di redazione

Magari pioggia, sì, ma non era previsto nessun rovescio allo Juventus Stadium e così è stato. Non poteva certo essere la cenerentola Bologna a spaventare l’orco bianconero avviato verso il titolo. Eppure, la serata della Juventus è stata tutt’altro che facile e c’è voluta una staffilata di Pogba, al suo settimo gol stagionale, per aver ragione dei felsinei.

La Juve vede così avvicinarsi rapidamente il titolo, che nemmeno una congiuntura astrale potrebbe ormai mettere in forse, ma l’attesa per la matematica lascia ancora un po’ d’interesse e il numero dei punti che i ragazzi di Conte avranno racimolato alla fine del torneo saranno la cifra esatta del valore di quest’annata bianconera, che comunque annovererà il record del terzo scudetto consecutivo.

Nel posticipo serale la Roma ha ragione della Fiorentina guidata dal suo ex Montella, un tempo giocatore e anche allenatore giallorosso. Ma dell’infelice idea di non confermarlo per improvvide sirene spagnole è ormai saturo il passato remoto dei lupi; ora c’è Garcia, il nuovo totem di Trigoria. E c’è poco da dire: l’allenatore francese ha insegnato alla Roma come giocare concretamente. La Roma si copre, riparte e colpisce. Somiglia in qualche modo all’Inter di Mourinho, che andava meno veloce ma aveva interpreti di valore maggiore. Ma il modo di giocare è simile e non solo per la presenza di Maicon.

Garcia ha trovato il modo di capitalizzare l’assenza delle coppe e la sua squadra, che della Juventus non ha i fuoriclasse, ma gioca persino meglio, almeno sotto il profilo dello spettacolo, conferma anche in trasferta di essere l’unica in diritto di guardare i primi della classe con la sfacciataggine necessaria. Meglio di quella di Ranieri e meglio di quella di Spalletti, la Roma di Garcia, da ieri sera matematicamente seconda, con accesso diretto alla Champions League del 2014-2015, impedisce alla Juventus di giocare ormai solo per divertirsi.

Scendendo in classifica - si fa per dire - cominciamo a trovare le sorpresine della giornata. Udine, ad eccezione che per la Juventus, da sempre, non è campo semplice per nessuno. Lo ha compreso bene il Napoli, che ha portato a casa solo un punto e che ha la migliore notizia della giornata solo nella squalifica di metà difesa titolare dell’Inter, prossimo avversario dei partenopei.

Il Napoli continua quindi a perdere punti con le squadre meno attrezzate, mentre ottiene le sue migliori prestazioni contro le grandi. Benitez è allenatore titolato ma la sua squadra non avrà a fine campionato un piazzamento uguale o migliore di quello ottenuto con la guida di Mazzarri. Se la fase offensiva, nonostante la partenza di Cavani, è davvero notevole, continua ad avere una fase difensiva approssimativa e quando le polveri in attacco sono bagnate, si fa subito sera, per dirla in poesia.

Sembra proseguire la rinascita delle milanesi, che come domenica scorsa vincono e si riportano in zone più interessanti della classifica, in attesa del derby che arriverà a fine campionato e che potrebbe diventare anche l’occasione nella quale si deciderà il piazzamento in Europa League, anche se al momento i nerazzurri precedono i rossoneri di sei punti e questi ultimi sono a pari punti con il Parma.

Un’Inter corsara sbarca a Parma e vince due a zero, con gol di Rolando e Guarin e uno strepitoso Handanovic che para un gol quasi certo e poi anche un rigore a Cassano, secondo rigore consecutivo dopo quello di domenica scorsa a Maxi Lopez contro la Samp. Una partita agonisticamente piacevole che la squadra di Mazzarri ha controllato bene grazie al trio Handanovic- Rolando-Samuel in difesa e a Cambiasso il mezzo al campo e che era una sfida diretta per il quinto posto. L’Inter continua a non far godere gli occhi se non per alcune singole giocate, ma d’altra parte nessuna squadra di Mazzarri ha mai scambiato concretezza per spettacolo.

