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Con due conigli tirati fuori dal cilindro di Pogba, la Juve si sbarazza del Chievo e allarga a sette punti il suo vantaggio sulla Roma, fermata nel posticipo dalla Fiorentina. Stavolta bianconeri non giocano la loro miglior partita, ma i campioni servono proprio in momenti del genere. A Torino, dopo un primo tempo imballato, il fuoriclasse francese con la cresta dorata decide che è il momento di mettere la freccia e archivia la pratica con due giocate: prima dribbling secco e sinistro saettante che fulmina Bizzarri sul primo palo, poi arpionata di destro e tiro nel traffico parato dal portiere avversario, ma ribadito in porta con facilità da Lichsteiner. E la Signora sale a 49 punti.
Soluzioni di questo tipo mancano invece alla Roma, che per la terza partita di fila regala il primo tempo, per poi svegliarsi nella ripresa. Al Franchi i viola non riescono ad approfittare di tutto il bel gioco costruito nella prima frazione: le palle gol fioccano, ma l'unica rete è firmata in modo piuttosto casuale da Gomez, che devia un tiraccio di Pizarro. Nel secondo tempo gli 11 di Garcia entrano in campo con un altro piglio e trovano il pari con il gol dell'ex di Ljajic, imbeccato da una bella giocata di Iturbe, autore forse della sua miglior prestazione in maglia giallorossa.
Mentre il divario fra le due big si allarga, la lotta per il terzo posto continua a tenere con il fiato sospeso. In attesa di Napoli-Genoa, la Sampdoria fallisce l'occasione di scappare in solitaria, ma non può lamentarsi. Contro il Palermo avrebbe dovuto perdere: dopo il gol di Eder e il pareggio di Vàzquez, infatti, Morganella scaglia sulla traversa il pallone, che poi entra di una spanna. E' gol, ma nessuno se ne accorge, confermando che - perlomeno in Italia - gli arbitri di porta hanno lo stesso ruolo dei pastorelli nei presepi viventi.
I blucerchiati salgono a 34 punti e si fanno riacciuffare dalla Lazio, vittoriosa sabato sul Milan. Quello dell'Olimpico è però un successo amaro per i biancocelesti, visto che, in occasione del 3-1 definitivo segnato da Parolo, Djordjevic si accartoccia sul pallone e invece di tirare si procura una frattura scomposta al malleolo, calando probabilmente il sipario sulla propria stagione. Tra le note positive per i capitolini, il ritorno al gol di Klose e l'ottima prestazione in regia del 21enne Cataldi. Per i rossoneri, invece, la crisi si aggrava: alla terza sconfitta su quattro partite nel 2015, la panchina di Inzaghi scricchiola.
Buio pesto anche per l'altra milanese, l'Inter, che in casa contro il Torino subisce la più atroce delle beffe. All'ultimo secondo di una partita tutt'altro che entusiasmante, ingessata dal catenaccio d'autore di Ventura, i nerazzurri si scordano nell'area piccola Moretti, che segna e allontana i suoi dalla zona retrocessione. Oltre a spiegare ai suoi che la marcatura a zona non vuol dire correre tutti insieme verso la palla, Mancini dovrà probabilmente ricordare ad Handanovic che uscire dalla porta non è contro il regolamento.
Con questo risultato il Torino sale a 25 punti e raggiunge il Sassuolo, sconfitto per 2-1 sabato dal Cagliari. Un punto sotto ricompare il Verona, vittorioso per 1-0 in casa sull'Atalanta grazie al primo gol italiano di Saviola. Nello scontro di coda fra Parma e Cesena, invece, si vede un po' di tutto: meraviglioso destro a giro di Pulzetti, inguardabile autogol di Cascione (che buca leali nel tentativo di passargli il pallone), rigore negato ai gialloblu per fallo su Rispoli e botta vincente nel finale di Rodriguez. Il Cesena sale finalmente in doppia cifra, a 12 punti, mentre il parma rimane a 9. Forse, alla 16esima sconfitta su 20 partite, Donadoni potrebbe anche iniziare a far rima con dimissioni.
