L’annuncio è stato un fulmine a ciel sereno per i supporters del Movimento. Alessandro Di Battista non si ricandiderà alle prossime elezioni politiche per scelta sua. Continuerà a stare dentro al Movimento (anche se non è chiaro se seguirà a far parte del cosiddtto "direttorio") ma senza svolgervi la funzione di Deputato della Repubblica.

Stando ai resoconti dei principali quotidiani, la scoppola siciliana sembrerebbe aver smosso il segretario del PD, Matteo Renzi, convincendolo ad uscire dal suo isolamento. In una direzione nazionale del suo partito, che come al solito nulla ha avuto a che obiettare, Renzi ha proposto la costruzione di una coalizione elettorale in vista delle elezioni di Marzo. La coalizione, nelle intenzioni di Renzi, vedrebbe nel PD la leva, nel braccio destro gli alfaniani e la formazione in gestazione di Bonino e Calenda, e in quello sinistro MDP-Art.1, Sinistra Italiana e Possibile. Non mancherebbe, ovviamente, Pisapia, che ormai, come il prezzemolo, lo si trova in ogni alleanza e sempre con la medesima caratteristica: a fronte di pochi voti proietta tante ambizioni.

E meno male che avevamo un accordo con i libici. Che Minniti, arguto ministro di polizia, aveva trovato la soluzione al dramma degli sbarchi. L’ultima delle tragedie annunciate, invece, conta oltre 50 nuovi morti in mare e segue di pochi giorni un'altra dove il saldo è stato di 26 donne. Colpa delle milizie libiche, un’organizzazione criminale alla quale il governo Gentiloni ha dato legittimità e che si ritrovano così sostenute in qualche modo anche dal governo italiano, nell’illusione che risolvano il problema in vece nostra.

Come già aveva fatto la scorsa settimana la Camera, anche il Senato ha dato via libera alla nuova legge elettorale denominata “rosatellum”. Prende il nome da Ettore Rosato, il parlamentare PD che l’ha presentata offrendo il suo nome ad una legge visibilmente pensata e voluta a livelli ben più alti del suo.

La nuova legge è infatti il suggello dell’alleanza di governo tra il PD di Renzi e il Centro-destra di Berlusconi; ma non siamo di fronte ad un disegno strategico di Grosse Koalition, che avrebbe una sua – per quanto orrida – dignità. Siamo semplicemente all’applicazione (molto meno nobile) del Patto del Nazareno, versione più autentica del “partito della Nazione” della quale il “rosatellum” è solo il presupposto tecnico.

L’abbandono dello Ius Soli da parte del Partito Democratico certifica l’esaurirsi di ogni più piccolo ruolo di barriera culturale e politica alla barbarie montante. Dimostra la definitiva subalternità di un partito incapace di difendere principi e sostenere interessi che non siano quelli delle banche e delle grandi imprese e consegna con ciò il suo ruolo di collante sociale alla più dannosa inutilità. La scusa è la mancanza di consenso parlamentare, ma si tratta di inizio di campagna elettorale.


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