Gigi Buffon molto probabilmente avrà di che consolarsi. Dopo la vergogna in Nazionale e la fine ingloriosa della carriera in Champions League - un addio macchiato non tanto dalla sconfitta contro il Real, quanto dallo sproloquio che le ha fatto seguito - il portiere simbolo del calcio italiano si avvia ad abbandonare la scena mettendosi in tasca il settimo scudetto consecutivo. Con il successo di ieri sulla Sampdoria (3-0), la sua Juve ha allargato a sei punti il distacco sul Napoli, mettendo a segno un allungo probabilmente decisivo a questo punto della stagione.

 

Si dimostra così una legge non scritta: per vincere il Campionato è fondamentale la continuità di risultati in primavera. Vincerle tutte a ottobre e a novembre conta, ma non basta. Ne sa qualcosa Sarri, che a San Siro vede il suo Napoli incappare nell’ennesimo passo falso della bella stagione: contro il Milan finisce 0-0. Decisiva una parata di Donnarumma su Milik allo scadere.

Seppure faticando contro un Benevento che cede solo di fronte a due rigori, seppur con una difesa che non brilla la Juventus prosegue nella sua marcia verso l’ennesimo titolo grazie ad una tripletta di Dybala, anche se ora lo fa con la convinzione che anche per quest’anno al Triplete che conta sarà meglio pensarci l’anno prossimo. E’ quindi la sfida con un Napoli che appare un po’ sulle corde, ormai, l’unico tema sfidante per la squadra di Allegri, che di fronte all’ennesimo flop in Champions dovrà decidere che fare nel suo futuro.

Il rientro dalla sosta è un incubo per il Napoli. La squadra di Sarri rimedia un solo punto in trasferta contro il Sassuolo e vede sfumare una buona dose delle sue residue possibilità di scudetto. Ai neroverdi, passati in vantaggio nel primo tempo con un gol di Politano, gli azzurri rispondono solo a 10 dalla fine. Anzi, per la verità devono ringraziare un avversario se riescono a evitare la sconfitta: è Rogerio a infilare la propria porta nel maldestro tentativo di anticipare Callejon.

Diciamoci la verità: visto che non andremo ai Mondiali e che ancora dobbiamo iniziare a raccogliere le macerie dopo il cataclisma, di queste due amichevoli avremmo fatto volentieri a meno. Purtroppo però servivano ai nostri avversari - che in Russia ci andranno - così come agli sponsor e alle televisioni. Insomma, non si potevano annullare tipo calcetto del giovedì.

 

Dopo la sconfitta per 2-0 rimediata la settimana scorsa dall’Argentina (che ieri è stata massacrata 6-1 a Madrid dalla Spagna) siamo riusciti in qualche modo a limitare i danni sfangando un pareggio nel finale fra gli 80mila di Wembley. In altri tempi avremmo battuto un’Inghilterra così operaia, esaltata solo dalla velocità delle sue punte, Sterling e Vardy. Oggi invece dobbiamo ringraziare il Var, che a pochi minuti dalla conclusione dell’incontro ci ha concesso un rigore poi trasformato da Insigne.

L’Inter torna a fare l’Inter e strapazza la Sampdoria a Marassi con una partita spettacolare impreziosita da un gol di tacco di Mauro Icardi. Il 5- 0 si piega con la migliore prestazione dei nerazzurri in questo campionato, che vede sì quattro gol di Icardi, ma anche una partita sontuosa da parte di Cancelo, Rafinha e Gagliardini.

 

Rafinha è uno spettacolo di tecnica e sostanza, Cancelo difende come un terzino ma gioca al calcio con i piedi di un trequartista e Gagliardini sembra essere tornato quello della scorsa stagione, con corsa, pressing e aperture. Poi Brozovic sfoggia un’altra prestazione eccellente dopo quella di domenica scorsa con il Napoli e la difesa si muove ordinata ed efficace.


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