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La Juve si laurea campione d'inverno e proprio al giro di boa del Campionato fa segnare il massimo vantaggio sulla Roma: ora sono cinque i punti di differenza, 46 a 41. Dopo l'1-1 rimediato sabato a Palermo dai giallorossi (in rete Dybala e Destro), il nuovo allungo dei bianconeri arriva con una vittoria schiacciante sul Verona (21 punti), travolto 4-0 a Torino dopo il 6-0 rimediato in settimana sempre dalla Signora negli ottavi di Coppa Italia. Ancora una volta il mattatore della serata è Pogba, che nei primi 7 minuti prima segna da fuori, poi fa segnare Tevez con un velo di rara eleganza. Chiudono nella ripresa Pereyra e ancora l'Apache.
Il vero ribaltone si registra però al terzo posto, dove Napoli e Sampdoria scavalcano la Lazio (31 pt) e viaggiano appaiati a 33 punti. Gli azzurri battono proprio i capitolini grazie a un gol sul primo palo di Higuaìn gentilmente concesso dalla coppia Radu-Berisha. I biancocelesti macinano gioco e fanno la partita, ma non riescono a trovare la via della porta, penalizzati dall'assenza contemporanea di cinque titolari.
Quanto alla Samp, la squadra di Ferrero si sbarazza senza troppi patemi di un Parma già rassegnato alla serie B, ultimo con il Cesena ad appena nove punti. Il 2-0 fuori casa dei blucerchiati porta le firme di Bergessio e Soriano. L'attaccante argentino non fa pentire Mihajlovic di averlo preferito ancora ad Okaka, ma i liguri possono contare anche su un Eder in gran forma.
Recupera terreno anche la Fiorentina, che sale a 30 punti grazie alla vittoria all'ultimo respiro in casa del Chievoverona (18 pt). Al vantaggio di Gonzalo Rodriguez risponde l'eterno Pellissier, ma nel finale i veneti vengono beffati da un pallonetto di testa di Babacar, subentrato a quel che resta di Mario Gomez, ancora intollerante al gol.
Appena due lunghezze sotto i viola risale il Genoa, che contro il Sassuolo (25 pt) strappa un pareggio pirotecnico allo scadere, con il gol del 3-3 segnato al 92esimo da Fetfatzidis. Oltre al greco, a segno due volte, nel tabellino dei marcatori figurano Berardi (doppietta anche per lui), Missiroli e Iago Falque.
A metà classifica viaggiano appaiate a 26 punti le due milanesi. Dopo lo scialbo 0-0 portato a casa sabato dall'Inter a Empoli, domenica al Meazza è andato in scena un altro psicodramma del Milan, sconfitto per la seconda volta su due in casa nel 2015. Stavolta a passare è l'Atalanta, che s'impone di misura con il quarto gol stagionale di Denis. Da ricordare nella cineteca dei flop, il vivace battibecco fra Abate e Cerci (esordiente dal primo minuto), a quanto pare appartenente a scuole di pensiero diverse in materia tattica.
Chiudono il quadro della giornata, nella seconda parte della classifica, Cesena-Torino e Udinese-Cagliari. In Romagna, i granata s'impongono 2-3 dopo essersi fatti rimontare da 0-2. A Benassi e Quagliarella risponde la doppietta su rigore di Brienza, vanificata nel finale dal primo gol torinista di Maxi Lopez, ieri all'esordio con la nuova maglia.
L'ennesimo gol allo scadere della giornata fissa il punteggio su 2-2 al Friuli, dove gli uomini di Stramaccioni prima rimontano in due minuti il vantaggio di Joao Pedro (in rete Allan e Théréau), poi si fanno raggiungere a loro volta dal rigore decisivo trasformato da Avelar.
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Nessun sorpasso. Al termine dei due big match di domenica, Napoli-Juventus e Roma-Lazio, i bianconeri non solo rimangono primi in classifica, ma riportano a tre i punti di vantaggio sui giallorossi. Dopo il pareggio pomeridiano nel derby della Capitale, in serata la squadra di Allegri sbanca 3-1 il San Paolo, vendicando la sconfitta subita per mano degli azzurri in Supercoppa. Ad aprire le marcature è un capolavoro di Pogba, che da posizione defilata fionda al volo sul palo lungo un pallone senza peso. Il Napoli appare imballato, con Hamsik e Higuaìn fuori dal vivo del gioco, ma nel primo tempo la Signora non riesce a trovare il raddoppio.
