di Rosa Ana De Santis

E’ arrivata la condanna a 16 anni di carcere per i manager  Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier De Marchienne, in tempi diversi alla guida della holding svizzera dell’amianto. Alla lettura della sentenza, durata ore, i due imputati non erano presenti come in nessuna delle udienze precedenti. La legge li ha considerati colpevoli di disastro doloso e omissione di cautele antinfortunistiche, tutto quello che ha portato alle migliaia di morti - 2.191 per l’esattezza - dovute alla dispersione delle fibre d’amianto.

Al centro del processo gli stabilimenti di Casale Monferrato e Rubiera (i due cui si riferisce la sentenza) e quelli di Cavagnolo e Napoli-Bagnoli, per le cui condotte sono state invece prescritte le accuse. Un processo dall’eco internazionale che ha portato in aula un totale di 6.392 parti civili tra parenti delle vittime, associazioni e sindacati. I familiari avranno diritto ad un risarcimento tra i 30 e i 35mila euro. Lacrime e clamore intorno alle parole del giudice Giuseppe Casalbore, a capo del collegio, per una sentenza che è senza dubbio “paradigmatica”.

Per la prima volta una multinazionale paga caro il prezzo di aver esposto i lavoratori a pericoli serissimi di vita, come le morti per mesotelioma e altre patologie hanno dimostrato, non soltanto sottostimando l’entità del rischio, ma facendo addirittura opera di disinformazione, come argomentato nell’accusa dei pm. L’avvocato difensore, Alfonso D’Amato, ha recepito la sentenza esprimendo preoccupazione per le sorti degli investimenti in casa nostra.

Se il capo di una multinazionale - recita la tesi della difesa - è considerato responsabile di quanto accade negli stabilimenti periferici, sarà difficile che si decida di investire ancora in Italia. E’ proprio questo il valore sostanziale e simbolico, deve esser sfuggito alla difesa dei due baroni miliardari, che questa sentenza ribadisce, con evidenza e severità, inchiodando un colosso dell’economia alle proprie responsabilità e blindando con la legalità il principio morale che impone al di sopra del profitto la tutela dei diritti individuali e sociali, in primis la difesa della vita senza eccezioni.

Soddisfazione dalle Istituzioni locali, dalle sigle sindacali; sentenza “storica” la definisce il Ministro della Salute Balduzzi. Per una volta una battaglia sul lavoro ha visto unite le parti sociali, le ha viste tutte dalla stessa parte, quella delle vittime, per lasciare un’eredità giuridica che va in un’unica direzione possibile che non ammette sconti, né scorciatoie sulla pelle delle persone in nome di qualsivoglia business.

Le morti per amianto in Italia, peraltro, le dobbiamo ancora vedere visto che toccheranno l’apice tra il 2015 e il 2020:  troppe le persone che hanno lavorato tubature e derivati senza sapere il pericolo corso.

Sarebbe appropriato che questa sentenza illuminasse il corso di tante, troppe condizioni in cui chi lavora paga il risparmio dei vertici mettendo a repentaglio la propria sicurezza e incolumità, o gli scandali legati a un territorio contaminato e saccheggiato da condotte criminali per la salute di tutti. Qualche tempo fa andava in onda sulla tv di Stato uno spot progresso che invitava i lavoratori a volersi bene e a indossare le misure di sicurezza, per amore dei propri cari. Come se fosse una questione di scelta.

Per scegliere, ammesso che se ne abbia facoltà, si deve sapere. E non sapevano i lavoratori dell’Eternit che quel salario anticipava ogni giorno la loro condanna a morte, mentre rimpinguava i patrimoni dei due che, oggi finalmente, da magnati degli affari diventano per tutti solo dei condannati, perché colpevoli di migliaia di morti per sete di profitto.

di Silvia Mari 

La notizia ha fatto già da tempo il giro del web: un magico sequenziatore, brevettato da una società del Connecticut di biotecnologie, sarà in grado per mille dollari di analizzare i tre miliardi di lettere del nostro DNA in 24 ore. Le opportunità scientifiche che questa macchina magica può portare nella medicina vanno di pari passo con le problematicità di ordine etico-morale e, forse, proprio la facile accessibilità al test rischia di portare più danni che benefici alla popolazione.

Bisogna infatti intendersi sulla reale portata delle diagnosi che possono conseguire alla mappatura dei geni che, ad oggi, è più vicina ad una fotografia dell’identità genetica che non ad una sua completa interpretazione. Questa almeno la voce della critica e della prudenza di molti ricercatori. In questa direzione i commenti di Sergio Abrignani, direttore scientifico dell'Istituto nazionale di genetica molecolare a Milano.

I dubbi di ordine etico non sono soltanto legati alle ricadute psicologiche individuali che il test genetico può portare, ma anche all’utilizzo discriminatorio da parte delle assicurazioni sanitarie e dei datori di lavoro che potrebbe esserci.

Prima di Lan Proton il test costava dai cinque ai diecimila dollari e richiedeva tempi più lunghi, oggi stiamo entrando in una nuova stagione. Ma tutto questo cui prodest? Quale è il reale beneficio per il diritto alla salute di questa informativa scientifica?

Di ordine preventivo sia per quelle patologie determinate unicamente da cause genetiche - che sono circa 8mila – (ad esempio, vincolando modalità precise di procreazione per evitarne la trasmissione intergenerazionale), sia per quelle malattie multifattoriali, come i tumori, di cui il DNA rappresenta una variante fondamentale nel caso delle predisposizioni, ma non l’unica causa.

Stili di vita, controlli diagnostici, terapie o chirurgia preventiva sono tutte le chances che la conoscenza genetica fornisce ai pazienti (portatori di sindromi genetiche conclamate) o ai “previvor”(persone sane che hanno mutazioni genetiche predisponenti a determinate patologie, specialmente oncologiche).

Se il peso filosofico e psicologico di questa conoscenza può avere effetti devastanti, tanto che deve essere sempre accompagnata da personale estremamente specializzato che guidi il paziente alla giusta interpretazione dell’esito e dall’adeguato sostegno psicologico, non c’è dubbio che essa sia  ormai da considerarsi parte integrante del diritto alla salute.

Che dietro al test low-cost possano esserci interessi di business spiccioli non aggiunge nulla a quello che già accade nel mercato dei farmaci e delle terapie; inoltre, se il vero timore è - come giustamente deve essere - di natura etica, bisognerà attrezzarsi sul piano del diritto e della legge.

A questo dovrà supplire lo Stato con le sue leggi declinando, sulla base delle nuove frontiere scientifiche, il diritto alla salute pubblica. Quello che ci ha già messo alla prova in Italia sul tema della pre- morte con l’eutanasia e sul tema della pre-nascita con la fecondazione, bisogna riconoscere con esiti tentennanti e incompleti che per arginare lo spauracchio della discriminazione hanno finito per censurare le nuove opportunità della medicina, penalizzando i più deboli e i più sfortunati.

La strada verso il futuro è già avviata, inesorabile. Spetta ora alla legge degli uomini la responsabilità di aiutare i nostri geni a salvarci la vita, ad aiutarci a proteggerla, a restituirci tutta la libertà di conoscere e di scegliere.

di Luca Mazzucato 

NEW YORK. Qual è quella cosa che compri se vuoi liberartene? Sembra la proverbiale barzelletta, invece è l'ultima invenzione del marketing pubblicitario. Avrete sicuramente giocato ad Angry Birds, il videogame per lo smartphone, il cui scopo è abbattere delle precarie costruzioni di legno fiondandoci contro degli uccellacci inferociti per sterminare i porci verdi nascosti all'interno.

Dopo una giornata stressata sul lavoro, non c'è niente di meglio che sprofondare sul divano, aprire un nuovo Tab del browser Google Chrome e puntare il mouse sulla piccola icona con la faccia dell'uccello rosso. Bastava un click, e il divertimento per le due ore successive era assicurato. Ma ora non più: ogni volta che si riparte con una nuova schermata, il gioco si ferma e compare un annuncio pubblicitario a tutta pagina. Sbollendo il rush di adrenalina e la temporanea esaltazione di aver sconfitto i maiali verdi.

