Mentre in molti paesi occidentali la curva di morti e contagi provocati dal Coronavirus sembra essere almeno per il momento in fase calante, la situazione negli Stati Uniti continua ad apparire drammatica e, in alcune aree del paese, in netto peggioramento. Se le cause delle differenti modalità di diffusione del virus non sono ancora del tutto chiare, è evidente che la risposta del governo di Washington all’emergenza e la struttura economica e sociale americana hanno favorito il disastro in corso, fino al punto che, ad oggi, la prima e unica superpotenza del pianeta è anche in assoluto il paese che ha subito l’impatto peggiore della pandemia.

I “marmocchi viziati” di Washington in Centroamerica stanno avendo giorni complicati. Per gli Stati Uniti, che stanno attraversando una delle peggiori crisi sanitarie, economiche e sociali, ciò rappresenta un altro colpo alla loro strategia politico-militare per riprendere posizione nel continente. Juan Orlando Hernández, presidente dell’Honduras, si è nuovamente fatto rieleggere nel 2017 nonostante la candidatura incostituzionale, una sfacciata frode elettorale ed una violenta repressione post-elettorale con un bilancio di oltre 30 persone assassinate dalle forze repressive dello Stato.

Affinché questo potesse accadere (la sua rielezione), Hernández ha contato sull'appoggio incondizionato degli Stati Uniti, che prima hanno avallato la candidatura illegale e dopo la frode. Per Washington continua a essere inconcepibile un cambiamento nella conduzione del Paese - che considera il proprio "gendarme nell'area centroamericana" - che favorisca opzioni politiche legate a partiti e governi latinoamericani progressisti e di sinistra, ed a movimenti sociali e popolari nazionali e internazionali. Dopo “l’incubo Manuel Zelaya” ed il “ripristino dell'ordine” mediante il colpo di Stato del 2009, gli Stati Uniti non vogliono altre sorprese e optano per il male minore, fintantoché non abbiano un'alternativa che continui a garantire i loro interessi geopolitici.  
 

Proprio mentre l’epidemia di Coronavirus sta penetrando minacciosamente nello Yemen, col rischio di far precipitare quella che è già da tempo la peggiore crisi umanitaria del pianeta, il fronte di guerra è tornato a registrare una nuova complicazione che mette in serio dubbio gli obiettivi della casa regnante saudita. Riyadh ha visto infatti riaccendersi le tensioni con il principale alleato, gli Emirati Arabi Uniti, dopo l’iniziativa presa qualche giorno fa dal movimento indipendentista dello Yemen meridionale, il cui sponsor principale è appunto il regime di Abu Dhabi.

Il cosiddetto Consiglio di Transizione dello Yemen del Sud (STC) settimana scorsa ha dichiarato l’auto-governo nelle province meridionali del paese e messo fine di fatto all’accordo che era stato siglato nel novembre del 2019 con il governo yemenita riconosciuto a livello internazionale, quello del presidente-fantoccio dei sauditi, Abd Rabbuh Mansour Hadi.

La deliberazione del Consiglio d’Europa che impone sanzioni ad alcuni dirigenti nicaraguensi (6) è stata emessa sulla base di un racconto dei fatti completamente inventato, sulla narrazione di una crisi politica che non esiste, riferendosi a un Paese che non è, citando una repressione che non c’è.

Alcune delle persone sanzionate svolgono incarichi nella Polizia Nazionale e si conferma nell’occasione la tendenza imperiale bipolare: quella per cui a casa propria si pratica la “tolleranza zero”, ma nei paesi ad ispirazione socialista si condanna la polizia che fa rispettare la legge e si sostengono i terroristi che la violano.

Il comportamento del governo cinese nella gestione dell’epidemia di Coronavirus continua a venire falsamente indicato dall’amministrazione Trump come la causa – deliberata o accidentale – della diffusione del contagio in tutto il mondo e di un bilancio drammatico di vittime e contagi ancora lontano dall’essere definitivo. L’insistenza su questo punto è collegata tutt’altro che casualmente alla rischiosa riapertura in corso dell’economia americana e, vista l’inconsistenza delle prove contro Pechino, si basa in maniera inevitabile su fantomatiche informazioni di intelligence che ricordano sempre più la vergognosa campagna che precedette l’invasione dell’Iraq nel 2003.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy