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Per una volta il divertimento vince sulla tattica. Juventus-Inter finisce 1-1 e regala uno spettacolo ormai insolito per la Serie A: due squadre che si affrontano a viso aperto, aggredendosi a vicenda, senza aspettare. Pronti, partenza, via e i bianconeri passano in vantaggio con un tap-in di Tevez su un assist circense di Vidal, che si auto-lancia di tacco. Nella prima frazione la Signora ha il controllo e potrebbe (dovrebbe) raddoppiare, ma non trova più la strada del gol, nonostante la pioggia di errori in disimpegno di Ranocchia e Juan Jesus.
Nella ripresa la capolista cala atleticamente e l'Inter ne approfitta, trovando il pari con un inserimento centrale di Icardi che beffa Chiellini e Buffon. Nell'ultima mezz'ora le squadre si allungano e collezionano occasioni: la più clamorosa finisce ancora sui piedi dell'attaccante nerazzurro, che spreca in allungo un bell'assist dell'esordiente Podolski. L'Inter aggancia l'Udinese a metà classifica salendo a 22 punti, mentre la Juve arriva a quota 40 e vede ridursi a una sola lunghezza il vantaggio sulla Roma.
Nel pomeriggio i giallorossi hanno ragione proprio dei friulani, ma tra i veleni. Il gol partita è frutto di un colpo di testa di Astori che sbatte sulla traversa e poi si stampa nei pressi della linea. Dentro o fuori? Nemmeno la tecnologia di Sky scioglie il dubbio, ma alla fine conta solo la decisione dell'arbitro, che convalida nonostante il parere contrario del giudice di porta. Meno dubbi, invece, sul rigore non concesso agli uomini di Stramaccioni per un fallo plateale di Emanuelson su Kone.
Al terzo posto in classifica il Napoli agguanta la Lazio a 30 punti, facendo un sol boccone del malandato Cesena, ora ultimo a quota nove. In Romagna gli azzurri dilagano 4-0 con le reti di Callejon, Higuaìn (2 volte) e Hamsik, tenendo così il passo dei biancocelesti, che meno di 24 prima avevano annichilito 3-0 all'Olimpico la Sampdoria grazie a una prestazione memorabile di Felipe Anderson, autore di un gol da fuori e di due assist in serpentina, uno per Parolo e uno per Djordjevic.I blucerchiati si fanno così raggiungere a 27 punti dai cugini del Genoa, capaci di rimontare il doppio vantaggio iniziale dell'Atalanta. A Marassi aprono le danze per i bergamaschi Zappacosta e Maxi Moralex, mentre Iago Falque e Matri riequilibrano il risultato per i rossoblu. Nel finale Sportiello va a un passo dal completare la rimonta con una cannonata da fuori, che però viene neutralizzata dal portiere.
Il passo falso della Samp dava anche al Milan l'occasione del sorpasso, ma i rossoneri la sprecano lasciandosi rimontare a San Siro dal Sassuolo (23 pt) e rimanendo inchiodati a quota 25. Illusi dal gol di Poli in avvio, gli uomini di Inzaghi incassano prima il pareggio di Sansone (abile ad approfittare di un fuorigioco sbagliato dalla retroguardia dei padroni di casa), poi un eurogol di Zaza, che sfrutta i blocchi dei compagni e fulmina Diego Lopez con una volée formidabile dal limite dell'area.
Il Milan si fa così agganciare dal Palermo, che travolge 5-0 in casa il Cagliari. Per Zola è un esordio da incubo sulla panchina dei sardi, che giocano due terzi della partita in 10 per l'espulsione di Conti e incassano le reti di Morganella, Muñoz, Dybala (2 volte) e Barreto.
Con questo risultato i rosanero superano anche la Fiorentina, battuta di misura dal Parma con un colpo di testa di Costa da calcio d'angolo. Alla vittoria degli emiliani, che salgono a 9 punti, ha contribuito però in modo determinante l'incantesimo che sembra perseguitare Gomez. Anche stavolta l'attaccante viola sbaglia l'impossibile sottoporta, compreso un calcio di rigore, tirato come peggio non si potrebbe e parato da Mirante.
Chiudono il quadro della giornata i due brutti 0-0 di Chievo-Torino e Empoli-Verona. Curiosità: per i toscani, in casa, si tratta del terzo pareggio consecutivo a reti bianche.
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Per l'Inter 2.0 di Mancini il pareggio in rimonta ottenuto ieri sera contro la Lazio conta molto più della prima e finora unica vittoria (ottenuta contro il Chievo). Il posticipo di San Siro parte come peggio non potrebbe per i nerazzurri, bucati dopo un minuto e costretti a chiudere il primo tempo sotto 0-2 dopo le prodezze del risorto Felipe Anderson. Nella ripresa, però, la musica cambia: l'Inter reagisce di prepotenza, mettendo sotto gli avversari su ogni pallone, e trova il pari grazie a un eurogol di Kovacic (bomba al volo da fuori area, e da fermo) e alla zampata di Palacio, che torna a segnare dopo sette mesi (l'ultima vittima, a maggio, era stata sempre la Lazio).
Un carattere impensabile ai tempi di Mazzarri, che porta la chiara impronta del Mancio, pur colpevole di alcuni evidenti errori iniziali nella formazione (resta inspiegabile Vidic in panchina). I nerazzurri arrivano così a 21 punti, esattamente a metà classifica, mentre i biancocelesti salgono a 27, sprecando l'occasione di salire al terzo posto in solitaria a causa dell'ennesimo crollo atletico e mentale nel secondo tempo.
La squadra di Pioli viene quindi raggiunta dal Napoli (vittorioso 2-0 venerdì sul Parma), così come la Sampdoria, fermata sul pari dall'Udinese (a quota 22). Quella di Marassi è la partita della giornata: i blucerchiati passano con Obiang, poi i friulani ribaltano il risultato in tre minuti con Geijo e Danilo, infine Gabbiadini fissa il punteggio sul 2-2 con una zuccata da grande centravanti. Nel finale, altra pioggia di occasioni: entrambe le squadre hanno la chance di vincere, ma alla fine il pareggio è giusto.
Molto più amaro il pomeriggio del Genoa, che a Torino passa in vantaggio nel primo tempo con Iago Falque, ma nella ripresa si fa rimontare dai granata, che vincono grazie a una doppietta di rapina di capitan Glik. La squadra di Gasperini (26 pt) incassa il secondo ko consecutivo e scende così dal treno del terzo posto, mentre il Toro sale a quota 17.Nelle zone alte della classifica, la notizia è che la Juventus torna a tre punti dalla Roma (39 a 36). Nell'altro match di venerdì i bianconeri fanno un sol boccone del Cagliari di Zeman con un 3-1 esterno di cui rimane nella memoria il destro a giro dalla distanza firmato Vidal. I giallorossi, invece, non vanno oltre lo 0-0 nel posticipo di sabato contro il Milan, incapaci di sfruttare una buona mezzora in superiorità numerica dopo l'espulsione di Armero.
Fra le partite della domenica, sorprendono i risultati dei due derby in programma. Quello veronese è vinto dal Chievo, che passa nel finale con un gol in fuorigioco di Paloschi e si porta così a 16 punti, ad appena una lunghezza proprio dall'Hellas. Nello scontro fra le toscane, invece, la Fiorentina (24 pt) spreca l'ennesima occasione. Agli uomini di Montella non basta il ritorno al gol di Vargas: Gomez è ancora allergico alla rete (solo un palo per lui), mentre Cuadrado non riesce a fare la differenza. Arriva quindi il pareggio dell'Empoli (17 pt), che passa con Tonelli e nel finale potrebbe addirittura vincere, ma spreca una doppia palla gol.
Completano il quadro dei risultati l'1-1 fra Sassuolo e Cesena (neroverdi in vantaggio con un rigore di Zaza, pareggiato al 94esimo di Ze Eduardo) e il pirotecnico 3-3 fra Atalanta e Palermo. Proprio quest'ultima partita regala il gol della giornata (a pari merito, forse, con la volée di Kovacic): la firma è di Vazquez, che s'inventa da fuori area un pallonetto vincente a fil di traversa. Un colpo che solitamente appartiene a gente come Totti o di Ibrahimovic.
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A dieci giorni dal Natale, le due genovesi portano a Roma un pacco regalo con dentro due punti. Quella dei giallorossi sembrava la partita più difficile, invece alla fine la squadra di Garcia vince a Marassi e approfitta del pareggio casalingo della Juventus contro la Sampdoria, portandosi così a un solo punto dalla capolista (36 contro 35).
Eppure, com'era prevedibile, contro il Genoa non è stata una passeggiata. L'uomo del match per i capitolini è Radja Nainggolan, che prima si procura un rigore facendo espellere il portiere avversario Perin, poi, una decina di minuti più tardi, segna il gol partita con una girata splendida dal limite dell'area. Poco importa che Ljajic si faccia parare il penalty da Lamanna, al primo pallone toccato in Serie A. Nella ripresa la Roma non sfrutta la superiorità numerica e rischia la beffa nel finale, me il pareggio al 92esimo di Rincon è in fuorigioco.
La mancanza di cattiveria costa invece molto caro ai bianconeri, che per la prima volta nel 2014 escono dallo Juventus Stadium senza la vittoria in tasca. Gli 11 di Allegri collezionano occasioni, ma riescono a sfruttare solo la più improbabile, passando con un colpo di testa del brevilineo Patrice Evra. Ma un gol contro questa Samp non basta. Due palloni finiscono sul sinistro al vetriolo di Manolo Gabbiadini (cartellino per metà della Juve): il primo s'insacca nell'angolino, il secondo viene miracolosamente deviato da Buffon.
I due risultati delle genovesi avvantaggiano anche la Lazio, che affianca proprio Samp e Genoa al terzo posto con 26 punti. Nell'anticipo di sabato sera, i biancocelesti travolgono l'Atalanta (14 punti) con un 3-0 maturato nella ripresa. Vanno a segno Mauri (due volte) e Lulic, ma per Pioli la più bella sorpresa è il risveglio della bella addormentata Felipe Anderson, che, con l'infortunio di Candreva, si è finalmente ricordato di essere uno che giocava nel Santos insieme a Neymar.
In quarta posizione, il Milan aggancia il Napoli battendo nello scontro diretto proprio gli azzurri. Il posticipo di San Siro finisce 2-0 per i rossoneri, a segno con Menez e Bonavenura. Il francese, all'ottavo gol in Campionato, conferma il suo stato di grazia saltando con continuità i tremebondi difensori partenopei. Ci mette del suo anche Benitez, che per 70 minuti lascia da solo in attacco un nervosissimo Higuaìn. L'argentino si rianima quando gli viene affiancato Zapata, ma ormai è troppo tardi.
A metà classifica altro passo falso dell'Udinese (21 punti), battuta in casa e in rimonta dal Verona (a quota 17), che non vinceva da otto partite. Come fossimo nel 2004, le prime due reti le segnano Di Natale e Toni (al 300esimo gol tra i professionisti), entrambi classe 1977. A decidere è però una botta a occhi chiusi del polisillabico greco Christodoulopoulos.
I friulani si fanno così sorpassare dalla Fiorentina, che sale a 23 punti grazie al rotondo e facile successo sul Cesena, travolto 4-1. Al Manuzzi i viola passano sulla squadra di Di Carlo grazie alle reti di Borja Valero, Savic, Gonzalo Rodriguez ed El Hamdaoui. Il montenegrino segna anche un'autorete, complice una papera di Neto.
Nelle retrovie, inutile e triste pareggio fra Parma e Cagliari, rispettivamente ultima e terzultima con 6 e 12 punti. Lo 0-0 finale non aiuta nessuna delle due squadre a rialzare la testa, ma è anche un risultato inevitabile quando a dominare in campo è la paura di perdere.
Aspettando Empoli-Torino e Chievo-Inter, chiude il quadro della giornata il 2-1 con cui il Palermo supera il Sassuolo nell'altro anticipo. Succede tutto ai due estremi della partita: Rigoni segna al terzo minuto, Pavoletti pareggia all'85esimo e nel recupero Belotti riporta avanti i rosanero, che salgono così a 21 punti, superando di due lunghezze proprio la squadra di Di Francesco.
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Con un retropassaggio suicida finito tra le fauci di Théréau, Palacio condanna l'Inter alla seconda sconfitta consecutiva. Nella giornata delle rimonte (sei in tutto), l'Udinese vince 2-1 il posticipo di San Siro e si rilancia in classifica a 21 punti, agganciando il Milan e staccando di 4 lunghezze proprio i nerazzurri. Gli uomini di Mancini giocano bene nel primo tempo, non concedono nulla e mettono pressione agli avversari, ma vanno a riposo con un solo gol di vantaggio, siglato da Icardi su imbucata di Guarin. La ripresa ha però un altro volto: l'Inter rallenta vistosamente, imballata a centrocampo e fragile come sempre in difesa, mentre i friulani si svegliano e trovano il pareggio con Bruno Fernandes. La follia del Tenza fa il resto.
Domenica amara anche per i cugini dell'altra metà di Milano, beffati a Marassi da una zuccata vincente dell'ex Antonelli. I rossoneri non hanno abbastanza muscoli per tenere testa alla corazzata Genoa, capace di un'intensità di gioco ormai sconosciuta a quasi tutta la Serie A. Per i rossoblu è il nono risultato utile consecutivo, che vuol dire anche terzo posto solitario con 26 punti.
A farne le spese è il Napoli, che in classifica si vede sorpassare di due lunghezze proprio dal Grifone. E dire che per gli azzurri poteva andare peggio. Al San Paolo, infatti, l'Empoli gioca un'ora di grande calcio: prima passa con Verdi, poi spreca due colossali occasioni, infine raddoppia con Rigoni. Di lì in avanti, però, i toscani scompaiono e i ragazzi di Benitez trovano il pareggio con i gol di Zapata e De Guzman. Proprio l'olandese nel finale si ritrova sui piedi la palla della vittoria, ma la spreca, così come Callejon e Higuaìn, che buttano al vento altri due match point.
I partenopei hanno ora un solo punto di vantaggio sulla Lazio (a quota 23), che sul campo del Parma torna alla vittoria. Anche in questo caso si tratta di una rimonta: al colpo di testa vincente di Palladino (arrivato dopo un gol ingiustamente annullato a Gobbi) i biancazzurri rispondono con il pareggio di Mauri allo scadere del primo tempo e con il primo gol in Serie A di Anderson nella ripresa. Alla fine, per i capitolini è il massimo risultato con il minimo sforzo, vista la scarsa resistenza degli avversari, che con il passare dei minuti si sfaldano mettendo in luce gigantesche lacune tecniche e tattiche. Per gli emiliani, sempre più ultimi con soli 6 punti, è la 12esima sconfitta su 14 partite.All'altro capo della classifica, Juventus e Roma continuano la loro corsa a tre punti di distanza (rispettivamente 35 e 32). Stavolta però, le prime della classe devono accontentarsi di due pareggi, anche se dal sapore diverso. I bianconeri non vanno oltre lo 0-0 a Firenze, ma recriminano per un rigore non dato su fallo di mano di Pizarro (che però arriva dopo analoghe proteste dei viola per una trattenuta in area di Chiellini su Gomez).
I giallorossi, invece, vengono fermati 2-2 in casa dal Sassuolo, ma tirano un sospiro di sollievo: dopo la doppietta di Zaza e l'espulsione di De Rossi, il punto incamerato grazie ai due gol di Ljajic nel finale vale oro.
In attesa di Cagliari-Chievo e Verona-Sampdoria, completano il quadro della giornata due partite rocambolesche: il 2-2 fra Torino e Palermo, con i siciliani raggiunti due volte (in rete Rigoni, Martinez, Dybala e Glik), e il 3-2 dell'Atalanta sul Cesena, che è la madre delle rimonte di giornata. I romagnoli, infatti, vanno in vantaggio per 2-0 con la bella doppietta del francese Defrel, ma vengono raggiunti e superati dalle reti di Benalouane, Stendardo e Maxi Moralez. Il gol partita arriva su un pasticcio imbarazzante dei difensori Capelli e Leali. Peggiore anche del retropassaggio di Palacio.
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Unite dalla stessa pioggia che bagna Torino e la Capitale, Juventus e Roma regalano alla Serie A due partite d'alto livello, di quelle che eravamo abituati a vedere fino a qualche anno fa, e con le rispettive vittorie su Torino e Inter continuano a guidare la classifica separate da soli tre punti (34 a 31). Il risultato più sofferto è quello dei bianconeri, che s'impongono all'ultimo respiro nel derby della Mole.
Nel primo tempo gli uomini di Allegri passano in vantaggio con un rigore di Vidal, pareggiato da un capolavoro memorabile di Peres, capace di correre da un capo all'altro del campo prima di scaricare un missile incrociato che scheggia il palo e s'insacca. Quella del Toro (12 punti) è una partita eroica, in stile Ventura: catenaccio granitico e contropiede. Quagliarella sfiora anche un clamoroso gol dell'ex, ma nel finale i granata subiscono la beffa più atroce: all'ultimo secondo del recupero, quando la Juve sembrava ormai imballata e rassegnata al pari, Pirlo indovina un destro chirurgico da fuori.
Meno tattica e più spettacolare la sfida dell'Olimpico, dove i giallorossi battono 4-2 l'Inter (17 punti). A fare la differenza è l'organizzazione di gioco: gli uomini di Mancini s'impegnano ma, senza Kovacic e Hernanez, a centrocampo mancano i piedi capaci di accendere la luce. In difesa, invece, evidentemente il problema non era Vidic: la linea nerazzurra è lenta, dormigliona, orfana un leader capace di chiamare i movimenti.
E gli attaccanti della Roma entrano che è una meraviglia: prima Ljajic e Gervigho combinano per l'1-0 passando entrambi davanti ai difensori interisti, poi Manolas divora in un sol boccone il duo Campagnaro-Ranocchia e scaraventa in porta. L'Inter però ha cuore e pareggia due volte: nel primo tempo con lo stesso Ranocchia, di testa da corner, nel secondo con una zampata deviata di Osvaldo, che poi scioccamente irride i suoi ex tifosi. Dopo due minuti dall'esultanza guascona dell'italoargentino, però, l'ennesimo colpo di sonno della difesa nerazzurra offre a Pjanic un cioccolatino da spingere in porta per il 3-2. Lo stesso bosniaco chiude i conti con una punizione mortifera in pieno recupero.
L'altra notizia di giornata è il risultato del Genoa, che - aspettando Sampdoria-Napoli - si gode 24 ore in solitaria al terzo posto con 23 punti. I gialloblu passano sul campo del Cesena (penultimo a quota 8) con i gol di Matri, Antonelli e Burdisso. A referto anche due calci di rigore sbagliati, uno per parte.
Un gradino sotto i liguri si rifà vivo il Milan, che torna alla vittoria dopo più di un mese e sale a 21 punti. Decisivo Menez, che condanna l'Udinese prima con un rigore, poi con un'azione personale. La squadra di Stramaccioni, dopo le scintille d'inizio stagione, scivola così a metà classifica, a 18 punti.
Il risultato di San Siro penalizza anche la Lazio (21 punti), che si fa scavalcare in classifica proprio dai rossoneri. Nell'anticipo di giornata, i biancazzurri non vanno oltre lo 0-0 sul campo del Chievo (terzultimo a quota 10), offrendo peraltro una prestazione che lascia più di un dubbio sulla preparazione atletica della squadra, ormai abituata a calare vistosamente fra primo e secondo tempo.Si avvicina a un punto dei capitolini la Fiorentina, trionfante 4-0 sul campo del Cagliari (11 punti). Il risultato sembra bugiardo, ma in realtà è coerente con la filosofia zemaniana: i sardi creano tonnellate di palle gol, ma per gli attaccanti non è giornata, mentre in difesa si moltiplicano le solite amnesie. Oltre a Mati Fernandes (autore di una doppietta) e a Cuadrado, segna perfino Gomez, interrompendo uno psicodramma che durava ormai da 259 giorni.
Non si arresta invece lo psicodramma del Parma, che perde l'11esima partita sulle 13 giocate ed è sempre più ultimo a quota 6. Stavolta gli uomini di Donadoni vengono sconfitti fuori casa dal Palermo (17 punti), che s'impone 2-1 con i gol di Dybala e Barreto, intervallati dall'inutile pareggio di Palladino.
Chiude il quadro della giornata la vittoria del Sassuolo, che rimonta la rete iniziale di Moras per il Verona con le marcature di Sansone e Taider. I neroverdi si proiettano a metà classifica con 18 punti, mentre i veneti - fermi a 14 - continuano nella loro lenta discesa.