di Sara Michelucci

Quattro amiche, un viaggio, il segno che qualcosa sta cambiando. Questi giorni, del regista ascolano Giuseppe Piccioni, traccia proprio il passaggio all'età adulta di quattro giovani donne che intraprenderanno un percorso verso la conoscenza profonda di se stesse ma, soprattutto, di quello che rappresentano l'una per l'altra.

Si parte da una città di provincia, come tante. Tra le vecchie mura, nelle scorribande notturne sul lungomare, nell’incanto di un temporaneo sconfinamento nella natura, si consumano i riti quotidiani e le aspettative di quattro ragazze la cui amicizia non nasce da passioni travolgenti, interessi comuni o grandi ideali.

Ad unirle non sono le affinità, ma le abitudini, gli entusiasmi occasionali, i contrasti inoffensivi, i sentimenti coltivati in segreto. Il loro legame è tuttavia unico e irripetibile come possono essere unici e irripetibili i pochi giorni del viaggio che compiono insieme per accompagnare una di loro a Belgrado, dove l’attendono una misteriosa amica e un’improbabile occasione di lavoro.

Selezionato in concorso alla 73esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il film non riesce a essere completamente libero da certe sovrastrutture e pecca in una costruzione troppo rigida dei personaggi, che a tratti risultano essere eccessivamente delineati e poco spontanei. Non male l'incontro tra le quattro ragazze con tre coetanei serbi. Occasione per 'ammorbidire' alcune rigidità registiche e di sceneggiatura, ma che non bastano per renderlo originale.

Questi giorni (Italia 2016)
REGIA: Giuseppe Piccioni
ATTORI: Marta Gastini, Laura Adriani, Maria Roveran, Caterina Le Caselle, Margherita Buy, Filippo Timi, Sergio Rubini, Alessandro Averone
SCENEGGIATURA: Giuseppe Piccioni, Pierpaolo Pirone, Chiara Ridolfi
FOTOGRAFIA: Claudio Cofrancesco
MONTAGGIO: Alice Roffinengo
MUSICHE: Valerio C. Faggioni
PRODUZIONE: 11 Marzo Film, Publispei e Rai Cinema.
DISTRIBUZIONE: BIM

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Il western torna al cinema nella nuova versione de I magnifici 7, diretto da Antoine Fuqua, remake della omonima pellicola del 1960 del regista John Sturges. Il film degli anni Sessanta era a sua volta una versione rinnovata del capolavoro di Akira Kurosawa, I sette samurai. Al centro del racconto un gruppo di fuorilegge che deve difendere i cittadini di Rose Creek, vessati dal magnate Bartholomew Bogue. I sette cowboy, questa volta multietnici, hanno poche virtù sono cacciatori di taglie, giocatori d'azzardo e sicari.

Sam Chisolm, Josh Farraday, Goodnight Robicheaux, Jack Horne, Billy Rocks, Vasquez e Red Harvest preparano la città per la violenta resa dei conti che sanno essere imminente, ma si trovano ben presto a dover combattere per qualcosa che va oltre il bottino in denaro.

I valori e gli insegnamenti morali, ancora una volta, sono il punto a cui arrivare e lo si fa senza mezzi termini, anche a costo della vita. I personaggi sono caratterizzati anche dalla loro appartenenza etnica, scelta registica per differenziarlo dal primo film, e hanno una serie di caratteristiche che li distinguono e li rendono agli occhi dello spettatore ben riconoscibili.

Il tutto è condito dalla classica sfida tra buoni e cattivi, dove non mancano i colpi di scena, duelli e lo scorrere di tanto sangue.

I magnifici 7 (Usa 2016)
REGIA: Antoine Fuqua
ATTORI: Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Haley Bennett, Peter Sarsgaard, Vincent D'Onofrio, Matt Bomer, Lee Byung-hun, Cam Gigandet, Vinnie Jones, Sean Bridgers, Luke Grimes, William Lee Scott
SCENEGGIATURA: John Lee Hancock, Nic Pizzolatto
FOTOGRAFIA: Mauro Fiore
MONTAGGIO: John Refoua
MUSICHE: James Horner, Simon Franglen
PRODUZIONE: Metro-Goldwyn-Mayer, Sony Pictures Entertainment, Village Roadshow Pictures
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Italia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Il mito dei Beatles torna a vivere nel documentario girato da Ron Howard, The Beatles: Eight Days a Week. Un film evento, proiettato per una settimana in tutti i cinema italiani, che metterà lo spettatore a contatto con i quattro ragazzi di Liverpool, vere e proprie leggende della musica internazionale.

Il regista, premio Oscar per A Beautiful Mind, incentra il racconto partendo dalle prime apparizioni live della band, ripercorrendo insieme allo spettatore i primissimi giorni che hanno segnato l'avvento di uno dei gruppi musicali di maggior successo nel panorama mondiale, dai tempi del Cavern Club di Liverpool fino allo storico Candlestick Park di San Francisco.

Sono i musicisti, ma anche gli uomini a essere raccontati dal regista. Si punta sulla storia di come John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr si siano 'trovati' e uniti diventando un fenomeno musicale di dimensioni pazzesche, che ha cambiato il modo di concepire la musica leggera.

A farla da padrone e a dare quello slancio in più sono i filmati rari e inediti, attraverso i quali si conduce lo spettatore dietro il palco, ma anche dietro le 'quinte' di vite straordinarie.
Howard fa vedere da vicino i momenti salienti della creazione artistica della band, le discussioni, le riunioni, la presa delle decisioni.

Una unione creativa, ma anche di costruzione della propria carriera, che condizionerà la vita di ciascuno dei componenti del gruppo. Il regista dà spazio alle singole personalità, facendo spiccare caratteristiche peculiari tali da mostrare il talento e il dono musicale che li ha resi un vero e proprio mito.

