di Elena Ferrara

Cento morti per l'opposizione, "solo" dieci per i cinesi. Quali che siano le cifre della rivolta e della repressione, soffia ormai il vento del boicottaggio sulle Olimpiadi 2008 che si terranno a Pechino a partire dall’8 agosto. L’occasione per avviare una campagna anticinese viene dal Tibet dove i monaci di Lhasa scendono in piazza dando vita a manifestazioni contro il governo e contro il Partito Comunista. Le rivendicazioni sono quelle di sempre: autonomia totale dalla Cina, formazione di una repubblica autonoma basata sull’autorità del settanduenne Dalai Lama. Le autorità locali rispondono sostenendo che i disordini sono orchestrati dalla “cricca del leader spirituale Dalai Lama”. Ma si tratta di accuse che un portavoce del governo tibetano in esilio in India definisce “totalmente infondate”. E mentre infuriano le polemiche a livello diplomatico, si registrano sul campo del Tibet nuovi scontri con morti e feriti. La repressione è dura e l’informazione è lasciata agli inviati e ai corrispondenti dell’emittente della Cia - Radio Free Asia - da sempre impegnati nelle regioni tibetane e al lavoro nei vari monasteri. Si sta giocando, quindi, una grossa partita perchè l’occasione delle Olimpiadi fornisce un’ottima cassa di risonanza per quei tibetani che non hanno mai accettato il potere cinese.

di Giuseppe Zaccagni

Il Vaticano avvia il restyling dell’informazione. Partono siti Internet benedetti dal Papa; si rivedono gli imprimatur ai cataloghi delle case editrici fedeli al Vaticano; si ristrutturano i programmi di propaganda religiosa, via etere, per tutto il mondo. E subito “L’Osservatore romano” - pur restando fedele a quel suo motto latino “Unicuique suum. Non praevalebunt” - si allinea e annuncia l’arrivo di un nuovo direttore, Giovanni Maria Vian, che impone la svolta editoriale richiesta dal capo del Vaticano. Vian - nato nel 1952 - ha un curriculum di tutto rispetto. Insegna dal 1991 Filologia patristica all'università di Roma “La Sapienza”. Dal 1999 è membro del Pontificio comitato di scienze storiche. Dal 1976 collabora con l'Istituto della Enciclopedia Italiana, dove ha curato il settore religioni della “Piccola Treccani”. Ha studiato l'interpretazione della Bibbia nel giudaismo e nel cristianesimo antichi, il giudaismo ellenistico, l'arianesimo latino, il problema della santità e dei simboli nel cattolicesimo tra Ottocento e Novecento, il papato in età contemporanea. Ha pubblicato una settantina di studi. Ma ora è noto per aver appoggiato le proposte di Giuliano Ferrara per una moratoria sull’aborto e per aver ribadito, con una intervista a Il Giornale, di essere per il rifiuto dell’aborto e dell’eutanasia, per la promozione della famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra uomo e donna, per la tutela della vita fin dal concepimento.

di Carlo Benedetti

MOSCA. Le forze militariste dell’occidente definiscono l’appuntamento come “la primavera della Nato”. Una “nuova” stagione che dovrebbe iniziare il 2 aprile prossimo quando nella capitale romena, Bucarest, si svolgerà - come annuncia il segretario generale dell’Alleanza, Jaap de Hoop Scheffer - “il più grande summit mai realizzato”. Sarà una prova di forza che vedrà la presenza dei 26 stati membri dell’organizzazione, ma con una partecipazione nettamente superiore a quella dei vertici precedenti. Ci saranno oltre 6.500 invitati e 3.500 giornalisti. Attesi 48 capi di stato e di governo tra cui il presidente americano George W.Bush. Viene avanti, in questo ambito, anche l’ipotesi di una presenza del presidente russo Putin. Che chiuderebbe così il periodo della sua gestione del Cremlino manifestando una certa attenzione agli ambienti atlantici che bussano già alle porte del suo successore. Bucarest quindi attende anche l’ospite russo ben sapendo che le relazioni con Mosca non possono certo dirsi distese.

di Cinzia Frassi

Dal caso Parmalat ai rifiuti campani, la class action fa parlare di se ancor prima di essere realtà. In estremis, alla vigilia del Natale scorso, tra i meandri della Legge Finanziaria, dove ha trovato una frettolosa quanto lacunosa formulazione, la tanto acclamata azione risarcitoria collettiva è stata più che altro il cavallo di battaglia di molti ed un’occasione per gonfiare il petto per altri. Perchè non ha molto a che fare con quella class action che richiama alla mente il rimedio collettivo americano. Alla fine di febbraio, a conclusione del convegno intitolato “L’azione collettiva a tutela dei consumatori: opportunità e prospettive”, organizzato a Roma dal Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU) il ministro Pier Luigi Bersani, a conclusione dei lavori, si dimostra soddisfatto: in sostanza afferma che l’Italia ha fatto non solo un passo avanti rispetto al resto dell'Europa in tema di difesa dei consumatori ma anche un grande salto di qualità. La legge è da molti considerata una “legge di straordinaria portata innovativa”.

di mazzetta

Continua senza senso apparente l'occupazione etiope della Somalia su mandato americano. La situazione nel paese è pessima: più di un anno di occupazione etiope ha cementato i somali contro l'invasore, mentre il governo fantoccio imposto da Washington è andato in pezzi e fatica persino a dare segni d'esistenza, non parliamo di operatività. Sparito nell'oblio l'ex premier Ghedi, con il presidente Yusuf travolto dalla malattia e dai problemi nel suo feudo locale, la Somalia è priva di un governo in grado di allacciare un dialogo con la società somala, ormai compattamente ostile all'Etiopia e agli Stati Uniti. Etiopia che ormai esercita la sua sovranità sul paese esclusivamente per mezzo della repressione militare, violando qualche decina di articoli che regolano le responsabilità degli occupanti verso le popolazioni dei territori occupati, ma nemmeno questo suona come una novità.


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