Angry Birds è il gioco arcade più popolare della Rete, andato letteralmente a ruba sull'iPhone e ora disponibile su altre piattaforme oppure online. È così semplice che chiunque può giocare, ma il lettore è avvertito: crea dipendenza istantanea, è più pericoloso del crack. Nel 2011, è stato scaricato da più di trecento milioni di persone e ora sul mercato è disponibile persino un gioco da tavolo ispirato al videogame.

Ogni schermo contiene un nuovo castello costruito accatastando pezzi di legno, lastre di pietra in equilibrio precario, blocchi di neve o ghiaccio, scatole piene di esplosivo. All'interno di questa traballante struttura, che sta in piedi per miracolo, trovano rifugio un certo numero di maiali a forma di palla verde. Il giocatore deve sparare gli uccellacci (angry birds, appunto) con una fionda, prendendo bene la mira per distruggere il castello e uccidere i porci verdi. Si hanno a disposizione quattro o cinque uccellacci per volta; una volta finiti, bisogna ricominciare da capo lo schermo. A meno che non compaia una schermata pubblicitaria...

La pubblicità, su Angry Birds, non è quello che ti aspetti. Non è il trailer del nuovo colossal hollywoodiano, non è la nuova macchina sportiva che hai sempre invidiato, non è neppure la promessa di un viaggio da sogno in crociera.

Nessun prodotto da acquistare. Si tratta di una pubblicità, che ti chiede di comprare la pubblicità. Così puoi liberartene. Per soli $0.99, puoi vivere senza pubblicità per una settimana. Un mese per $1.99. Un'intera vita senza pubblicità per soli $3.99: un'intera vita, ma solo giocando ad Angry Birds.

Proprio quando pensi che le strategie pubblicitarie hanno ormai affinato le armi come non mai, ecco che i creativi stupiscono ancora una volta. Questa nuova invenzione accompagnerà le aziende di marketing verso una nuova frontiera di profitti illimitati, senza nemmeno più bisogno degli stessi creativi.

Agli smanettoni degli anni Novanta questa nuova pubblicità ricorderà certamente le fastidiose schermate dei programmi shareware, che ti chiedevano una gentile donazione in favore degli autori del programma, che ti eri scaricato gratuitamente. Solo che questa volta nessuno ti chiede di aiutare i giovani programmatori. Vogliono solo che tu compri la pubblicità. Altrimenti, ci saranno interruzioni sempre più frequenti. Ancora e ancora. Finché non riuscirai più a goderti il gioco, più inferocito degli stessi uccellacci.

Ma questa nuova invenzione pubblicitaria rievoca anche un altro ricordo, un po' meno piacevole questa volta. Ricordate quei brutti ceffi, che vengono al negozio una volta al mese a chiedere soldi per il pizzo, per non farsi più vedere fino al mese prossimo? Sembra proprio che l'industria pubblicitaria si stia finalmente ispirando a un modello economico di grande successo per il futuro...

di Rosa Ana De Santis

La mente che ha disegnato le nuove divise delle hostess Meridiana è quella di Cristina Ceolin, ex modella e moglie dell’amministratore delegato Giuseppe Gentile. Bisogna avere la taglia 40, al massimo la 42, per poterle indossare. Non sono previste altre misure e quindi tutte le assistenti di volo, obbligatoriamente, sono invitate a mettersi a dieta e a non aumentare di peso, fatti salvi i motivi di salute.

Una formale petizione di protesta è arrivata al presidente Ugo Cappellacci e al fondatore della società, l’Aga Khan. La chiara discriminazione, peraltro con l’aggravante sessista, ha scatenato un’autentica sollevazione interna e un moto di biasimo intorno alla scelta della compagnia o, più verosimilmente, al capriccio di una fissata del peso e dell’immagine. Le hostess della compagnia, età media 42 anni, non ci stanno e la denuncia dell’assurdo provvedimento è fin troppo facile.

Innanzitutto se una donna troppo in carne non è “esteticamente” corretta, uno stewart con un punto vita rilassato a diametro ellissoide non è da meno: eppure l’obbligo del peso forma è un provvedimento, per ora, tutto al femminile. Inutile dire, poi, che la qualità del servizio erogato ai passeggeri non passa certo per parametri di ordine estetico.