The Beatles: Eight Days a Week (Usa 2016)

REGIA: Ron Howard
ATTORI: Ringo Starr, Paul McCartney, John Lennon, George Harrison
PRODUZIONE: Apple Corps
DISTRIBUZIONE: Lucky Red

 

 






 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

“Che cos'è l'amor, chiedilo al vento che sferza il suo lamento sulla ghiaia del viale del tramonto” recita una famosa canzone di Vinicio Capossela. Un interrogativo che si pone anche Tommaso, protagonista dell'omonimo film di Kim Rossi Stuart, che ne veste anche i panni. Presentato fuori concorso al Festiva del cinema di Venezia 2016, l'opera mette a nudo, è proprio il caso di dirlo, le nevrosi, le paure, gli interrogativi di un 40enne che cerca una serie di risposte sulla vita di coppia, sull'amore e in definitiva su se stesso.

Alla ricerca del “bambino che è in lui”, per liberarlo definitivamente e tornare a vivere e a costruirsi anche una famiglia, Tommaso dovrà fare i conti con se stesso e le sue fobie, cercando di limitare le sue ossessioni. Penserà di aver ritrovato l'amore, dopo la fine della storia con Chiara (Jasmine Trinca), e l'inizio di quella con Federica (Cristiana Capotondi).

Ma non è così: un'attaccatura di capelli troppo alta e una piccola cisti sul labbro di lei lo rigettano in un baratro fatto di insicurezze e interrogativi.  E forse è meglio andare in campagna a potare gli ulivi. Ma nemmeno lì Tommaso troverà la 'quiete' sperata e l'ossessione torna in lui e si manifesta metaforicamente in un nido di processionaria appeso su un albero della sua proprietà.

Quel pulsante contenitore in procinto di schiudersi e rilasciare una serie di parassiti che infesteranno tutto è la rappresentazione di una bomba a orologeria nella vita di Tommaso, il quale deve trovare in fretta una via di uscita da una vita fatta di angosce.

Inconfessabili pensieri e paure paralizzanti saranno lo sfondo dei dialoghi con un analista che è più una figura paterna che non un vero aiuto per liberarlo dalle oppressioni di una madre che lo ha abbandonato e di un lavoro, quello di attore, che non lo ispira più. Tommaso urla, piange, grida come un bambino per liberare se stesso da qualcosa che lo tormento, ma di cui non conosce l'essenza.

Ma l'incontro con Sonia (Camilla Diana), porterà Tommaso, finalmente, ad affrontare quel momento del suo passato in cui tutto si è fermato.

L'uso di uno stile tragicomico, dove il sogno si confonde con la realtà, dove gli impulsi più bestiali sono quasi sempre relegati nell'immaginazione, rende la storia narrata interessante anche da punto di vista strutturale. Tommaso è un personaggio a tutto tondo, che attira su di sé l'intera narrazione, perno fondamentale su cui costruire l'intero racconto. E le doti attoriali di Rossi Stuart emergono prepotenti.

Tommaso (Italia 2016)
REGIA: Kim Rossi Stuart
ATTORI: Kim Rossi Stuart, Cristiana Capotondi, Camilla Diana, Jasmine Trinca, Dagmar Lassander, Serra Ylmaz, Edoardo Pesce, Renato Scarpa, Alessandro Genovesi
SCENEGGIATURA: Kim Rossi Stuart, Federico Starnone
FOTOGRAFIA: Gian Filippo Corticelli
MONTAGGIO: Marco Spoletini
PRODUZIONE: Palomar, Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un altro personaggio importante, questa volta non per le sue doti positive, quello interpretato da Benicio del Toro in Escobar. Dopo aver vestito i panni dell'eroe sudamericano, Che Guevera, l'attore è il protagonista del film d'esordio di Andrea Di Stefano. La storia è quella di due fratelli canadesi, Nick e Dylan, che decidono di aprire in Colombia una scuola di surf.

Nick incontra un giorno la bella Maria e se ne innamora perdutamente. Ma dovrà fare i conti con una famiglia piuttosto ingombrante. La ragazza, infatti, è la nipote di Pablo Escobar, il noto trafficante di droga.

Il ragazzo viene ben accolto e invitato a lavorare nella tenuta, lasciando la scuola di surf ed il fratello Dylan, che non vede di buon occhio la frequentazione, anche a causa di alcuni fatti di sangue che li hanno toccati da vicino. La vita di Nick, da quel momento, non sarà più la stessa.

Il racconto si incentra sul confronto tra due personaggi totalmente differenti, ma che si troveranno a dover condividere un pezzo di vita. L'uomo comune, così, entrerà in contatto con un personaggio dai tratti quasi mitologici. Venerato da una parte del popolo, odiato dalla legge, santificato dal suo clan, 'El patron' Escobar ricalca tutta una serie di caratteristiche, tipiche di alcuni fuorilegge storici.

La costruzione dei personaggi è la forza del film, oltre a un racconto che tiene con il fiato sospeso e sa coinvolgere fino alla fine uno spettatore, sicuramente abituato a film di questo tipo, ma che in questo caso ritrova in una struttura narrativa ben congegnata, un elemento essenziale a cui fare riferimento. 

Escobar (Francia, Spagna, Belgio 2014)

REGIA: Andrea Di Stefano
ATTORI: Benicio Del Toro, Josh Hutcherson, Brady Corbet, Claudia Traisac, Carlos Bardem, Ana Girardot
SCENEGGIATURA: Andrea Di Stefano
FOTOGRAFIA: Luis David Sansans
MONTAGGIO: Maryline Monthieux
MUSICHE: Max Richter
PRODUZIONE: Chapter 2
DISTRIBUZIONE: Good Films

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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