L’intero pianeta continua a rimanere virtualmente con il fiato sospeso per la possibile ultra-provocatoria visita a Taiwan della “speaker” della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi. L’ottuagenaria leader democratica americana ha iniziato lunedì una trasferta asiatica che toccherà svariati paesi. La conferma ufficiale dell’atterraggio a Taipei non è ancora arrivata, ma lunedì fonti americane e taiwanesi hanno affermato che la visita sarebbe fissata probabilmente per il 2 e il 3 di agosto. La decisione non ha alcuna utilità pratica per Washington e rischia di incontrare una risposta molto dura da parte della Cina, il cui governo ha avvertito molto chiaramente dei rischi di una simile mossa e delle contromisure anche di natura militare che verranno adottate.

Il ritorno a Washington di Donald Trump per la prima volta dopo l’addio alla Casa Bianca ha attestato per l’ennesima volta negli ultimi diciotto mesi il sostanziale controllo esercitato dall’ex presidente su un Partito Repubblicano ben avviato a diventare un movimento ultra-populista dai tratti apertamente fascisti. A poche settimane dalle elezioni di “metà mandato” e a meno di un anno e mezzo dall’inizio delle primarie per le presidenziali, le quotazioni dell’ex presidente restano altissime e le responsabilità di questa situazione sono tutte dell’amministrazione Biden e dei democratici.

La richiesta da parte del ministero della Giustizia di Mosca di sospendere le operazioni dell’Agenzia Ebraica in Russia ha aperto una crepa nelle relazioni tra questo paese e Israele che potrebbe avere ripercussioni importanti sia sugli equilibri strategici del Medio Oriente sia sull’andamento del conflitto in Ucraina. Questo organo ha uffici in molti paesi e svolge un compito cruciale per lo stato ebraico, occupandosi in primo luogo della promozione del trasferimento in Israele degli ebrei residenti in ogni angolo del pianeta attraverso un processo noto col nome di “Aliyah”.

La visita in programma ad agosto a Taiwan della “speaker” della Camera dei Rappresentanti di Washington, Nancy Pelosi, rischia di fare esplodere definitivamente il conflitto tra Cina e Stati Uniti attorno all’isola che Pechino considera come parte integrante del proprio territorio. Contro la trasferta ultra-provocatoria si sono espressi il dipartimento della Difesa USA e la stessa Casa Bianca, con ogni probabilità in seguito a un messaggio molto chiaro di minaccia fatto pervenire dal governo cinese. Comunque si risolva la questione, la sola notizia dell’iniziativa della Pelosi ha messo nei guai l’amministrazione Biden, che si troverà a pagare le conseguenze sia dell’effettuazione della visita sia di una eventuale cancellazione.

Ogni compleanno che si rispetti ha parole e musiche a celebrarlo e i compleanni del Sandinismo non fanno eccezione. La canzone che si ascolta per le strade del Nicaragua è canzone romantica. I diritti d’autore sono del FSLN, uno dei partiti meglio organizzati del continente. Parole e musica sono l’epopea del sandinismo e i suoi interpreti. Una festa collettiva, un debordare di volti, suoni, colori e sorrisi. Tutto si mescola sul cielo che, come una cappa, ci ricorda che siamo ai Tropici dove il marxismo tropicale governa anche con l’allegria.


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