare la storia con un'inchiesta senza precedenti.
Il linguaggio scelto da McCarthy è asciutto e diretto e ben rappresenta il cinismo dietro cui si muovono le inchieste giornalistiche. Anche in questo caso lo scopo principale è dare un buco ai concorrenti e, allo stesso tempo, sgretolare le fondamenta di potenti corrotti e omertosi. Il racconto è lineare, ma allo stesso tempo denso di tensione emotiva, che porta lo spettatore a partecipare 'attivamente' all'inchiesta e alla costruzione del pezzo finale.
La pellicola è stata presentata fuori concorso alla 72ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Il caso Spotlight (Usa 2015)
REGIA: Thomas McCarthy
ATTORI: Rachel McAdams, Mark Ruffalo, Michael Keaton, Stanley Tucci, Liev Schreiber, Billy Crudup, John Slattery, Len Cariou, Jamey Sheridan
SCENEGGIATURA: Thomas McCarthy, Josh Singer
FOTOGRAFIA: Masanobu Takayanagi
MONTAGGIO: Tom McArdle
MUSICHE: Howard Shore
PRODUZIONE: Anonymous Content, Participant Media, Rocklin Faust
DISTRIBUZIONE: BIM
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di Sara Michelucci
Geniale e complesso. David Foster Wallace è tutto questo e molto di più e, sicuramente, raccontare in un film un personaggio di tale calibro non è cosa da poco. Il narratore che ha reinventato il modo di scrivere e di raccontare, dando vita a un ritratto dell'America postmoderno, è il protagonista di The End of the Tour - Un viaggio con David Foster Wallace. Il film, diretto dal regista James Ponsoldt, si basa sul libro del giornalista David Lipsky, Come diventare se stessi.
Nell'inverno del 1996 Lipsky, che lavora per la rivista Rolling Stone, viene inviato a casa dello scrittore per un articolo in cui si delinei un profilo dell'autore di Infinite Jest. Foster Wallace è alla fine del tour promozionale del suo libro più famoso e deciderà di aprire la sua casa al giovane giornalista.
I due avranno modo di conoscersi in quei pochi giorni che trascorreranno insieme, attraversando pensieri e sensazioni, ma anche mettendo a nudo quelle che sono le paure di entrambi e le idiosincrasie di una nazione dalle mille contraddizioni.
L’intervista non sarà mai pubblicata e le cassette audio finiranno in uno scantinato di Lipsky. I due non si incontreranno più e solamente dopo il suicidio di Wallace, Lipsky deciderà di raccontare in un libro quel viaggio e quell’amicizia.
Il racconto parte proprio dalla notizia della morte di Foster Wallace, il quale si è tolto la vita nel settembre del 2008, affetto da tempo da una forte depressione. E si va a ritroso, ripercorrendo quei cinque giorni di condivisione e complicità.
Un racconto asciutto, ma ben costruito che, anche grazie alla bravura degli attori, riesce a regalare uno spaccato della complessa personalità dello scrittore.
The End of the Tour - Un viaggio con David Foster Wallace (Usa 2015)
REGIA: James Ponsoldt
ATTORI: Jason Segel, Jesse Eisenberg, Anna Chlumsky, Mamie Gummer, Joan Cusack, Ron Livingston, Mickey Sumner, Dan John Miller
SCENEGGIATURA: Donald Margulies
FOTOGRAFIA: Jakob Ihre
MONTAGGIO: Darrin Navarro
MUSICHE: Danny Elfman
PRODUZIONE: Modern Man Films, Anonymous Content, Kilburn Media
DISTRIBUZIONE: Adler Entertainment
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di Sara Michelucci
Quanto si è veramente sinceri con il proprio partner? Quanto ci si conosce davvero? E se il proprio cellulare fosse alla portata di tutti, siamo sicuri non avremmo nulla da nascondere? Perfetti sconosciuti, lavoro più che riuscito del regista Paolo Genovese, parte proprio da questi interrogativi per costruire un racconto decisamente interessante dal punto di vista sociologico e umano, oltre che narrativo e di costruzione dei personaggi.
Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta, sembra dirci il regista. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle sim degli smartphone d cui non ci stacchiamo mai e a cui affidiamo tutto. Ma osa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?
Dopo Immaturi e Tutta colpa di Freud, Genovese porta sullo schermo una commedia brillante, da retrogusto amaro, sull’amicizia, l’amore e sul tradimento, che condurrà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere, appunto, dei perfetti sconosciuti.
Il film si svolge quasi interamente all'interno dell'appartamento di Eva e Rocco, strizzando l'occhio a un capolavoro come Carnage di Roman Polanski , coppia di mezza età che invita a cena i propri amici: Cosimo e Bianca, Lele e Carlotta e Peppe.
Durante la cena Eva propone a tutti di mettere sul tavolo il proprio cellulare, per rivelare il contenuto di tutte le comunicazioni che riceveranno nel corso della serata; anche se con qualche tentennamento tutti accettano, ma quello che doveva essere un gioco si trasforma ben presto in una tragedia, rivelando i segreti dei commensali.
La cena varia tra momenti goliardici e altri molto drammatici, ma alla fine tutto ciò che è avvenuto risulta essere una possibilità. Una sorta di "Sliding doors", dove quello che resta è l'illusione di una felicità artefatta.
Perfetti sconosciuti (Italia 2016)
REGIA: Paolo Genovese
ATTORI: Kasia Smutniak, Marco Giallini, Valerio Mastandrea, Anna Foglietta, Giuseppe Battiston, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher
SCENEGGIATURA: Filippo Bologna, Paolo Costella, Paolo Genovese, Paola Mammini, Rolando Ravello
FOTOGRAFIA: Consuelo Catucci, Fabrizio Lucci
MUSICHE: Maurizio Filardo
PRODUZIONE: Lotus Production
DISTRIBUZIONE: Medusa Film
PAESE: Italia
DURATA: 97 Min