di mazzetta

Solo cinque anni fa l'ONU aveva ancora una parvenza di organismo internazionale ed era tutti i giorni sulle nostre prime pagine. L'Iraq era appena stato invaso e tra l'ONU e gli Stati Uniti era in corso una vera e propria guerra. L'ONU e l'AIEA sostenevano con forza che non esistesse alcun motivo tra quelli vantati da Bush per invadere l'Iraq: ciò nonostante Bush invase l'Iraq e l'ONU si trovò sconfitta. Da quel momento sono passati pochi anni, durante i quali gli Stati Uniti hanno letteralmente dirottato l'organizzazione, distruggendola insieme a quel che restava del diritto internazionale. Tutto questo è avvenuto nel silenzio complice dell'Occidente che, almeno in teoria, ha tutto da guadagnare con una ONU asservita ai propri interessi. Un silenzio fragoroso se si pensa che negli anni precedenti l'invasione irachena l'ONU era oggetto di furiose critiche da parte dell'apparato propagandistico neoconservatore, mentre oggi che è agli stracci tutto tace.

di Bianca Cerri

Lo scandalo del Santa Rita, la clinica milanese dove un gruppo di medici effettuava interventi chirurgici non motivati, al fine di incassare indebiti rimborsi, ha subito riacceso il dibattito sull’urgenza di trasformare la sanità italiana, magari equiparandola a quella statunitense. Meglio dunque chiarire fin da subito che la pratica di truffare le assicurazioni seviziando corpi umani è nata proprio negli Stati Uniti, dove molte cliniche si servono di mediatori per reclutare disperati pronti a fare qualunque cosa pur di sopravvivere o modesti lavoratori che non riescono più a sfamare la famiglia con il loro salario disposti a sottoporsi ad un’operazione qualunque in cambio di un compenso in denaro. Si tratta di un giro d’affari stratosferico, che ha il suo punto nevralgico nella California del Sud. Una sola cavia può servire più volte a truffare le assicurazioni.

di Mario Braconi

Ragionare di diritti umani significa parlare di priorità non negoziabili, assolute, inderogabili: eppure proprio nell’anno in cui si festeggia il sessantesimo anno della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Amnesty International presenta un rapporto in cui è costretta a fare i conti con gli scarsissimi progressi conseguiti in tutto il mondo in tale materia: “I leader mondiali devono porgere le proprie scuse per non aver realizzato la promessa di giustizia e uguaglianza contenuta nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Negli ultimi sei decenni molti governi hanno mostrato di privilegiare l'abuso di potere e interessi egoistici piuttosto che il rispetto dei diritti dei popoli che rappresentano.” Secondo Amnesty, se Russia e Cina ce l’hanno messa tutta per mantenere un buon piazzamento nel campionato del vilipendio ai diritti umani, un posto d’onore su quel podio spetta agli Stati Uniti che, a dispetto dei reiterati quanto ipocriti richiami a libertà e democrazia del loro governo, continuano a tenere una condotta caratterizzata da gravissime violazioni (tortura, detenzioni arbitrarie, interrogatori segreti, “amicizie pericolose” con i peggiori tiranni del mondo ecc…).

di Eugenio Roscini Vitali


La storia insegna che il fondamentalismo arabo-palestinese e il sionismo ebraico hanno sempre puntato, anche se in ottica e in momenti diversi, alla creazione di un solo Stato, un’entità politica totalmente dominata da arabi o ebrei. La storia insegna anche che il problema israelo-palestinese è figlio della secolare persecuzione subita dal popolo ebraico, della trasformazione del sentimento antiebraico in antisemitismo avvenuta nella seconda metà del XIX secolo e dalla sconsiderata spartizione del Medio Oriente decisa a tavolino dai vincitori della Grande guerra. La storia più recente insegna poi che gli sforzi fatti dalla comunità internazionale affinché i due popoli sottoscrivessero una pace condivisa sono stati vani, soprattutto perché le proposte prevedono la creazione di due Stati e grandi rinunce ma non assicura la soluzione del problema. A questo si aggiunge la manipolazione indiscriminata che alcuni personaggi della politica internazionale fanno del problema israelo-palestinese; un uso smodato della retorica e della morale che spesso rasenta il cinismo più assoluto.

di Bianca Cerri

A Berkeley, storica università della California che negli anni ’60 vide la nascita dei movimenti pacifisti, gli studenti non vogliono che i marines vengano a cercare gente da arruolare nel loro campus. Ma quello che desiderano più di ogni altra cosa è che John Yoo, uno dei professori della facoltà di giurisprudenza, se ne vada il più lontano possibile. Un desiderio che per la verità è condiviso da molti dei colleghi di Yoo. Il consiglio accademico ha però già fatto sapere che i professori non possono essere espulsi a piacimento, neppure se la loro etica in qualità di consiglieri della Casa Bianca è discutibile. Solo cinque volte in tutta la sua storia l’università di Berkeley è ricorsa al licenziamento, ma si trattava di docenti che avevano allungato le mani sulle studentesse o nuociuto al prestigio dell’ateneo. Nel caso di Yoo, anche il rettore ha le mani legate. I suoi trascorsi di apologeta dell’estrema destra e l’appartenenza ad una congrega fascista composta da neo-cons che vorrebbero trasformare le leggi americane un nuovo Mein Kampf, non fanno testo. L’unica maniera per rimuovere Yoo dal suo posto è denunciarlo ad un tribunale internazionale come criminale di guerra, visto che di presupposti ce ne sono in abbondanza.


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