Fatta eccezione per i requisiti necessari alla selezione degli assistenti di volo, al decoro e alla “bella presenza” del personale non si può arrivare a scegliere sulla base della linea, discriminando una donna che, magari a 50 anni, indossa comprensibilmente una 44 o una 46. O arriveremo a preferirle la ventenne palestrata che sta comoda nella 40, ha le cosce più sode e la pancia piatta perché non ha avuto gravidanze?

La china discendente è presto fatta. Una compagnia aerea, solida e attenta al servizio, dovrebbe occuparsi meno di moda e passerelle e valorizzare piuttosto la professionalità dei propri dipendenti, soprattutto di quelli che, con qualche anno più sulle spalle possono vantare, oltre a qualche rotondità in più, maggiore affidabilità ed esperienza.

Peraltro un’idea così deviata, superficiale e velinesca della “bella immagine” non sembra potersi coniugare bene con un’idea inclusiva e moralmente ineccepibile di altre differenze, ben più importanti di quelle che dipendono da qualche chilo di troppo. Quale sarà la condotta di un’azienda su salute e malattia, se dimostra intolleranza e veti di legge su criteri ben più ininfluenti sul piano dell’azione lavorativa? Le premesse ci obbligano ad essere sospettosi e poco fiduciosi.

Nel momento della crisi di mercato e nella guerra a colpi di sconti delle compagnie low cost, la scelta di Meridiana oltre che deontologicamente “scellerata”, tradisce, in una versione semi comica, tutta la pochezza delle strategie di marketing. Possibile che non ci fossero altri provvedimenti da adottare se non quello di mettere a dieta il proprio personale femminile?

Forse qualcuno crede che questo renderà più appetibile volare su Meridiana? E magari imporremmo piercing, tatuaggi in vista, tinte fashion per capelli, tacchi vertiginosi, look seducenti e ammiccamenti sparsi per invogliare i clienti? Forse qualcuno parte dall’assunto che a volare siano tutti maschi, giovani, rampanti ed eterosessuali. E la passeggera anzianotta e su di peso volerà volentieri sugli aerei light? Quanti pregiudizi discriminatori in una sola mossa.

Meridiana dovrebbe sapere bene che lo stereotipo dell’hostess-mannequin è ormai finito in soffitta, anche a causa di ritmi e oneri di lavoro affatto paragonabili a quelli di anche solo pochi anni fa. La brutta figura di un estro femminile forse un po’ annoiato è costato all’azienda una petizione e una rivolta interna e diffuso biasimo. Per superare l’incidente sarebbe opportuno consigliare l’uniforme Air Italy per la prossima sfilata d’inizio collezione e invitare la stilista della magrezza a farsi un turno intero - insieme al consorte - sugli aerei Meridiana.

Per scoprire che non c’è spazio, nel diritto e nella deontologia, per nobilitare i vezzi al rango di doveri, senza che questo comporti l’abuso sui diritti. Perché il lavoro è fatto di risultati e l’intrattenimento, almeno per ora, sta bene solo sulle copertine glamour o negli stacchetti televisivi della tv. Ma per quello siamo già attrezzati: ci sono le veline.

di Bianca Cerri 

Brutto periodo per i pastori d’anime negli Stati Uniti: da quando è iniziata la recessione non riescono a trovare lavoro. Non solo: molte diocesi cattoliche e molte comunità presbiteriane hanno ridotto drasticamente i salari ai loro ministri o addirittura chiuso i battenti. Frank Amlie, ex-pastore evangelico licenziato nel 2009, ha raccontato al New York Times di aver scritto a decine e decine di chiese evangeliche ma nessuna era
interessata ad assumerlo. Un paio di comunità gli hanno chiesto di mandare il curriculum ma la cosa è finita lì.

A parte i rabbini, che hanno stipendi molto più alti rispetto ai ministri di altre religioni, per l’industria divina si preannunciano tempi difficili. Con il peggiorare della crisi economica neppure la questua rende più come una volta. L’unica categoria che riesce ancora ad ammassare immense fortune sfruttando la fiducia e l’attesa di prodigi da parte di devoti televisivi sono i telepredicatori. La tattica è più o meno sempre la stessa: persuasione di una fine inevitabile o di una nascita come salvezza, catastrofismo, presenza di un leader carismatico in grado di manipolare un’audience sterminata sollecitando l’invio di denaro per via telematica.

Naturalmente in questo revival evangelico non c’è posto per i valori tipicamente cristiani della pietà, della compassione e della pietà. Povertà e malattie sono meritate da Dio, i peccatori, i “devianti”, vanno abbandonati o puniti. Tanto per dare un’idea, quella che segue è una lista dei telepredicatori più ricchi e potenti degli Stati Uniti e dei metodi che hanno permesso loro di garantirsi uno stile di vita straordinariamente alto nonostante la crisi economica continuando nel frattempo ad ingerire nella vita politica del paese.

Juanita Byum: il suo programma televisivo viene trasmesso in quasi tutti i paesi del mondo. Una delle ragioni del successo di Byum deriva dal saper offrire alla gente comune la possibilità di identificarsi in uno stile di vita opulento come il suo. Nel 2003, quando sposò il predicatore pentecostale Thomas Weasley Weeks III, aveva al dito un diamante da 7.76 carati e indossava un abito bianco interamente ricoperto di veri cristalli Swarosky. Alla cerimonia da mille e una notte tenutasi presso il Regent Wall Street Hotel di New York erano presenti più di trecento invitati.

Kenneth e Gloria Copeland: qualcuno li ha a ragione definiti i più abili venditori di Vangelo d’America. I Copeland possiedono una fortuna valutata attorno ai novanta milioni di dollari. Nel 2007 lui finì sotto inchiesta per una brutta storia legata al riciclaggio di denaro sporco ma riuscì ad uscirne indenne rifiutandosi di testimoniare come previsto dai benefici che la legge americana concede alle comunità religiose.

John Hagee: consigliere spirituale della famiglia Bush è decisamente il più guerrafondaio dei telepredicatori americani. Ha sempre contrastato la battaglia a favore dei profilattici gratuiti. Nel 2000 definì George Bush, in corsa per la presidenza, “candidato di Dio”. “Il partito democratico”, scrisse Hagee in un suo libro uscito negli anni ’90, “è la casa di chi auspica il sesso libero e la libera circolazione delle droghe”. Promettendo ricchezza e prosperità ai suoi discepoli, riesce a guadagnare più di mezzo milioni di dollari l’anno. Esentasse.

Davanti alla distruzione portata dall’uragano Katrina, sostenne che si trattava di un evento voluto dal Creatore per punire in peccatori. In sintesi, il buon Dio aveva perso la pazienza a causa dei troppi peccati commessi dagli abitanti di New Orleans e per punirli aveva pensato bene di scatenare le forze della natura. Le cronache nazionali riportarono le dichiarazioni di Hagee senza muovere alcuna critica nei suoi confronti. Il 7 febbraio 2006, Hagee ha fondato assieme ad altri 400 leaders spirituali cristiani ed ebrei un’organizzazione chiamata “Christians United for Israel”.

Clefro Dollar: pastore capo della World Changers Church International, una delle comunità religiose più grandi degli Stati Uniti, con sede principale ad Atlanta, in Georgia. Grazie ai volontari che battono le strade delle maggiori metropoli americane sollecitando offerte ai passanti, Dollar ha potuto acquistare una Rolls Royce, un jet privato e un appartamento da due milioni e mezzo di dollari a Manhattan. Uomo autoritario, che spesso agita la bandiera del moralismo più bigotto, qualche anno fa fu trascinato in tribunale dalla moglie dell’ex-pugile Evander Holyfield che lo accusava di aver sottratto al marito sette milioni di dollari raggirandolo con la promessa della vita eterna.

John Corapi:nato a New York è un ex-giocatore di football americano convertitosi negli anni ’80 al cristianesimo. Nel maggio del 1991 fu ordinato sacerdote da Giovanni Paolo II. Il suo primo incarico da prete fu la direzione di una parrocchia cattolica di Houston, in Texas. Il 4 luglio del 2011 si è scoperto che Corapi, oltre a frequentare regolarmente prostitute, ha acquistato una proprietà per il valore di un milione di dollari. La chiesa cattolica l’ha praticamente costretto a rassegnare le dimissioni.

