di Carlo Benedetti

L'Unione Sovietica di Breznev lo aveva espulso dal paese nel 1976. Lui - Aleksandr Zinoviev, classe 1922, eroe della guerra, matematico e filosofo di chiara fama - era "colpevole" di aver criticato il sistema del Cremlino. Anticonformista e spirito libero fu cacciato in seguito alla pubblicazione del romanzo "Cime abissali". Se ne andò a vivere a Monaco di Baviera pubblicando liberamente racconti e saggi di logica, filosofia e linguistica. Lasciò così, sempre fermo nelle sue posizioni antistaliniste, quell'Unione sovietica dove, nonostante tutto, si sentiva "sovietico". Ora se n'è andato lasciando a chi lo ha letto, ammirato, studiato e compreso, un'immagine indelebile. Quella di "homo sovieticus" eterno dissidente, autonomo nei giudizi ma vero interprete della realtà e fortemente critico dei passaggi storici imposti dalla perestrojka gorbacioviana.

di Carlo Benedetti

Ferenc Gyurcsany La recentissima vittoria elettorale dei socialisti ungheresi - guidati da Ferenc Gyurcsany - porta ad un rilancio di quella tematica socio-culturale relativa al ruolo che potrebbe avere, nell'Europa d'oggi, una nuova Mitteleuropea da non confondere, minimamente, con quelle esperienze storiche (e culturali) che si registrarono entro i confini dell'impero austro-ungarico dall'inizio del 1900 in poi. Oggi, infatti, si ripropone quell'humus unitario di una cultura specifica definita, di volta in volta, "asburgica", "danubiana" e, appunto, "mitteleuropea". Tutto - sulla base dell'esame di testi critici che escono in questi tempi nella terra dei magiari - torna ad imporsi sull'onda delle nuove forze intellettuali che si affacciano sulla scena di un Paese che mostra la sua diversità dagli anni sovietici di Kadar e da quel centro destra dell'ex premier conservatore Viktor Urban uscito malamente dalla consultazione dell'aprile scorso. La domanda che viene avanti è : si può costruire una Mitteleuropa che non sia al servizio dell'America di Bush e che non sia colonizzata dall'atlantismo della Nato? Si può raggiungere una sintesi tra l'ovest e quell'est che Budapest ha sempre visto come il fumo negli occhi? Si può rilanciare un ideale sovranazionale, capace di esaltare la convivenza di tedeschi, boemi, ungheresi, croati, polacchi e ruteni, (ma anche italiani delle terre istriane) senza rispolverare malinconie per i tempi andati?

di Fabrizio Casari

Il generale dell'aereonautica Michel Hayden, falco tra i falchi, accusato per la vicenda dello spionaggio di massa a danno dei cittadini statunitensi, è stato promosso Direttore della CIA.
Braccio destro di John Negroponte, lo zar di tutti gli spioni al servizio dell'Amministrazione Bush, Hayden da ieri ha smesso di occuparsi delle 16 agenzie di spionaggio per le quali occupava il posto di vice direttore, per passare dalla porta principale di Langley. Succede a Peter Goss, dimessosi pochi giorni addietro per uno scandalo condito con prostituzione e abusi di varia natura, anche se si sospetta che la colpa più grave sia quella di un conflitto insanabile con il presidente petroliere.
Hayden, invece, spione tutto d'un pezzo e militare di carriera, garantisce molto di più in termini d'obbedienza all'Amministrazione meno popolare della storia recente degli Stati Uniti.

di Daniel John Angrisani

Non deve essere facile essere Donald Rumsfeld ultimamente.
Dopo anni di totale idolatria, quando qualsiasi cosa che diceva veniva presa come oro colato da tutti, oggi Donald Rumsfeld è costretto sulla difensiva, mentre i talk show televisivi e gli editoriali dei giornali lo attaccano pesantemente per la sua gestione della crisi irachena e, per lo stesso motivo, alcuni ex generali americani hanno chiesto addirittura le sue dimissioni.
L'ultimo di questi, Paul Van Riper, ex generale dei marines in pensione, ha dichiarato lo scorso 25 aprile di essere in contatto continuo con generali ancora in servizio e di pensarla esattamente come loro: Rumsfeld non ha saputo gestire la crisi irachena, ha usato l'intimidazione nei confronti di chi la pensava diversamente e perciò va cacciato via. Ma non è finita qui, visto che da poco sono apparsi anche i contestatori che, armati di pazienza e di coraggio, ogni volta che appare un esponente dell'Amministrazione Bush sono pronti a far sentire la loro voce di protesta.

di Luca Mazzucato

Dopo anni passati all'ombra del gigante Sharon e i quattro mesi da reggente, Ehud Olmert ha passato il voto di fiducia alla Knesset. La nuova coalizione di governo, composta da Kadima (Avanti), fondato da Sharon, da Avoda (Labor Party), dal partito dei Pensionati e, per una strana alchimia della politica israeliana,dagli religiosi ultra-ortodossi dello Shas. Ma il governo nel giorno del suo insediamento deve già fronteggiare una serie di difficoltà interne.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy