di Roberta Folatti

Una bella congrega di matti

E' sottile il confine tra la rappresentazione realistica e la caduta nel macchiettistico quando si entra in un campo delicato come il disagio mentale. E lo è ancora di più se si decide di virare verso la commedia, se si vuole affrontare un argomento così scabroso mantenendo il sorriso.

di Roberta Folatti

La parabola triste del leader dei Joy Division

E’ quella sensazione di spaesamento, di perdita di controllo sulla propria vita che lo rende fragile e indifeso. Come trovarsi su un auto che prende improvvisamente velocità e accorgersi di non poter azionare i freni. Ci si scopre spettatori della propria esistenza, ci si guarda dal di fuori stentando a riconoscersi.

di Roberta Folatti

Amare è un’arte

Gaudì, la frenesia creativa di Barcellona, il contrasto tra due culture diverse come quella americana e quella spagnola. Nei modi di amare, di concepire l’esistenza, di affrontare relazioni sentimentali.

di Roberta Folatti

Due ore senza pensieri

E’ un inno alla leggerezza, alla voglia di non prendersi sul serio. Un invito a tentare strade percorse solo con l’immaginazione. Un florilegio di creatività.
Ve lo dice una che non ama i musical e non ama neppure gli Abba. Però Mamma mia! è talmente spiritoso, ben girato, con delle coreografie accattivanti e un cast azzeccato da conquistare anche i più scettici. E poi c’è una sorprendente Meryl Steep che, con le sue due amiche del cuore più o meno coetanee, si scatena come non ha mai fatto nella sua carriera, trasmettendo al pubblico un’energia e un divertimento insoliti.

di Roberta Folatti

Donne di secoli diversi

E’ il remake di uno dei miei film preferiti, “Donne” di George Cukor, girato negli Stati Uniti nel 1939, quasi un secolo fa ormai...
Il filo conduttore è il medesimo ma naturalmente The women, essendo ambientato ai giorni nostri, è tutt’altra cosa. Riscritto completamente dalla sceneggiatrice, regista e produttrice Diane English, con dialoghi assolutamente moderni, mantiene l’idea originale di un cast tutto femminile: la controparte maschile viene solo nominata, vagheggiata, dileggiata. Spesso anche trascurata per la verità. Insomma non si vede un uomo per tutta la durata della pellicola!


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