Don Stewart: titolare della Stewart Association che raccoglie fondi per i bambini poveri. Il Business Journal ha però scoperto che le donazioni finiscono tutte sul conto corrente dell’Associazione, che ammonta attualmente a otto milioni di dollari. La Chiesa Cattolica ha preso le distanze ma lui rifiuta di abbandonare.

Pat Robertson: sicuramente il più famoso e ricco dei telepredicatori americani. Proprietario della CBN, una rete televisiva che fattura oltre duecentoquaranta milioni di dollari l’anno. Nell’1985 ordinò all’uragano Gloria, che stava per abbattersi sulle coste della Virginia, di cambiare direzione e pare che Gloria gli abbia ubbidito. Possiede proprietà immobiliari in Asia, Gran Bretagna ed Africa. Dal 1999 è in affari con la Banca di Scozia. Appassionato di cavalli, ha comprato un puro sangue pagandolo seicentomila dollari. Secondo un’inchiesta del Virginian Pilot, Robertson è in affari col presidente della Liberia. Ha fatto parte del Consiglio Nazionale di Politica Estera degli Stati Uniti. Ogni anno, nei giorni che precedono le festività natalizie, Robertson torna ad affermare di essere in diretto contatto con il Creatore. “Non ha mai saltato un anno”, ha detto riferendosi alla puntualità con cui l’Altissimo torna a manifestarsi. Nek 1876 annunciò l’imminente arrivo dell’Apocalisse. Nel 2006 dichiarò invece che l’America sarebbe presto stata colpita da uno tsunami. Infine, il 4 gennaio scorso, ha detto di aver saputo mediante il verbo divino chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti.

Jim Bakker: ex-ministro dell’Assemblea di Dio, ha fondato l’Heritage Village, una sorta di Disneyland religiosa. E’ padre di Jamie Bakker, a sua volta fondatore della Chiesa della Rivoluzione. Con le tele-prediche via satellite negli anni ’80 guadagnava già un milioni di dollari a settimana. Nel 1987 fu accusato di molestie sessuali da una segretaria dell’Heritage Village. Nel 1998 si è sposato per la seconda volta con una donna che prima di convertirsi aveva avuto cinque aborti dopo averla redenta.

Morris Cerullo: telepredicatore evangelico di origine italiana. Fino a qualche anno fa missionario e guaritore errante. In Gran Bretagna pare abbia cercato di convertire ebrei danarosi al cristianesimo evangelico suscitando le ire dei rabbini locali. Ha affermato durante un’intervista alla BBC di aver guarito con il semplice uso delle mani persone affette da mali incurabili.  Un’equipe di medici inglesi, dopo aver studiato i casi, aveva concluso che si trattava di una clamorosa menzogna. La sua organizzazione, nota come “Città della Luce” con sede nella Carolina del Nord macina milioni di dollari l’anno.

Joyce Meyer: si autodefinisce cristiana carismatica. L’11 novembre del 2003 il Saint Louis Dispatch pubblicò un articolo su Meyer rivelando che la donna possedeva un aereo privato da dieci milioni di dollari, una Mercedes da oltre centomila dollari e un appartamento da oltre due milioni di dollari. La sede della sua organizzazione vale oltre venti milioni di dollari ed è intestata ad uno dei quattro nipoti di Meyer. Il Saint Louis Business ha invece rivelato che la Meyer Ministries possiede azioni di Wal Mart, Amazon, ecc. Il 6 novembre del 2007 il senatore Chuck Grassley aveva annunciato l’apertura di un’inchiesta nei confronti della Mayer Ministries. Da allora non si è saputo più nulla. Nel 2009 il Concilio Evangelico si era pronunciato a favore di Meyer Ministries affermando che l’organizzazione rispondeva pienamente ai requisiti di credibilità e solvibilità stabiliti dal Concilio stesso.