Il Milan batte tre a zero il Livorno. Decisamente insufficiente la prova dei toscani ma il Milan ha comunque giocato bene, riuscendo persino nel miracolo di far tornare al gol Pazzini. Il cammino verso la EL non è semplice, con Roma e Inter da affrontare, ma certo lo stato comatoso in cui versava solo due mesi fa sembra definitivamente archiviato. Arriva quindi la quinta vittoria consecutiva (non succedeva dal 2011) con Seedorf sulla panchina, ma anche l’ennesima domenica dove, insieme alla vittoria, circolano le voci sull’ormai probabile defenestramento proprio dell’allenatore olandese a fine torneo. Misteri di Milanello.

Tra le aspiranti a un piazzamento in Europa, la Lazio deve ringraziare la sorte se Candreva la porta in parità all’ultimo secondo di recupero. Con un uomo in meno i biancazzurri hanno però avuto il merito di non mollare. Il Torino, con il solito Immobile a fare da cecchino, si rivela avversario ostico e la squadra di Reja avrebbe potuto decisamente lasciare la pelle sul manto bagnato dell’Olimpico.

Complimenti alla squadra di Ventura che continua a proporre gioco di qualità e velocità e considerato il materiale a disposizione sta capitalizzando come meglio non si potrebbe. Da rivedere invece l’assetto difensivo della Lazio, che è sembrato più adatto ad una partita tra scapoli e ammogliati che non ad un una gara in cerca di un piazzamento in Europa.

Colpaccio del Verona a Bergamo, dove s’impone per due a uno con il solito decisivo Toni, che tra i soliti sbracciamenti e proteste che ne riducono la credibilità con i direttori di gara, riesce comunque a segnare in continuazione. Poi magari in Brasile andrà Gilardino, che non segna ormai nemmeno dal fornaio, però così è il magico mondo di Prandelli.

Il Catania, benché virtualmente già condannato, vince in casa battendo la Sampdoria che sembra aver smarrito un po’ dello smalto del mese scorso, ma le assenze pesano quando le risorse sono scarse e Mihajilovic non può fare miracoli. Se poi invece di pensare a cosa farebbe con Icardi pensasse a come far segnare quel bluff di Maxi Lopez, la Samp starebbe certamente meglio.

Il Sassuolo trova un pomeriggio d’orgoglio e va a Verona a battere il Chievo, mentre il Cagliari vince a Marassi contro il Genoa. Sau e Ibarbo mettono una buona dose di benzina in vista della corsa verso la salvezza.

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Roma, Napoli, Fiorentina, Inter e Chievo. La trentatreesima giornata di Campionato si chiude con un bel sorriso per tutte queste squadre, che portano a casa i tre punti mettendo a segno un diluvio di gol. A livello di classifica, i risultati più importanti sono quelli di Fiorentina e Inter, che salgono rispettivamente a 58 e 53 punti, allungando sia sul Parma sia sulla Lazio e ipotecando di fatto i piazzamenti per l'Europa League. I nerazzurri liquidano con un netto 4-0 la Sampdoria (41 punti). La notizia migliore per Mazzarri & Company è la seconda doppietta consecutiva di Icardi, intervallata dalla rete di Samuel e sugellata dalla stoccata di Palacio.

I viola passano sul difficile campo del Verona con un pirotecnico 5-3 in cui si vede di tutto: dalla doppietta di Aquilani al gol dell'ex di Toni, fino alla solita rete da cineteca di Iturbe. I veneti ci provano, ma il loro calo nel girone di ritorno continua e li porta in decima posizione con l'Atalanta, a 46 punti.

Segna quattro reti anche il Napoli, che contro la Lazio soffre nel primo tempo, ma poi dilaga nella ripresa. Higuaìn si porta a casa il pallone con una tripletta cui contribuisce la scarsa competenza dei centrali biancazzurri, ma la perla di giornata è di Mertens, che dribbla alla velocità della luce e spara sotto l'incrocio. Inutili i gol di Lulic e Onazi. Il Napoli sale a 67 punti, ancora a distanza di sicurezza dalla Fiorentina, mentre la Lazio resta a 48 e probabilmente saluta il treno per l'Europa.

Davanti agli azzurri di Benitez, continua la corsa della Roma, che sabato liquida in casa 3-1 l'Atalanta con grande facilità. Dopo la rete di Taddei, si rivede Ljajic, che segna, offre l'assist a Gervinho e colpisce anche un legno da fuori area. Aspettando Udinese-Juventus di questa sera, i capitolini salgono a 79 punti, momentaneamente a -6 dalla capolista.

Meno grave rispetto a quello della Lazio, ma anche il Parma deve registrare uno stop. Nella partita-ore-pasti di domenica, i gialloblù di Donadoni vengono fermati sull'1-1 dal Bologna (gol di Cherubin e Palladino) e si fanno staccare dall'Inter, ora a +2. Per gli emiliani invece il pareggio è fondamentale: con 28 punti, ora la zona retrocessione è a 3 lunghezze di distanza. 

Il Livorno rimane infatti a quota 25, facendosi travolgere in casa 2-4 dal ChievoVerona dello scatenato Paloschi, autore della seconda tripletta della giornata. In rete anche Théréau, dopo ben 7 giornate di astinenza. Il Chievo sale così a 30 punti e per il momento tira il fiato, mentre i toscani si fanno raggiungere dal Sassuolo, che sabato pareggia 1-1 contro il Cagliari (Zaza e Ibraimi i marcatori).

Chiude il quadro della giornata il 2-1 del Torino sul Genoa, che consente ai granata di raggiungere in classifica la Lazio. A firmare il successo sono i due talenti più puri tra quelli allenati da Ventura, Immobile e Cerci, capaci di infilare una volta a testa il pallone sotto lo stesso incrocio. Nel posticipo, il Milan batte il Catania per 1 a 0. Sembra tornato il campionato anche per i rossoneri.

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Con il podio ormai assegnato, la lotta per la quarta e la quinta posizione è l'unico interesse residuo di questo Campionato. Una corsa che da ieri è ancora più avvincente, perché il Parma ha raggiunto l'Inter a 50 punti, inserendosi nell'ultima casella buona per l'Europa League.

Nel posticipo della 32esima giornata i gialloblu superano in casa il Napoli 1-0 con un bel gol di Parolo, che insacca di piatto dal limite dell'area. Gli azzurri recriminano per due rigori non concessi (uno su Hamsik e uno su Zapata) ma alla fine perdono altro terreno sulla Roma, vittoriosa 3-1 sul Cagliari grazie alla tripletta di Destro. Il distacco fra le due squadre è ormai di 12 punti e per gli uomini di Benitez le velleità di evitare i preliminari di Champions League sono definitivamente archiviate.

Il Parma sfrutta quindi anche l'ennesimo passo falso dell'Inter, che sabato si è fatta fermare sul 2-2 in casa dal Bologna. La bella doppietta di un Icardi in giornata di grazia non basta ai nerazzurri, perché il centrocampo (ancora inspiegabilmente orfano di Kovacic) non costruisce, mentre la difesa sena Juan Jesus e assai poco protetta balla terribilmente e si fa bucare prima da Pazienza poi da Koné. Per completare la frittata, alla fine ci si mette pure Milito con un rigore sbagliato (forse il Principe dovrebbe abdicare anche dal dischetto, dove il destro di Hernanez offre qualche garanzia in più).

Con il 14esimo pareggio stagionale, la comitiva di Mazzarri non solo si fa agganciare dai ragazzi di Donadoni, ma perde anche tre punti su Fiorentina e Lazio. I viola salgono a quota 55 superando 2-1 l'Udinese grazie a un tiro deviato di Cuadrado e a un rigore di Gonzalo Rodriguez. Inutile il cross che Bruno Fernandez riesce chissà come a infilare in porta: i friulani restano nella terra di nessuno a 32 punti.

Quanto alla Lazio, la squadra di Reja riesce a trovare un minimo di continuità dopo la vittoria della settimana scorsa sul Parma battendo anche la Sampdoria. In un Olimpico ancora una volta semideserto per le proteste della curva Nord contro Lotito, decidono le reti di Candreva e Lulic. La star della giornata è però il baby-fenomeno Keità, che offre l'assist per la prima rete e fa impazzire per tutta la partita la difesa blucerchiata. I biancazzurri arrivano a 48 punti, appena due sotto il quinto posto. Alla Samp invece, ferma a 41 punti in mezzo alla classifica, questo Campionato non  ha più nulla da dire.