E, come già avvenuto contro Sampdoria e Inter, nella ripresa paga dazio subendo il pareggio, che arriva con un'incursione di Britos su angolo di Mertens, il cui ingresso rivitalizza i partenopei. Il bel gioco latita, ma la Juve riesce a tornare in vantaggio con una zampata di Caceres (al rientro dopo tre mesi di stop), che insacca sfruttando una punizione di Pirlo, ma partendo probabilmente in fuorigioco. A quel punto la pioggia si fa più fitta, eppure il Napoli ci crede e in pieno recupero sfiora due volte il pari: al 92esimo con Zapata (che solo davanti a Buffon spreca tutto con un tuffo indecoroso) e al 93esimo con Higuaìn. A segnare è però ancora la Juve: al 94esimo Vidal, che per la maggior parte della partita non ha fatto che perdere palloni, conclude un contropiede con una bordata sotto la traversa.
Quanto alla stracittadina di Roma, si chiude con un 2-2 spettacolare, figlio di una partita bifronte. Nel primo tempo la Lazio domina e va meritatamente sul 2-0 grazie a un'altra grande prestazione di Felipe Anderson, che prima scodella un assist al bacio per Mauri, poi raddoppia con un sinistro da fuori su cui De Santis ha più di qualche responsabilità. Nella ripresa però la musica cambia: Garcia mette dentro Strootman e Ljajic, riuscendo a rivitalizzare la squadra, che si ripresenta in campo molto più aggressiva e convinta. Di contro, i biancazzurri subiscono l'ennesimo calo atletico e mentale nel secondo tempo, confermando un deficit di personalità nella gestione delle partite importanti.
Il pareggio giallorosso porta la doppia firma di Totti, che segna due volte alla stessa maniera, sfruttando due cross dalla sinistra su cui i difensori laziali mancano colpevolmente l'anticipo. Il capitano della Roma arriva così a 11 gol nei derby di campionato (ne ha giocati 40), segnando un nuovo record. A referto anche un palo sfortunato di Mauri che avrebbe portato la partita sul 3-1 e un destro a colpo sicuro di Klose su cui De Santis si esalta nel finale.
Il passo falso della squadra di Pioli (31 punti) accorcia ulteriormente la classifica nella zona della lotta per l'Europa, considerando le contemporanee vittorie di Sampdoria, Fiorentina e Inter, che si avvicinano salendo rispettivamente a quota 29, 27 e 25. I blucerchiati si riprendono dalla batosta rimediata lunedì proprio contro la Lazio offrendo una prestazione convincente, anche se la vittoria sull'Empoli (18 pt) arriva solo di misura, grazie a un gran destro da fuori firmato Eder. Proteste dei toscani per un fallo di mano di Gastaldello in area.
Intanto, i viola danno vita a uno show contro il Palermo (25 pt), superato al Franchi 4-3. Nonostante l'ennesimo psicodramma di Gomez, che sbaglia ancora l'inverosimile, gli 11 di Montella vanno sul 2-0 con Pasqual e Basanta, ma nel giro di due minuti vengono raggiunti dai rosanero con una doppietta dello svedese Quaison, ai primi gol in A. Chiudono la pratica Cuadrado e Joaquin, quest'ultimo con una pennellata a giro da applausi. Inutile il rigore nel finale di Belotti.
Grande prova anche dell'Inter, che torna al successo in casa strapazzando 3-1 il Genoa (27 pt). Decisivi i due attaccanti argentini (Icardi e Palacio) e il colpo di testa di Vidic (tornato in campo per l'infortunio di Ranocchia), che nel finale scaccia il pericolo della rimonta dopo il momentaneo 1 a 2 segnato da Izzo. Buona prova di Podolski, in campo tutta la partita, mentre per Shaqiri l'esordio è rimandato, magari a sabato prossimo contro l'Empoli.
Perde terreno su tutte le dirette concorrenti il Milan (26 pt), irriconoscibile sabato a Torino (19 pt). I rossoneri vanno in vantaggio dopo appena tre minuti grazie a un rigore ottenuto e trasformato da Menez, dopo di che smettono di giocare, condizionati anche dalla (giusta) espulsione di De Sciglio alla fine del primo tempo. I granata collezionano una pioggia di palle gol lungo tutta la durata dell'incontro, ma riescono a trovare il pari con una zuccata di capitan Glik su angolo di Benassi solo a pochi minuti dalla fine.