Jan e Paul Crouch: fondatori della Trinity Broadcast Network, la più grande catena televisiva cristiana. TBN ha una programmazione che comprende varie religioni. I programmi vengono trasmessi da 287 diverse reti televisive in tutto il mondo. Secondo il Los Angeles Times, nel 1998 Paul Crouch fu denunciato per molestie sessuale da un ex-dipendente. Lui negò dicendo di aver sempre contrastato qualunque forma di omosessualità. Lanciò anatemi contro gli omosessuali augurando loro di finire tra le fiamme dell’inferno.  I coniugi Crouch, pur amando presentarsi come persone umili e dallo stile di vita frugale, possiedono un ufficio di mille metri quadri a Costa Mesa (California) con tanto di bar, sauna e palestra privata. Recentemente Crouch è stato denunciato da un giovanissimo ex-tossicodipendente che aveva promesso di aiutare per abusi sessuali.

Oral Roberts: pentecostale ormai defunto ma ancora capace di influenzare l’opinione pubblica e creare ricchezza. Qualcuno lo definì un tempo “campione assoluto della truffa religiosa”. Già negli anni ’40, quando era ancora poco più di un ragazzo, iniziò a viaggiare da un punto all’altro dell’America promettendo guarigioni miracolose in cambio di offerte. In Oklahoma acquistò una fuoriserie ed amava raccontare ai sui discepoli che era stato Dio in persona a suggerirglielo durante un’apparizione. Nel 1979 iniziò i lavori per realizzare un complesso ospedaliero che avrebbe preso il nome di “Città della Fede”. Mancando di circa sessanta milioni di dollari necessari a completarlo inserì nelle sue richieste di aiuto l’esca costituita da una stoffa miracolosa. In pratica, tutti coloro che avrebbero acquistato la stoffa potevano avere la certezza di usufruire di determinati miracoli.  L.’ultima pietra della Città della Fede fu posata nel 1981 e cinque anni dopo i debiti ammontavano già a 25 milioni di dollari. Oggi gli edifici dell’ex-Città della Fede ospitano unicamente uffici.

Charles Blake: secondo il Memphis Flyer il telepredicatore afro americano Charles Blake guadagna un milione di dollari tondo tondo l’anno e vive in una villa di oltre tremila metri quadri a Beverly Hills. Gli adepti della sua chiesa vivono invece per lo più nei quartieri diseredati nella zona sud di Los Angeles.

Eddie Long: recentemente è tornato a predicare dal pulpito della New Birth Missionary Baptist Church alla periferia di Atlanta dopo un’accusa di molestie sessuali è un altro assertore del gospel della prosperità, che promette ricchezze materiali ai fedeli. Occultati fra il pubblico c’erano anche i due giovani che Long avrebbe tentato di corrompere al fine di ottenere favori sessuali. Attraverso un portavoce, Long aveva smentito ogni accusa ma ai due accusatori è stato offerto un congruo risarcimento. Sconcertante è che il reverendo pare abbia sottratto migliaia di dollari alla sua comunità per regalare macchine, abiti di lusso e computers ai ragazzi di cui s’invaghiva. La New Birth Missionary Baptist Church è una delle comunità più potenti di Atlanta. Come capo della congregazione Long guadagnava circa un milione e mezzo di dollari l’anno. Attualmente vive in una casa da due milioni di dollari con nove bagni circondata da un terreno di dimensioni impressionanti. Tutto questo nonostante la denuncia per abusi sessuali mossagli dalla ex-moglie Dabara Houston. La sua missione spirituale era iniziata nel 1987, dopo il licenziamento dalla Ford per “irregolarità finanziarie”. Molto vicino a George Bush, che nel 2006 gli fece assegnare dal dipartimento per le Politiche della Famiglia un milione di dollari.

Ed Young: fondatore della Fellowship Church di Dallas. Pare fosse solito sottrarre soldi alla comunità per raggiungere località esotiche a bordo di un jet privato. Fellowship Church ha conosciuto una grande espansione negli ultimi venti anni. Oggi ha numerosi filiali sparse in tutto il Texas. Nel febbraio del 2010 i giornali hanno attaccato Young accusandolo di condurre uno stile di vita da nababbo.

