Viviamo in un mondo paradossale: in pochi giorni il valore delle azioni della Rheinmetall, produttrice degli ormai famosi carri armati Leopard, apportatori di morte e di distruzione, è cresciuto enormemente, mostrandoci che anche queste ultime costituiscono un affare impermeabile ai principi etici. Nello stesso tempo, dal 24 gennaio le lancette dell’orologio dell’apocalisse, inventato dai fondatori del Bullettin of Atomic Scientistis, fondato da Albert Einstein e dagli scienziati dell’Università di Chicago nel 1945, indicano che mancano solo 90 secondi alla fine del mondo e dei suoi abitanti.

Una nuova massiccia mobilitazione di lavoratori, studenti e pensionati ha confermato questa settimana l’avversione dilagante in Francia nei confronti non solo della “riforma” del sistema pensionistico voluta da Emmanuel Macron, ma dell’intera politica economica ultra-liberista del presidente, per non parlare del coinvolgimento di Parigi nel conflitto ucraino. Se non ci sono come al solito dati certi sulla partecipazione, non sembrano esserci dubbi che il numero dei francesi scesi nelle piazze di decine di città è stato ancora più alto rispetto allo sciopero generale del 19 gennaio scorso. Il governo appare comunque determinato a mandare in porto il provvedimento che innalzerà l’età pensionabile e gli anni di contributi necessari, ma gli equilibri in parlamento rimangono incerti e molto dipenderà dalla resistenza dei lavoratori nelle prossime settimane.

La Nato ha deciso le nuove quantità e tipologie di sistemi d’arma da fornire all’Ucraina. La lista è corposa. I più importanti? Sistema di difesa aerea Samp-T e batterie Patriot, Hummer statunitensi, Challenger britannici, Leopard tedeschi, sistemi mobili Avenger, elicotteri Mi-17 e Sea King, droni, missili Stinger, missili Starstreak, Araam e Brimstone. Un dispositivo che basterebbe per un esercito di dimensioni doppie rispetto a quello ucraino, già decimato in un anno di guerra da perdite presumibili intorno ai 300.000 uomini.

Si va verso l’escalation del conflitto che ha l’Ucraina come teatro e Washington come regia. Simbolico che Berlino abbia deciso una escalation militare contro la Russia proprio nel 78esimo anniversario dell’apertura dei cancelli di Aushwitz da parte dell’Armata Rossa.

L’invio di carri armati da combattimento al regime di Zelensky è l’ultima linea rossa oltrepassata dai paesi NATO nel conflitto ucraino. Il via libera dei governi di Stati Uniti e Germania apre la strada alla fornitura di mezzi che, di per sé, faranno poco o nulla per ribaltare gli equilibri della guerra. L’aspetto cruciale della decisione rimane piuttosto quello della reale strategia – o assenza di essa – su cui dovrebbe basarsi lo sforzo occidentale a favore della causa ucraina.

L’arrivo dei “tank” tedeschi (Leopard) e americani (Abrams) sul campo di battaglia rappresenta oggettivamente un nuovo livello di provocazione nei confronti di Mosca. In particolare perché l’approvazione da parte di Berlino e Washington è arrivata letteralmente pochi giorni dopo che esponenti di entrambi i governi e dei rispettivi vertici militari erano sembrati escludere l’opzione del trasferimento di carri armati a Kiev, in primo luogo per evitare l’aggravarsi dello scontro con la Russia.

Si è da poco concluso il Foro di Davos, che anche quest’anno ha riunito i poderosi circondati da quelli che sperano ancora di esserlo. La conta di chi non c’era ha superato quella del chi c’era, l’incontro comincia a diventare demodé. Sono arrivati su jet privati ed hanno soggiornato nel lusso, masticando ogni ben di dio: ma ricette economiche diverse di fronte a scenari decisamente diversi non ne sono arrivate e, come era prevedibile, il summit dell’establishment globalista ha solo estromesso i russi come le consorterie internazionali palesi ed occulte domandano.

L’aspetto che emerge dalla riunione sulle montagne svizzere è  indifferenza ai dati e ai numeri che smentiscono le tesi faziose e strampalate dell’establishment occidentale, che ha tenta di trasformare in una sua straripante vittoria la peggiore crisi economica, politica, concettuale e militare della pur breve storia del globalismo.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy