Il posticipo serale tra Inter e Napoli regala prima un bello spettacolo per il saluto tributato a Davide Astori, poi una bella partita. Veloce, con il pallone che è mosso rapido non solo dai ragazzi di Sarri, che ci hanno abituato allo spettacolo, ma anche dai ragazzi di Spalletti, che non hanno nella tecnica individuale la migliore qualità.

 

Il Napoli è quello dei tocchi di prima e degli inserimenti, delle triangolazioni e verticalizzazioni improvvise, ma quella di stasera a San Siro sembra l’Inter del girone di andata. Corre, pressa, copre e rende sterile il formidabile tiki-taka del Napoli. Portieri inoperosi, difesa dell’Inter di assoluto valore, con Miranda e soprattutto Skriniar che ferma regolarmente Insigne, poco abituato a non riuscire mai a passare.

Una giornata che doveva essere ricordata per un clamoroso ribaltone in vetta alla classifica passa invece alla storia per una tragedia. Davide Astori, 31 anni, difensore centrale della Nazionale e capitano della Fiorentina, è stato trovato morto domenica mattina. Era nella sua stanza d’albergo a Udine, dove nel pomeriggio sarebbe dovuto scendere in campo per l’incontro tra i viola e i friulani. Lascia una fidanzata e una bambina di due anni.

 

In segno di rispetto per il giocatore e per la famiglia, il commissario della Lega Calcio, Giovani Malagò, ha rinviato tutte le partite in programma domenica. Non solo quelle di Serie A, ma anche i posticipi di B. Una decisione da accogliere positivamente, soprattutto perché in passato - di fronte a situazioni dello stesso tipo - ai vertici del nostro calcio era mancato il coraggio di fare un passo indietro. Stavolta però l’umanità ha prevalso sul fatturato e si è giustamente preso atto che non sempre lo spettacolo deve continuare.

 

“Le parole stanno a zero - ha detto Malagò in conferenza stampa - credo che la decisione sia stata giusta perché il calcio che io penso e voglio è un calcio di valori, di ideali e di condivisione di emozioni. Di rispetto, non solo dell’atleta e dell’uomo. Non ci sono tante situazioni in cui si può dimostrare questo, quindi questa è stata una decisione giusta e doverosa”.

 

Per determinare la causa della morte, il corpo di Astori sarà sottoposto ad autopsia. Secondo il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, “l'idea è che il giocatore sia deceduto per un arresto cardiocircolatorio per cause naturali, anche se è strano che succeda una cosa del genere a un professionista così monitorato e senza segni premonitori”.

 

La Lega chiede però di evitare facili insinuazioni: “Ho avuto modo di confrontarmi con più di un medico – ha continuato Malagò –  e sulla base di queste testimonianze invito a non lasciarsi andare ad alcuna speculazione o illazione. Nessun medico sulla faccia della terra potrà mai dire che c’è un rimedio certo e categorico per ciò che riguarda il rischio di una morte improvvisa”.

 

Nato a in provincia di Bergamo il 7 gennaio del 1987, Astori si era formato nelle giovanili del Milan. Dopo un anno alla Cremonese aveva giocato dal 2008 al 2014 con il Cagliari, per poi disputare una stagione con la Roma ed infine approdare tre anni fa alla Fiorentina, con cui stava per firmare un rinnovo contrattuale fino al 2022. In Nazionale ha giocato 14 partite, segnando un gol.

 

Tutti i presidenti di Serie A si incontreranno oggi per valutare come recuperare il turno. Negli anticipi, la Juve ha superato 1-0 in trasferta la Lazio e la Roma ha battuto contro pronostico 4-2 il Napoli al San Paolo. Se il 14 marzo i bianconeri vinceranno la gara che devono recuperare contro l’Atalanta, torneranno in testa alla classifica. I giallorossi, invece, si sono già ripresi il terzo posto.

La Primavera del Milan stende la Roma. Malgrado la campagna acquisti faraonica della scorsa estate, i rossoneri passano all’Olimpico con i gol di due gioiellini del suo vivaio: Cutrone e Calabria. Lo scheletro milanista di italiani giovanissimi si completa con Donnarumma e soprattutto con Romagnoli, dominatore della difesa contro la sua ex squadra. La cura Gattuso passa soprattutto da loro: ora il Milan è una squadra capace di giocare in modo compatto. Solida in difesa, fantasiosa in attacco. Otto vittorie e quattro pareggi nelle ultime 12 partite. E il caos dell’era Montella sembra acqua passata. 