Subito sotto i capitolini, il Verona riaggancia l'Atalanta a quota 46. I veneti si aggiudicano il derby contro il Chievo (a 27 punti come il Bologna, appena due lunghezze sopra la terzultima) grazie alla sedicesima zampata stagionale di Toni, che firma il nuovo record storico in A per un giocatore con la maglia dell'Hellas e manda l'ennesimo messaggio a Prandelli in vista del Mondiale brasiliano. I bergamaschi invece, dopo tanto correre, tirano il freno a mano e si fanno sorprendere in casa 0-2 dal Sassuolo (doppietta di Sansone), che sale a 24 punti e rimane in corsa per non retrocedere.

Una speranza che sembra aver abbandonato invece il Catania, ancora ultimo con 20 punti dopo l'ultima sconfitta interna contro il Torino. I granata passano 2-1 con i gol di Farnerud e del solito Immobile, che rimontano il vantaggio iniziale dei siciliani firmato da Bergessio.     



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Dopo il capitombolo al Franchi, la Juventus cade per la seconda volta in questo Campionato. Merito di un grande Napoli, che al San Paolo s'impone per 2-0 sui bianconeri. Gli azzurri di Benitez non hanno mai giocato così bene in questa stagione: migliore in campo Insigne, ma i gol portano la firma di Callejon (in leggero fuorigioco) e Mertens, capace d'insaccare di destro nonostante le botte ricevute da Marchisio. I partenopei salgono così a 64 punti, mentre la Signora rimane a 81 e ora, per arrivare a quota 100, dovrà vincere perlomeno sei partite  pareggiarne una. 

La penultima sarà contro la Roma, che per ora si accontenta di limare il distacco in classifica dai campioni d'Italia. Con i gol di Destro e Bastos, i giallorossi superano a Reggio Emilia il Sassuolo (reo di aver perso palla sulla trequarti in occasione di entrambe le reti) e si portano a 70 punti. Il distacco dalla capolista è ora di 11 punti, che potrebbero diventare 8 in caso di vittoria dei capitolini sul Parma, con cui hanno ancora una partita da recuperare. Garcia dice di crederci fino al verdetto della matematica, ma purtroppo per lui il Campionato non durerà fino a novembre.

Subito dietro il terzetto di testa, altro passo falso della Fiorentina, che contro la Sampdoria non va oltre lo 0-0 e in diverse occasioni rischia addirittura di perdere. I viola non si schiodano da quota 51 e stasera l'Inter ha l'occasione di recuperare fino a -1 dai toscani (battendo il Livorno i nerazzurri arriverebbero a 51 punti) e di staccare allo stesso tempo il Parma, sconfitto all'Olimpico dalla Lazio.

La vittoria dei biancazzurri è quanto mai rocambolesca e arriva solo nei minuti di recupero grazie a una zampata di Candreva. Prima di allora, si è visto di tutto: rete di Lulic e pareggio di Biabiany, ritorno al gol di Klose e nuovo pareggio della premiata ditta Ciani-Marchetti, capace d'infilarsi in porta una palla difficilissima da lasciarsi sfuggire. Sul finale, i gialloblù buttano via la vittoria sprecando clamorosamente con Munari e Palladino e si allontanano dal sogno europeo.

In classifica, fra Parma e Lazio (rispettivamente a 47 e 45 punti) viaggia l'Atalanta dei miracoli targata Colantuono, che a Bologna mette a segno la sua sesta vittoria consecutiva, con un 2-0 figlio delle staffilate di De Luca ed Estigarribia. Gli emiliani, che non sanno più segnare, non si muovono da quota 26 punti e ora vedono da vicino la zona retrocessione.

A metà classifica, buone prestazioni di Verona (nono a 43 punti), Torino e Milan (entrambi a 42). I veneti tornano alla vittoria schiacciano 3-0 in casa il Genoa. Oltre alla bomba di Donadel, fa notizia la doppietta di Toni, che arriva a 15 reti in stagione proprio sotto gli occhi del ct azzurro Cesare Prandelli.

Quanto al Torino, il 2-1 sul Cagliari porta come al solito la firma di Cerci, autore dell'ennesimo gol in contropiede e di un assist al bacio per El Kaddouri. Inutile la zuccata della bandiera di Nenè: i sardi rimangono a 32 punti, in quindicesima posizione, una zona di classifica che ormai non fornisce particolari stimoli.

