di redazione

La Grande Bellezza è al Bernabeu, non qui da noi. Mentre in Spagna va in scena un clasico da strapparsi i capelli (3-4 del Barça a Madrid, Liga riaperta), in Italia la notizia è che la Fiorentina fa un passo importante verso l'Europa League. I viola battono il Napoli (ancora terzo a 58 punti) e consolidano la quarta posizione a quota 51, sfruttando la vittoria dell'Atalanta sull'Inter, che rimane quinta a 47 punti. La squadra di Montella passa al San Paolo con un gol nel finale di Joaquin, abile a sfruttare di testa l'inspiegabile crisi d'identità del portiere azzurro Reina, che improvvisamente si crede un terzino e inizia a inseguire Matri lasciando la porta sguarnita. 

Quanto agli undici di Mazzarri, la sconfitta casalinga con i bergamaschi è di quelle che bruciano come ferite cosparse di sale. La difesa dei nerazzurri è imbarazzante nel posizionarsi e regala due gol al pur bravo Bonaventura, che probabilmente non si aspettava tanta generosità dagli avversari. Il momentaneo pareggio di Icardi è bello ma conta poco, visto che anche in attacco l'Inter vive una giornata da incubo, con tre pali e una quantità impressionante di occasioni gettate al vento.    

Appaiato ai nerazzurri c'è il Parma, che al Tardini non riesce ad andare oltre l'1-1 contro il Genoa (gol di Cofie e Schelotto). Gli emiliani mettono a segno il 17esimo risultato utile consecutivo ed è lecito immaginare che da qui alla fine se la batteranno ad armi più o meno pari con l'Inter per l'ultimo posto in Europa. D'altra parte, è questo l'unico duello degno di nota che ancora ci regala il nostro Campionato.

In cima alla classifica, infatti, è calma piatta. La Juventus vince di misura a Catania (i siciliani restano ultimi con 20 punti) grazie a una rete di Tevez, mentre la Roma si sbarazza con facilità di un Chievo che nelle retrovie fa più acqua di un idrante (in gol Gervinho e Destro). Le prime della classe salgono quindi rispettivamente a 78 e 64 punti. Chievo ancora inguaiato al terzultimo posto insieme al Livorno, a quota 24.

Appena fuori dalla lotta per l'Europa, la Lazio - in settima posizione - sale a 42 punti dopo un anemico pareggio casalingo contro il Milan (mestamente dodicesimo a quota 36). All'Olimpico i rossoneri vanno in vantaggio con un auto-gollonzo di Konko, che devia un cross di Kakà con precisione chirurgica, spedendolo proprio in quei tre centimetri dove Berisha non può arrivare. Il pareggio arriva nel secondo tempo e porta la firma insolita di Gonzales, medianaccio che di testa firma il suo primo gol in stagione.

Appena sotto i biancocelesti, a 40 punti, viaggia la strana coppia Atalanta-Verona, due squadre che non potrebbero attraversare momenti più diversi. Se i bergamaschi si godono il trionfo incassato a San Siro, i veneti continuano il loro crollo verticale. Contro la Sampdoria (che scavalca il Milan portandosi a 37 punti) ne prendono addirittura cinque. Il più simpatico è quello di Renan, che spara in rete su assist involontario nientedimeno che dell'arbitro.

A metà classifica si risveglia il Torino, che torna al successo dopo quattro sconfitte consecutive. Lo fa con una tripletta di Ciro Immobile che liquida il Livorno e mantiene i granata in 10ima posizione, a 39 punti. Chiudono il quadro della giornata due 1-0: quello dell'Udinese sul Sassuolo (rete del solito Di Natale, che però sbaglia anche un rigore) e quello del Bologna sul Cagliari (a segno dal dischetto l'ipersillabico centrocampista greco Christodoulopoulos). I friulani salgono a 34 punti, mentre i neroverdi di Squinzi restano penultimi a quota 21. I rossoblù di Ballardini escono momentaneamente dalla zona retrocessione portandosi a 26 punti, mentre i sardi rimangono inchiodati a quota 29.

di redazione

Chi finge che la lotta scudetto riservi ancora qualche emozione o è uno juventino scaramantico o ha troppa fantasia. Le parate di Buffon e la magia di Pirlo hanno archiviato anche la praica Marassi, con il Genoa battuto e la classifica ulteriormente migliorata, sia in assoluto che relativamente alla distanza con le inseguitrici. E così, per l'ennesimo anno, il nostro Campionato offre qualche ragione d'interesse solo per quanto riguarda la corsa all'Europa League, a meno di non volersi appassionare alla gara fra Roma e Napoli per chi si sorbirà i preliminari di Champions. Poca cosa, ma bisognerà accontentarsi, visto che la decadenza finanziaria, atletica e tecnica della Serie A pare ormai inarrestabile.

Ad oggi, il più bel duello della nostra massima serie è quello fra Inter, Parma e Fiorentina: tre squadre per soli due posti nell'ex Coppa Uefa. I nerazzurri aprono le danze nel weekend e si portano a 47 punti grazie a una vittoria convincente sul temibilissimo campo del Verona. Gli uomini di Mazzarri passano 2-0 trascinati da una prestazione stupefacente dell'ex bidone Jonathan, autore di un bell'assist per Palacio e di un gol brutto ma divertente (la difesa non riesce a liberare, Johnny tira tre volte e alla fine insacca di mancina). Ma la vittoria della Fiorentina sul Chievo tiene comunque il biscione a 11 punti.

Ancora più sorprendente il Parma di Donadoni, che non sbaglia più un colpo: il 4-2 rifilato al Milan in quel di San Siro non è solo un'altra umiliazione cocente per Seedorf & Company, ma anche il 16esimo risultato utile consecutivo dei gialloblu, una striscia che ha fruttato 34 punti sui 46 finora messi in cascina dagli emiliani.

Gli ultimi sono tra i più belli: a Milano la partita si apre con una doppietta di Cassano (primo gol su rigore, con espulsione di Abbiati), prosegue con il pareggio dei rossoneri (testa di Rami, penalty di Balotelli) e finisce con il gol di tacco di Amauri e il colpo di grazia di Biabiany. Un trionfo per il Parma, una debacle per il Milan (fermo a 35 punti), che in estate dovrà rifondare la squadra, magari chiedendosi se non sia il caso di avere come guida tecnica un allenatore invece di un centrocampista.

In settima posizione si rivede la Lazio, che vincendo 2-0 sul Cagliari si porta a 41 punti e supera il Verona. I biancazzurri reagiscono alla sconfitta subita per mano dell'Atalanta all'Olimpico e archiviano al Sant'Elia la quarta vittoria esterna della stagione. Lulic e Keita bucano per due volte al centro la difesa dei sardi, che rimangono così a quota 29. Sempre a metà classifica, poco sotto i capitolini, continua a risalire la china l'Atalanta, capace di seppellire 3-0 in casa la Sampdoria (reti di Carmona, Bonaventua e Denis) e di staccarla così in classifica: 37 punti per i bergamaschi, 34 per i blucerchiati.

In coda alla classifica fa rumore il 3-1 del Sassuolo contro il Catania (in gol Berghessio, Zaza, Missiroli e Sansone), che consente ai neroverdi di arrivare a 21 punti, lasciando l'ultima posizione proprio ai siciliani (20 punti). Altro risultato fondamentale in chiave salvezza è il 2-1 del Livorno sul Bologna. Nonostante chiudano la partita in 9 contro 11, i toscani riescono a incamerare tre punti vitali: salgono a quota 24 e, scavalcando di un punto proprio i rossoblù, si portano momentaneamente fuori dalla zona retrocessione.

di redazione

La Juve non si ferma. Domenica, nella partita-ore-pasti, la Signora mette a segno la sesta vittoria consecutiva fra campionato e coppa battendo in casa la Fiorentina. Un successo arrivato di misura con un grandissimo destro di Asamoah, capace di scaraventare in rete dalla lunga distanza e da posizione defilata. I bianconeri archiviano la 14esima vittoria consecutiva allo Juventus Stadium e salgono così a 72 punti, continuando la propria marcia da rullo compressore. Situazione molto più preoccupante per i viola, che con la seconda sconfitta consecutiva non si schiodano da quota 45 e si vedono insidiare il quarto posto dall'Inter, ormai a un solo punto di distanza.

La Roma mette alle corde il Napoli di Benitez e perde la partita nell'ultima porzione di gara. Senza Totti e De Rossi i giallorossi giocano comunque un'ottima partita, ma la sterilità offensiva e un attimo di deconcentrazione risultano fatali. Il Napoli, che poteva andare a casa felice con un pareggio, resta comunque a distanza enorme dalla Juventus, ormai inavvicinabile.

 

L'Inter festeggia il 106esimo compleanno della società e rosicchia altro terreno alla Fiorentina superando a San Siro una possibile concorrente per l'Europa League, il Torino. Anche in questo caso la partita è decisa da un solo, bellissimo gol: a firmarlo è il redivivo Palacio, che beffa i granata con un pallonetto di testa forse involontario ma di una precisione chirurgica. Gli uomini di Ventura restano così a 39 punti, in nona posizione, e probabilmente dicono addio ad ogni velleità europea.

Subito dietro l'Inter, in sesta posizione con 43 punti, spicca il Parma dei miracoli di Roberto Donadoni, che deve anche recuperare la partita contro la Roma. Con l'importantissima vittoria per 2-0 al Tardini sul Verona (rete fortunosa di Biabiany, raddoppio di Schelotto su magia di Cassano), i gialloblù staccano in classifica proprio gli scaligeri, fermi a 40 punti. Per gli emiliani si tratta addirittura del quindicesimo risultato utile consecutivo: una striscia incredibile che ha fruttato ben 31 punti.

La continuità del Parma farebbe comodo anche alla Lazio (ottava con 38 punti), incapace di dare seguito al colpo di reni della giornata precedente contro la Fiorentina. Nel silenzio di un Olimpico in rivolta contro Lotito ("o lui o noi", si legge sui cartelli in curva Nord), i biancazzurri si fanno beffare dall'Atalanta, vittoriosa per 1-0 con gol di Maxi Moralez. Per i bergamaschi è il primo successo in trasferta dopo cinque mesi, il secondo in tutto il Campionato. La Lazio invece - dopo lo 0-3 di Catania - subisce la seconda clamorosa sconfitta dell'era Reja: la difesa si produce in goffi strafalcioni almeno una volta a partita e - con Klose fuori forma - l'attacco ha smesso di segnare.

Stessi problemi nel reparto avanzato per il Milan, sconfitto sabato 1-0 dall'Udinese. A decidere la partita del Friuli è ancora una volta l'immortale capitan Di Natale, che porta i suoi a quota 31 punti, regalando un po' di serenità in una stagione cui i bianconeri non hanno più nulla da chiedere. Brucia invece l'ennesima umiliazione in casa rossonera, anche perché ormai è chiaro a tutti che il progetto Seedorf è stato sopravvalutato: come centrocampista l'olandese era un campione, ma che in panchina fosse un infallibile taumaturgo lo hanno pensato solo gli uomini del marketing berlusconiano.

Come il Milan, anche il Genoa viaggia esattamente a metà classifica con 35 punti. Se possibile, però, la delusione per i rossoblù è ancora peggiore: Gilardino pareggia al novantesimo un rigore di Paloschi, ma due minuti dopo l'arbitro concede un altro penalty, trasformato dallo stesso attaccante col nome pseudo-polacco. Il Chievo sale così a 24 punti, portandosi momentaneamente fuori dalla zona retrocessione.

Di tutt'altro segno la domenica sull'altra sponda ligure, quella della Sampdoria, che vince una partita incredibile (e assai fortunata) contro il Livorno. Nel primo tempo i toscani vanno in vantaggio 2-0 con una doppietta di Mbaye (cartellino dell'Inter), ma nella ripresa i blucerchiati ne fanno addirittura quattro, di cui un autogol di Ceccherini e un tiro di Okaka deviato da Coda. La Samp raggiunge così l'Atalanta a 34 punti, mentre il Livorno rimane terzultimo a quota 21.

