di Carlo Benedetti

Avviene ancora una volta nel Caucaso. A cadere sotto i colpi della guerriglia cecena è Natalia Estemirova, una giornalista russa (50 anni, un figlio e una madre che era stata mandata a russificare il Caucaso) di grande coraggio e prestigio. L’hanno uccisa a colpi di pistola e il suo corpo è stato trovato mercoledì sera in un bosco caucasico, vicino al villaggio di Gazi-Ur, nei pressi di Nazran, nella Repubblica russa dell'Inguscezia, lungo l'autostrada. Era stata sequestrata in mattinata davanti alla sua casa di Grozny capitale della Cecenia. Si occupava dal 1999 delle vicende della guerra del Cremlino ed era sempre sulla pista delle persone rapite e sulle vicende di torture e uccisioni. E per l’impegno dimostrato aveva ricevuto un premio intitolato all’altra giornalista uccisa, Anna Politkovskaja. Vittima anche lei dei killer legati alle vicende cecene.

di Michele Paris

Dopo giorni di attesa è stato finalmente reso noto il programma segreto della CIA, autorizzato da George W. Bush fin dal 2001 e sottratto intenzionalmente alla conoscenza del Congresso degli Stati Uniti per ordine del vice-presidente Dick Cheney. La denuncia era partita dall’attuale direttore della principale agenzia di intelligence americana - Leon E. Panetta - il quale era venuto a conoscenza del piano solo il 23 giugno scorso, per poi cancellarlo definitivamente. Il progetto prevedeva la formazione e l’invio di piccole squadre speciali in paesi esteri per assassinare impunemente membri di spicco di Al Qaeda, o presunti tali. Sebbene mai sviluppato né portato a termine a causa delle enormi implicazioni legali, politiche e morali, il piano segreto della CIA ha riportato prepotentemente al centro del dibattito negli USA la questione delle responsabilità della precedente amministrazione nelle innumerevoli violazioni del diritto internazionale operate nel nome della lotta al terrorismo.

di Alessandro Iacuelli

I missili nordcoreani, progressivamente nel tempo, sarebbero diventati più precisi e tecnologicamente più affidabili. Il 4 luglio, il giorno dell'indipendenza americana, dalla Corea del Nord sono stati lanciati sette missili, quasi in segno di sfida, vista la scelta della data. La reazione maggiore arriva però dall'altra Corea e dal vicinissimo Giappone. E' infatti da questi due Paesi che arriva il segnale d'allarme per i progressi realizzati in tempi considerati brevi, nonostante le sanzioni economiche in atto da tempo contro il regime di Pyongyang. Cinque dei sette missili lanciati dalla Corea del Nord sono finiti nel mezzo del Mar del Giappone, a circa 420 chilometri di distanza dalla base di lancio, secondo un funzionario del governo sudcoreano. In passato non era mai successo, ed i lanci erano sempre stati peggiori. Sempre secondo lo stesso funzionario, questo è il segnale che "la precisione dei missili è in miglioramento".

di Carlo Benedetti

L’Aquila ora è lontana. Polemiche e fasti alle spalle. Le macerie sono dove erano. Le first-lady hanno fatto shopping. Berlusconi incassa. I “grandi” del mondo tornano nei loro mondi. E due di loro in particolare - i più grandi di tutti, Obama e Medvedev - si trovano a fare i conti con strategie politiche e diplomatiche che si riferiscono non più al periodo del dopo-guerrafredda, ma alle strutture dei nuovi orizzonti. C’è, infatti, un rinnovamento delle classi dirigenti che tocca Washington e Mosca e del quale bisogna tener conto. L’americano ha formato da poco la sua squadra e deve risolvere i danni commessi da quella Rice che si presentava come esperta dell’Est; Medvedev, pur se già insediato da tempo al Cremlino, deve egualmente rivedere molte strategie inquinate dalla gestione di Putin.

di Luca Mazzucato

TEL AVIV.Nel cuore della capitale israeliana, il quartiere un tempo palestinese di Giaffa sta subendo una rapida trasformazione. Famiglie palestinesi vengono sfrattate e le loro case demolite, per far posto a lussuosi residence per ebrei. E persino ad un nucleo di coloni estremisti provenienti dagli insediamenti smantellati a Gaza nel 2005. Si tratta di vera e propria pulizia etnica, mascherata da semplice mercato immobiliare. Ne parliamo con Gen, un'attivista di origine canadese, che insieme al marito Fadi Shbaytah fa parte del Comitato Popolare contro la demolizione delle case di Giaffa. Di origine canadese, Gen abita a Giaffa da molti anni. Ci accoglie nella sede del Comitato, dove un gruppo indaffarato di palestinesi ed ebrei stanno dando aiuto legale alle famiglie povere del quartiere, minacciate di sfratto.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy