Il rientro dalla sosta è un incubo per il Napoli. La squadra di Sarri rimedia un solo punto in trasferta contro il Sassuolo e vede sfumare una buona dose delle sue residue possibilità di scudetto. Ai neroverdi, passati in vantaggio nel primo tempo con un gol di Politano, gli azzurri rispondono solo a 10 dalla fine. Anzi, per la verità devono ringraziare un avversario se riescono a evitare la sconfitta: è Rogerio a infilare la propria porta nel maldestro tentativo di anticipare Callejon.

Diciamoci la verità: visto che non andremo ai Mondiali e che ancora dobbiamo iniziare a raccogliere le macerie dopo il cataclisma, di queste due amichevoli avremmo fatto volentieri a meno. Purtroppo però servivano ai nostri avversari - che in Russia ci andranno - così come agli sponsor e alle televisioni. Insomma, non si potevano annullare tipo calcetto del giovedì.

 

Dopo la sconfitta per 2-0 rimediata la settimana scorsa dall’Argentina (che ieri è stata massacrata 6-1 a Madrid dalla Spagna) siamo riusciti in qualche modo a limitare i danni sfangando un pareggio nel finale fra gli 80mila di Wembley. In altri tempi avremmo battuto un’Inghilterra così operaia, esaltata solo dalla velocità delle sue punte, Sterling e Vardy. Oggi invece dobbiamo ringraziare il Var, che a pochi minuti dalla conclusione dell’incontro ci ha concesso un rigore poi trasformato da Insigne.

L’Inter torna a fare l’Inter e strapazza la Sampdoria a Marassi con una partita spettacolare impreziosita da un gol di tacco di Mauro Icardi. Il 5- 0 si piega con la migliore prestazione dei nerazzurri in questo campionato, che vede sì quattro gol di Icardi, ma anche una partita sontuosa da parte di Cancelo, Rafinha e Gagliardini.

 

Rafinha è uno spettacolo di tecnica e sostanza, Cancelo difende come un terzino ma gioca al calcio con i piedi di un trequartista e Gagliardini sembra essere tornato quello della scorsa stagione, con corsa, pressing e aperture. Poi Brozovic sfoggia un’altra prestazione eccellente dopo quella di domenica scorsa con il Napoli e la difesa si muove ordinata ed efficace.

Il posticipo serale tra Inter e Napoli regala prima un bello spettacolo per il saluto tributato a Davide Astori, poi una bella partita. Veloce, con il pallone che è mosso rapido non solo dai ragazzi di Sarri, che ci hanno abituato allo spettacolo, ma anche dai ragazzi di Spalletti, che non hanno nella tecnica individuale la migliore qualità.

 

Il Napoli è quello dei tocchi di prima e degli inserimenti, delle triangolazioni e verticalizzazioni improvvise, ma quella di stasera a San Siro sembra l’Inter del girone di andata. Corre, pressa, copre e rende sterile il formidabile tiki-taka del Napoli. Portieri inoperosi, difesa dell’Inter di assoluto valore, con Miranda e soprattutto Skriniar che ferma regolarmente Insigne, poco abituato a non riuscire mai a passare.

Una giornata che doveva essere ricordata per un clamoroso ribaltone in vetta alla classifica passa invece alla storia per una tragedia. Davide Astori, 31 anni, difensore centrale della Nazionale e capitano della Fiorentina, è stato trovato morto domenica mattina. Era nella sua stanza d’albergo a Udine, dove nel pomeriggio sarebbe dovuto scendere in campo per l’incontro tra i viola e i friulani. Lascia una fidanzata e una bambina di due anni.

 

In segno di rispetto per il giocatore e per la famiglia, il commissario della Lega Calcio, Giovani Malagò, ha rinviato tutte le partite in programma domenica. Non solo quelle di Serie A, ma anche i posticipi di B. Una decisione da accogliere positivamente, soprattutto perché in passato - di fronte a situazioni dello stesso tipo - ai vertici del nostro calcio era mancato il coraggio di fare un passo indietro. Stavolta però l’umanità ha prevalso sul fatturato e si è giustamente preso atto che non sempre lo spettacolo deve continuare.

 

“Le parole stanno a zero - ha detto Malagò in conferenza stampa - credo che la decisione sia stata giusta perché il calcio che io penso e voglio è un calcio di valori, di ideali e di condivisione di emozioni. Di rispetto, non solo dell’atleta e dell’uomo. Non ci sono tante situazioni in cui si può dimostrare questo, quindi questa è stata una decisione giusta e doverosa”.

 

Per determinare la causa della morte, il corpo di Astori sarà sottoposto ad autopsia. Secondo il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, “l'idea è che il giocatore sia deceduto per un arresto cardiocircolatorio per cause naturali, anche se è strano che succeda una cosa del genere a un professionista così monitorato e senza segni premonitori”.

 

La Lega chiede però di evitare facili insinuazioni: “Ho avuto modo di confrontarmi con più di un medico – ha continuato Malagò –  e sulla base di queste testimonianze invito a non lasciarsi andare ad alcuna speculazione o illazione. Nessun medico sulla faccia della terra potrà mai dire che c’è un rimedio certo e categorico per ciò che riguarda il rischio di una morte improvvisa”.

 

Nato a in provincia di Bergamo il 7 gennaio del 1987, Astori si era formato nelle giovanili del Milan. Dopo un anno alla Cremonese aveva giocato dal 2008 al 2014 con il Cagliari, per poi disputare una stagione con la Roma ed infine approdare tre anni fa alla Fiorentina, con cui stava per firmare un rinnovo contrattuale fino al 2022. In Nazionale ha giocato 14 partite, segnando un gol.

 

Tutti i presidenti di Serie A si incontreranno oggi per valutare come recuperare il turno. Negli anticipi, la Juve ha superato 1-0 in trasferta la Lazio e la Roma ha battuto contro pronostico 4-2 il Napoli al San Paolo. Se il 14 marzo i bianconeri vinceranno la gara che devono recuperare contro l’Atalanta, torneranno in testa alla classifica. I giallorossi, invece, si sono già ripresi il terzo posto.


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