Una lunghezza sotto i toscani viaggia il Catania, che nell'altro anticipo di giornata pareggia 1-1 contro il Cagliari (29 punti). Ancora in piena lotta per non retrocedere, da segnalare lo sbiadito e triste 0-0 tra Bologna e Sassuolo, rispettivamente quartultimo (23 punti) e ultimo (18). Una di quelle partite giocate per non farsi del male, e che alla fine non servono a nessuno.        


di Carlo Musilli

Con un po' di fortuna e un super Tevez la Juve sbanca anche San Siro e arriva a 11 punti di vantaggio sulla Roma (che ha una partita in meno). Contro il Milan, però, è stata più dura di quanto non dica il 2-0 finale. Nel primo tempo i rossoneri collezionano una lunga serie di occasioni, senza mai riuscire a concretizzare (clamoroso il salvataggio di Bonucci su Kaka). La Juve è meno presente, ma riesce a passare con una zampata sottoporta di Llorente. Copione molto simile nella ripresa, con gli 11 di Seedorf che continuano a costruire e a sbagliare (almeno tre occasioni solo per Poli) e la Signora pronta a punire, stavolta con un capolavoro di Tevez, che - lascato incredibilmente libero - scaraventa sotto la traversa da fuori area. Nel finale un palo di Poga e una traversa di Robinho, ma il risultato non cambia più. La Juve vola a 69 punti, il Milan resta a 53, in decima posizione.

Molto meno cinica la Roma (58 punti), che sabato non va oltre uno scialbo 0-0 in casa contro l'Inter (a quota 41). La partita è brutta e sarà ricordata solo per un fallo da rigore di Benatia su Icardi non visto dall'arbitro. Per il resto, giallorossi e nerazzurri mettono in mostra una condizione atletica non sufficiente per due squadre che in questa stagione non hanno nemmeno avuto impegni europei da affrontare. Grande confusione a centrocampo, in attacco domina l'imprecisione.

Il passo falso dei capitolini non viene sfruttato dal Napoli (terzo con 52 punti), fermato sull'1-1 dal Livorno (terzultimo a quota 21). Gli azzurri passano in vantaggio con un rigore di Mertens, ma vengono raggiunti dai toscani con un autoscontro nell'area piccola al termine del quale Reina s'infila il pallone in porta con la schiena. Gli uomini di Benitez avrebbero tutto il tempo di rimettere in piedi l'incontro, ma senza Higuain l'attacco partenopeo perde buona parte del suo peso specifico. E le occasioni sfumano.

Ancora peggio del Napoli la Fiorentina (45 punti), sconfitta in casa dalla Lazio. Ai biancocelesti basta un'incredibile rovesciata messa a segno al quinto minuto da Cana per sbancare il Franchi e salire a 38 punti, staccando il Milan. Orfano di Pizarro e Borja Valero, il centrocampo viola fatica a macinare gioco. Aquilani non basta: né Quadrado né Matri hanno mai un pallone pulito su cui avventarsi.

In sesta posizione viaggiano appaiate Verona e Parma, entrambe a 40 punti. I veneti non vanno oltre un deludente 0-0 casalingo contro il Bologna (che con 22 punti è ancora in piena lotta per non retrocedere), ma devono anche ringraziare il portiere Rafael, capace di parare con sicurezza un rigore a Bianchi. Più concreto il Parma, che nel derby emiliano supera 1-0 fuori casa il Sassuolo (ultimo con 17 punti) grazie a un gol di Parolo.

Nella parte bassa della classifica fa rumore il 3-0 del Cagliari sull'Udinese - reti di Ibarbo, Vecino e Ibraimi - , che consente ai sardi di agganciare in classifica proprio i friulani, a 28 punti. Bel passo avanti anche del Genoa, che a Marassi batte 2-0 il Catania e raggiunge il Milan a quota 35. I siciliani, invece, restano penultimi con appena 19 punti. 