Il successo dei rossoneri, che bissano il trionfo contro la Fiorentina, si trasforma in una grande festa per Kakà, autore di una doppietta alla 300entisima partita con la maglia del Diavolo. In particolare, è la seconda rete del brasiliano a far tornare alla memoria i momenti d'oro del campione: un destro a giro pennellato dal vertice dell'area fin sotto l'incrocio opposto. Tutto il resto lo fa la difesa del Chievo, che da qualche tempo ha smarrito il concetto di marcatura. Per Pellissier e compagni, a 27 punti, il pericolo della B non è ancora sventato.

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Vincono tutte le prime della classe e, per una volta, vince anche il Milan. Contro una Fiorentina priva del fragilissimo Gomez, i rossoneri risorgono portando a casa un insperato 0-2 esterno. Mexes e Balotelli regalano la prima vittoria di prestigio a Seedorf, che almeno per qualche giorno potrà dormire sonni tranquilli. Il Diavolo sale a 39 punti, rimanendo a metà classifica, mentre i viola non si schiodano da quota 51 e stasera subiranno l'assalto dell'Inter, che vincendo contro l'Udinese potrebbe portarsi a -1 dai toscani.

Una rimonta che non riesce al Parma, ancora a quota 47 dopo la sconfitta contro la Juve. A Torino i bianconeri - che volano a 81 punti - interrompono la striscia di 17 risultati utili consecutivi dei gialloblu con un uno-due pesantissimo: al 25esimo Tevez salta Paletta e di destro batte Mirante, sette minuti dopo lo stesso Apache raddoppia sfruttando lo sgomento della difesa degli emiliani, rimasta immobile dopo la respinta di Mirante su tiro di Vidal. L'ex Molinaro gela i bianconeri indovinando un tiro dalla distanza che sorprende Buffon, ma il risultato non cambia più, anche se gli emiliani si lamentano per un rigore non concesso per un fallo su Parolo. L'eroe Tevez, ammonito, salterà la sfida con il Napoli.

I partenopei fanno un sol boccone del Catania, demolito 4-2 in Sicilia. La sorpresa è Zapata, in campo al posto di Higuain e autore di una doppietta. Gli altri gol portano le firme di Callejon e Henrique. Nella ripresa, con il Napoli deconcentrato,arrivano i gol di Monzon e Gyomber a limitare parzialmente la disfatta del Catania, che comunque rimane ultimo a 20 punti. Gli azzurri mettono in cascina invece altri tre punti e arrivano a quota 61, riportandosi a -6 dalla Roma, che martedì ha battuto all'ultimo respiro il Torino (dopo le reti di Destro e Immobile, decisiva la prodezza di Florenzi al 91esimo).

Appena fuori dalla lotta per l'Europa League, la Lazio (42 punti) si fa scavalcare al settimo posto dall'Atalanta (43 punti). I biancazzurri cadono per la sesta volta consecutiva contro il Genoa: a Marassi Reje schiera una squadra senza attaccanti che - pur lamentandosi per un rigore non fischiato su Mauri - quando porta palla nella metà campo avversaria non sa davvero cosa fare. I rossoblu passano alla prima vera palla gol della ripresa con Gilardino, che al 65esimo insacca dopo un ottimo contropiede imbastito da Sculli. All'83esimo Fetfatsidis chiude i conti e porta i suoi a 39 punti, di nuovo a far coppia col Milan.

I bergamaschi mettono a segno la loro quinta vittoria consecutiva battendo 2-0 il povero Livorno (terzultimo a 24 punti). Rompe gli equilibri De Luca sugli sviluppi di un calcio d'angolo, mentre il raddoppio arriva nella ripresa con uno splendido tiro dalla distanza di Denis. Subito sotto in classifica, a quota 40, viaggiano appaiate Sampdoria e Verona.

I blucerchiati passano 2-1 in casa del Sassuolo (penultimo a 21 punti): la rete flash di Sansone dopo appena 18 secondi non deprime i neroverdi,  pareggiano con Longhi, alla prima marcatura in serie A. I liguri colpiscono due legni con Renan e Regini e alla fine mettono a segno il gol vittoria con Okaka, lanciato da Eder.

Il Verona continua invece la sua caduta libera, perdendo 1-0 contro il Cagliari (rete di Nenè), che grazie a questo successo sale a 32 punti e si allontana forse definitivamente dalla zona retrocessione. Mette una buona ipoteca sulla permanenza in A anche il Chievo, che con il 3-0 rifilato al Bologna arriva a quota 27, superando in classifica proprio gli emiliani, fermi a 26.



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