Nell'altro anticipo, lo scontro di metà classifica fra Sassuolo e Udinese (rispettivamente a quota 24 e 23 in classifica) si chiude 1-1 in virtù delle reti di Zaza e Théréau. Stesso risultato per il match di domenica fra Atalanta e Chievo (tanta noia illuminata da due prodezze di Zappacosta e Lazarevic), che perdono l'occasione di staccare la zona retrocessione, fermandosi rispettivamente a 17 e 18 punti. Poco sotto di loro, il Cagliari si riprende battendo il Cesena 2-1 e salendo a quota 15. Per i romagnoli, invece, la serie B sembra un destino ormai inevitabile: con appena 9 punti, i bianconeri occupano l'ultima posizione in classifica, affiancati dal Parma, sconfitto 3-1 dal Verona (21 pt).
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Per una volta il divertimento vince sulla tattica. Juventus-Inter finisce 1-1 e regala uno spettacolo ormai insolito per la Serie A: due squadre che si affrontano a viso aperto, aggredendosi a vicenda, senza aspettare. Pronti, partenza, via e i bianconeri passano in vantaggio con un tap-in di Tevez su un assist circense di Vidal, che si auto-lancia di tacco. Nella prima frazione la Signora ha il controllo e potrebbe (dovrebbe) raddoppiare, ma non trova più la strada del gol, nonostante la pioggia di errori in disimpegno di Ranocchia e Juan Jesus.
Nella ripresa la capolista cala atleticamente e l'Inter ne approfitta, trovando il pari con un inserimento centrale di Icardi che beffa Chiellini e Buffon. Nell'ultima mezz'ora le squadre si allungano e collezionano occasioni: la più clamorosa finisce ancora sui piedi dell'attaccante nerazzurro, che spreca in allungo un bell'assist dell'esordiente Podolski. L'Inter aggancia l'Udinese a metà classifica salendo a 22 punti, mentre la Juve arriva a quota 40 e vede ridursi a una sola lunghezza il vantaggio sulla Roma.
Nel pomeriggio i giallorossi hanno ragione proprio dei friulani, ma tra i veleni. Il gol partita è frutto di un colpo di testa di Astori che sbatte sulla traversa e poi si stampa nei pressi della linea. Dentro o fuori? Nemmeno la tecnologia di Sky scioglie il dubbio, ma alla fine conta solo la decisione dell'arbitro, che convalida nonostante il parere contrario del giudice di porta. Meno dubbi, invece, sul rigore non concesso agli uomini di Stramaccioni per un fallo plateale di Emanuelson su Kone.
Al terzo posto in classifica il Napoli agguanta la Lazio a 30 punti, facendo un sol boccone del malandato Cesena, ora ultimo a quota nove. In Romagna gli azzurri dilagano 4-0 con le reti di Callejon, Higuaìn (2 volte) e Hamsik, tenendo così il passo dei biancocelesti, che meno di 24 prima avevano annichilito 3-0 all'Olimpico la Sampdoria grazie a una prestazione memorabile di Felipe Anderson, autore di un gol da fuori e di due assist in serpentina, uno per Parolo e uno per Djordjevic.
I blucerchiati si fanno così raggiungere a 27 punti dai cugini del Genoa, capaci di rimontare il doppio vantaggio iniziale dell'Atalanta. A Marassi aprono le danze per i bergamaschi Zappacosta e Maxi Moralex, mentre Iago Falque e Matri riequilibrano il risultato per i rossoblu. Nel finale Sportiello va a un passo dal completare la rimonta con una cannonata da fuori, che però viene neutralizzata dal portiere.
Il passo falso della Samp dava anche al Milan l'occasione del sorpasso, ma i rossoneri la sprecano lasciandosi rimontare a San Siro dal Sassuolo (23 pt) e rimanendo inchiodati a quota 25. Illusi dal gol di Poli in avvio, gli uomini di Inzaghi incassano prima il pareggio di Sansone (abile ad approfittare di un fuorigioco sbagliato dalla retroguardia dei padroni di casa), poi un eurogol di Zaza, che sfrutta i blocchi dei compagni e fulmina Diego Lopez con una volée formidabile dal limite dell'area.
Il Milan si fa così agganciare dal Palermo, che travolge 5-0 in casa il Cagliari. Per Zola è un esordio da incubo sulla panchina dei sardi, che giocano due terzi della partita in 10 per l'espulsione di Conti e incassano le reti di Morganella, Muñoz, Dybala (2 volte) e Barreto.
Con questo risultato i rosanero superano anche la Fiorentina, battuta di misura dal Parma con un colpo di testa di Costa da calcio d'angolo. Alla vittoria degli emiliani, che salgono a 9 punti, ha contribuito però in modo determinante l'incantesimo che sembra perseguitare Gomez. Anche stavolta l'attaccante viola sbaglia l'impossibile sottoporta, compreso un calcio di rigore, tirato come peggio non si potrebbe e parato da Mirante.