Subito sotto i gialloblu, a 31 punti, figurano Sampdoria e Atalanta. Tutt'altro che scontata la vittoria dei blucerchiati a Torino, dove i granata (36 punti, scavalcati dalla Lazio) vengono superati per 2-0 dalle reti di Okaka e Gabbiadini. Più prevedibile il successo dei bergamaschi sul Chievo (a quota 21 come il Livorno), battuto per 2-1 con i gol di Carmona e Cigarini, inframmezzati dal momentaneo pareggio di Dainelli.

di redazione

Alla Juve serve un gran destro da fuori area di Tevez per battere il Torino. Nel derby della Mole andato in scena domenica sera i bianconeri sono meno brillanti del solito, mentre i granata mostrano il solito spirito combattivo. Stavolta però le solite ripartenze al fulmicotone di Cerci e Immobile non bastano, anche perché al 70esimo l'arbitro Rizzoli si gira dall'altra parte quando Pirlo sgambetta nettamente El Kaddouri in area di rigore. La Juve è sempre più prima con 66 punti, mentre il Toro resta a 36.

Subito dietro la Signora, la Roma tiene il passo e sale a 57 punti, momentaneamente a +7 sul Napoli, domani impegnato contro il Genoa (ma anche i capitolini devono recuperare una partita, quella contro il Parma). Nell'anticipo di sabato i giallorossi battono in trasferta 1-0 il Bologna, che rimane a 21 punti, in lotta per non retrocedere. Il match winner è Nainggolan, al primo gol con la nuova maglia.

Aspettando Parma-Fiorentina, l'Inter spreca l'occasione di avvicinare i Viola e insidiare il quarto posto. Stavolta i nerazzurri si fanno fermare (in casa) dal Cagliari. I sardi vanno in vantaggio nel primo tempo con un rigore di Pinilla, pareggiato nella ripresa da Rolando su sponda di Icardi. Gli uomini di Mazzarri collezionano occasioni per portare a casa i tre punti, ma, come al solito, sprecano troppo. Alla fine è 1-1: l'Inter arriva a 40 punti, il Cagliari a 25.

Non si fa pregare invece il Verona, che vince una partita rocambolesca contro il Livorno e sale a 39 punti, ormai a ridosso della quinta posizione dei nerazzurri, l'ultima buona per l'Europa. In trasferta a Livorno, i veneti danno vita a uno spettacolo pirotecnico: cinque gol, tutti nella stessa porta. Nel primo tempo i gialloblu vanno avanti 3-0 con le reti di Jankovic, Romulo e Toni. Nel secondo, i padroni di casa si svegliano, accorciando le distanze prima con Paulinho (decimo gol in Campionato) e poi con un sinistro a giro sotto il sette firmato Greco. Ma non basta, i toscani restano terzultimi a 20 punti.

Nuovi segnali di vita (e di fortuna) arrivano anche dal Milan di Seedorf, vittorioso per 2-0 sul campo della Sampdoria. In gol per i rossoneri il neoacquisto Taarabt, con una zampata nella prima frazione, e Rami, con una zuccata nella ripresa. Sul finale episodio dubbio nell'area milanista, con Amelia che travolge Eder prendendo sia le gambe sia il pallone. Il risultato però non cambia: il Milan sale a 35 punti, mentre i blucerchiati restano a quota 28. I liguri si fanno così raggiungere in classifica da Atalanta e Udinese, che al Friuli pareggiano 1-1 con la rete di Brivio per i bergamaschi e il solito rigore di capitan Di Natale per i bianconeri.

Un punto sotto il Milan, in 10ima posizione, viaggia la Lazio, vittoriosa nel posticipo all'Olimpico per 3-2 sul Sassuolo, che resta ultimo a quota 17. Partita da ricordare per il gol di Radu (una saetta sotto l'incrocio da 30 metri), per le altre 4 reti tutte nello spazio di 11 minuti (dal 72esimo all'83esimo) e per la contestazione dei tifosi biancazzurri a Lotito.

Nella parte bassa della graduatoria, da segnalare l'importante passo in avanti del Chievo, che battendo in casa il Catania scavalca in un colpo non solo i siciliani (fermi a 19), ma anche il Livorno, appaiandosi al Bologna a quota 21. I gialloblu festeggiano così il ritorno al gol (anche se su rigore) di Théréau. Non male anche la successiva sponda di Rigoni, che si trasforma in un pallonetto involontario ma vincente per il definitivo 2-0.


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