Joel Osteen: fondatore della Lakewood Church che mette sullo stesso piano Dio e dollari. Osteen e la moglie hanno acquistato una casa da dieci milioni di dollari a River Oaks, il quartiere chic di Houston. Osteen è convinto che negli Stati Uniti la religione può essere usata come mezzo per la massimazione dell’interesse individuale. Nutrito di un’ideologia confusa, che mescola un orientamento politico populista con visioni dell’apocalisse. Il primo raduno organizzato da Osteen nel 2004 ad Atlanta richiamò circa novantamila persone. Il 14 dicembre 2006 il Christian Post lo ha inserito nella lista degli uomini più affascinanti dell’anno assieme ad Andrea Agassi e al rapper Jay-Z.

Benny Hinn: telepredicatore nato in Israele da una famiglia ebrea poi emigrata negli Stati Uniti conosciuto per le sue energiche “crociate energetiche”, che avrebbero guarito migliaia di ammalati, non ama parlare delle sue ricchezze. Precursore del cosiddetto “gospel della prosperità”. Con l’appoggio di Paul Crouch è riuscito a mettere su un vero e proprio impero finanziario. Afferma di essere dotato di poteri sovranaturali conferitigli direttamente dal Creatore. Nel 1999 dichiarò durante un’intervista che presto avrebbe fatto risuscitare centinaia di persone. Nel 2006, grazie alle offerte dei suoi devoti sostenitori, ha acquistato un aereo privato da 36 milioni di dollari. Il velivolo è stato battezzato “Colomba Uno”. Un’inchiesta della rete televisiva NBC ha permesso di accertare che non esistono prove delle guarigioni millantate da Hinn e dai suoi collaboratori. Attualmente il suo programma televisivo, “This is Your Day” viene trasmesso in duecento paesi. Secondo il Colorado Spring Gazette è titolare di un tesoro valutato attorno ai 90 milioni di dollari. Nel 2010 era stato fotografato mentre passeggiava mano nella mano con una donna che non era la moglie nelle strade di Roma. Giornalisti e autori di satira lo avevano fatto letteralmente a pezzi. Ignorando tutti i commenti negativi, Hinn aveva lanciato una campagna per raccogliere due milioni di dollari tra i suoi fedeli. D’altra parte, il connubio tra lo zelo religioso e la capacità imprenditoriale è sempre stata la principale caratteristica di Hinn. Benchè prossimo ai 60 anni è considerato un vero e proprio “tombeur des femmes”. Il conto in banca intanto continua a crescere di pari passo con la sua fama.

Rick Warren: fondatore della Saddleback Church, una mega-chiesa evangelica situata a Lake Forest, in California. Barack Obama lo scelse in veste di rappresentante religioso ufficiale per la cerimonia dell’inaugurazione del mandato presidenziale. Tante le proteste da parte dei movimenti pro-choice. Ha dato un contributo decisivo all’approvazione di una legge che vieta i matrimoni tra persone dello stesso sesso in California. Da vari anni promette che restituirà il 90% dei soldi guadagnati alla comunità religiosa da lui fondata ma finora questo non è ancora avvenuto. Ha appoggiato Bill Clinton nella nascita della Global Initiative che ogni anno raccoglie milioni di dollari libro. Warren ha guadagnato circa dieci milioni di dollari con i diritti di un libro intitolato”Scopri che scopo ha la tua vita”.

Diceva Marck Twain che avere fede significa credere in qualcosa pur sapendo che non esiste. Forse alla base dell’avanzata di questi cialtroni imbellettati e cotonati c’è proprio il bisogno che tante persone hanno di credere a quel qualcosa che non esiste. Quanto alla cosiddetta intellighenzia di sinistra, da tempo rintanata nella sua casa, non avendo nulla da opporre alle teorie farneticanti dei telepredicatori, si limita a considerarli solo dei fenomeni da baraccone abili nello spillare denaro a degli sprovveduti. Senza accorgersi che la loro nefasta presenza è ormai arrivata a condizionare tutti gli aspetti della vita collettiva degli Stati Uniti ad iniziare dalla campagna elettorale attualmente in corso, dominata dal moralismo più bigotto e dall’intolleranza.


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