Con l’uno a zero Napoli e Juventus, ovvero le due grandi del campionato, macinano punti e continuano a distanziare ci segue di quindici lunghezze, a confermare la distanza esistente sul campo. Resta intatta la sfida tra bianconeri e azzurri per la volata finale. La Juventus perde Higuain dopo pochi minuti ma non perde colpi e con un gol di Alex Sandro vince per l’ennesima volta un derby che, visto dalla sponda del Toro, è ormai un incubo.

Può una squadra tornare alla vittoria dopo oltre due mesi , zavorrata da infinite polemiche su gioco, spogliatoio, allenatore e dirigenza, ma ritrovarsi comunque terza in classifica da sola? Sì, se la squadra in questione è la pazza Inter e il Campionato è quello italiano. I nerazzurri, che non vincevano dallo scorso 3 dicembre (ben otto partite), ritrovano i 3 punti in casa contro il Bologna. Decidono i gol di Eder e Karamoh, inframmezzati dal pareggio dell’ex Palacio.

 

Gli emiliani chiudono in nove per le espulsioni di Mbaye e Masina. Da rimarcare il gol del 2 a 1 dell'Inter ad opera di Karamoh, venti anni, che ha preso palla sulla fascia, ha tagliato verso il centro, passandosi il pallone tra il destro e il sinistro ha messo a sedere Pioli e Pulgar, si è allargato 5 metri ed ha lasciato partire un tiro ad effetto che si è insaccato nell'angolo basso di Mirante.

 

La squadra di Spalletti arriva così a 48 punti, superando di due lunghezze la Lazio, demolita 4-1 sabato sera al San Paolo dal Napoli. Per i biancocelesti suona un campanello d’allarme: non tanto per la sconfitta (la terza consecutiva dopo quelle contro Milan e Genoa e la sesta in campionato), ma per come è arrivata, con la squadra che dopo un buon primo tempo si è dissolta nella ripresa, consegnandosi ai partenopei. Gli azzurri, spietati come al solito, operano così l’ennesimo controsorpasso in vetta ai danni della Juventus, vittoriosa 2-0 sabato contro la Fiorentina (11esima con 31 punti).

 

Anche la Roma scavalca la Lazio (47 punti a 46) dopo il 5-2 rifilato al pur combattivo Benevento nel posticipo di giornata. Per i campani, addirittura passati in vantaggio in avvio, buon primo tempo, chiuso sull’1-1, poi la differenza di valori in campo ha fatto il risultato.

 

Tengono il passo del treno europeo anche Sampdoria e Milan, rispettivamente in sesta e settima posizione con 41 e 38 punti. I blucerchiati battono 2-0 in casa il Verona (penultimo a 16 punti) grazie alle reti di Barreto e del solito Quagliarella. La squadra di Giampaolo torna così a distanziare i rossoneri, che 24 prima avevano umiliato 4-0 in trasferta la Spal (terzultima una lunghezza sopra l’Hellas), confermando l’effetto benefico della cura Gattuso sul morale dello spogliatoio.  

 

Con questo risultato, peraltro, il Milan supera di un punto l’Atalanta, incapace di andare oltre l’1-1 sul campo del Crotone. Ma alla fine la beffa è ai danni dei calabresi, passati in vantaggio all’80esimo con Mandragora su un errore di Berisha e raggiunti allo scadere dall’ex Juve Palomino.

 

In nona posizione con 36 punti c’è il Torino, che distacca di tre lunghezze l’Udinese battendola nello scontro diretto all’Olimpico. In gol N'Koulou e Belotti, che ritrova la via della rete dopo quasi due mesi di astinenza. Il Var annulla una rete a Barak. Per i friulani di Oddo è la prima sconfitta dopo nove risultati utili consecutivi.

 

Nella parte bassa della classifica, il Genoa batte di misura il Chievo con un gol allo scadere di Laxalt, che sette giorni prima aveva deciso – sempre allo scadere – anche la partita contro la Lazio. Con questo nuovo passo avanti i liguri raggiungono il Bologna a 27 punti, in una posizione ormai più che serena in ottica salvezza. Situazione più problematica per i veneti, che restano in difficoltà a 22 punti, scavalcati dal Sassuolo (23 pt) e distanziati  dal Cagliari (25 pt), reduci da un pareggio per 0-0 nello scontro diretto.


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