Chiudono il quadro della giornata i due brutti 0-0 di Chievo-Torino e Empoli-Verona. Curiosità: per i toscani, in casa, si tratta del terzo pareggio consecutivo a reti bianche.
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Per l'Inter 2.0 di Mancini il pareggio in rimonta ottenuto ieri sera contro la Lazio conta molto più della prima e finora unica vittoria (ottenuta contro il Chievo). Il posticipo di San Siro parte come peggio non potrebbe per i nerazzurri, bucati dopo un minuto e costretti a chiudere il primo tempo sotto 0-2 dopo le prodezze del risorto Felipe Anderson. Nella ripresa, però, la musica cambia: l'Inter reagisce di prepotenza, mettendo sotto gli avversari su ogni pallone, e trova il pari grazie a un eurogol di Kovacic (bomba al volo da fuori area, e da fermo) e alla zampata di Palacio, che torna a segnare dopo sette mesi (l'ultima vittima, a maggio, era stata sempre la Lazio).
Un carattere impensabile ai tempi di Mazzarri, che porta la chiara impronta del Mancio, pur colpevole di alcuni evidenti errori iniziali nella formazione (resta inspiegabile Vidic in panchina). I nerazzurri arrivano così a 21 punti, esattamente a metà classifica, mentre i biancocelesti salgono a 27, sprecando l'occasione di salire al terzo posto in solitaria a causa dell'ennesimo crollo atletico e mentale nel secondo tempo.
La squadra di Pioli viene quindi raggiunta dal Napoli (vittorioso 2-0 venerdì sul Parma), così come la Sampdoria, fermata sul pari dall'Udinese (a quota 22). Quella di Marassi è la partita della giornata: i blucerchiati passano con Obiang, poi i friulani ribaltano il risultato in tre minuti con Geijo e Danilo, infine Gabbiadini fissa il punteggio sul 2-2 con una zuccata da grande centravanti. Nel finale, altra pioggia di occasioni: entrambe le squadre hanno la chance di vincere, ma alla fine il pareggio è giusto.
Molto più amaro il pomeriggio del Genoa, che a Torino passa in vantaggio nel primo tempo con Iago Falque, ma nella ripresa si fa rimontare dai granata, che vincono grazie a una doppietta di rapina di capitan Glik. La squadra di Gasperini (26 pt) incassa il secondo ko consecutivo e scende così dal treno del terzo posto, mentre il Toro sale a quota 17.
Nelle zone alte della classifica, la notizia è che la Juventus torna a tre punti dalla Roma (39 a 36). Nell'altro match di venerdì i bianconeri fanno un sol boccone del Cagliari di Zeman con un 3-1 esterno di cui rimane nella memoria il destro a giro dalla distanza firmato Vidal. I giallorossi, invece, non vanno oltre lo 0-0 nel posticipo di sabato contro il Milan, incapaci di sfruttare una buona mezzora in superiorità numerica dopo l'espulsione di Armero.
Fra le partite della domenica, sorprendono i risultati dei due derby in programma. Quello veronese è vinto dal Chievo, che passa nel finale con un gol in fuorigioco di Paloschi e si porta così a 16 punti, ad appena una lunghezza proprio dall'Hellas. Nello scontro fra le toscane, invece, la Fiorentina (24 pt) spreca l'ennesima occasione. Agli uomini di Montella non basta il ritorno al gol di Vargas: Gomez è ancora allergico alla rete (solo un palo per lui), mentre Cuadrado non riesce a fare la differenza. Arriva quindi il pareggio dell'Empoli (17 pt), che passa con Tonelli e nel finale potrebbe addirittura vincere, ma spreca una doppia palla gol.
Completano il quadro dei risultati l'1-1 fra Sassuolo e Cesena (neroverdi in vantaggio con un rigore di Zaza, pareggiato al 94esimo di Ze Eduardo) e il pirotecnico 3-3 fra Atalanta e Palermo. Proprio quest'ultima partita regala il gol della giornata (a pari merito, forse, con la volée di Kovacic): la firma è di Vazquez, che s'inventa da fuori area un pallonetto vincente a fil di traversa. Un colpo che solitamente appartiene a gente come Totti o di Ibrahimovic.