di Bianca Cerri

Lo scandalo del Santa Rita, la clinica milanese dove un gruppo di medici effettuava interventi chirurgici non motivati, al fine di incassare indebiti rimborsi, ha subito riacceso il dibattito sull’urgenza di trasformare la sanità italiana, magari equiparandola a quella statunitense. Meglio dunque chiarire fin da subito che la pratica di truffare le assicurazioni seviziando corpi umani è nata proprio negli Stati Uniti, dove molte cliniche si servono di mediatori per reclutare disperati pronti a fare qualunque cosa pur di sopravvivere o modesti lavoratori che non riescono più a sfamare la famiglia con il loro salario disposti a sottoporsi ad un’operazione qualunque in cambio di un compenso in denaro. Si tratta di un giro d’affari stratosferico, che ha il suo punto nevralgico nella California del Sud. Una sola cavia può servire più volte a truffare le assicurazioni. Julio Hernandez è un immigrato ispanico che in cinque mesi è stato sottoposto a cinque diversi interventi. Ammette che non ne aveva alcun bisogno, ad allettarlo sono stati i mille dollari per intervento che gli erano stati promessi, un miraggio per chi, come lui, aveva perso il lavoro e per mangiare era costretto a fare la fila fuori dalle mense delle missioni. Ora però la salute di Hernandez non è più quella di un tempo. I medici, dice, non lo avevano avvertito delle probabili conseguenze e, non conoscendo bene l’inglese, lui non aveva potuto chiedere informazioni.

Il reclutamento delle cavie avviene in tempi brevi: il mediatore gira nei quartieri dove vivono gli immigrati o cerca tra i suoi conoscenti persone disposte a fare da cavie. Se l’affare è concluso, le due parti si rivedranno il venerdì successivo. L’ingresso nelle cliniche deve infatti avvenire di sabato, quando in giro ci sono meno occhi indiscreti. Il trasferimento avviene a bordo di una macchina a noleggio guidata dal mediatore. I finti pazienti passeranno una notte in un motel nei pressi della clinica. Il giorno successivo verranno ricoverati, sottoposti ad un intervento scelto dal medico e dimessi nelle successive 48 ore. La clinica invierà poi il conto alle assicurazioni o alla Medicaid, il programma varato per l’assistenza sanitaria ai nullatenenti.

Un altro tipo di frode consiste nel reclutare persone che abitano in uno stato per operarle in un altro. Ad esempio, per un intervento di plastica correttiva del setto nasale in Arizona è previsto un rimborso di 5000 dollari ma se la stessa operazione viene praticata in una clinica della California la cifra sale a 25.000, una colon-scopia il cui costo si aggira sui 500/1000 dollari può renderne fino a 40.000 se praticata fuori sede. Il rimborso è corrisposto direttamente al paziente che a sua volta girerà l’assegno alla clinica dopo aver trattenuto la sua parte.

Nel 2007, i titolari della Buena Park Clinic che avevano guadagnato più di trenta milioni di dollari operando persone perfettamente sane sono stati arrestati assieme ad una coppia di coniugi vietnamiti che agivano da mediatori e ora rischiano fino a 55 anni di carcere. L’FBI sta intanto indagando su altri 1.165 casi simili. D’altra parte, quando l’unico incentivo per un medico è il guadagno economico la vita del paziente diventa un optional. Secondo la Health Service Research, che raccoglie i dati statistici in materia di sanità, almeno il 20% degli interventi chirurgici che vengono eseguiti negli Stati Uniti ogni anno serve soltanto a beneficiare i medici. Per le calcolosi si arriva addirittura al 40%.

Tuttavia il vero problema non riguarda tanto le assicurazioni ma la media di dodicimila pazienti che ogni anno muoiono per le conseguenze di un’operazione superflua e le altre migliaia che riportano menomazioni irreparabili. Una cosa è certa: c’è qualcosa di profondamente sbagliato in un paese che trasforma il suo
sistema sanitario in un campo di tortura e permette ai medici di tagliuzzare poveri e ammalati per il proprio tornaconto. Vuol dire che anche il resto della società è stato trasformato in una macchina infernale pronta a schiacciare il valore della vita umana.

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