di Daniele John Angrisani

Garry Kasparov è di sicuro un campione di scacchi. Ma il suo arcinemico, il presidente russo Vladimir Putin, non è certamente da meno di lui per quanto riguarda la politica. Tutti i media internazionali erano concordi che il meeting tra il presidente americano George W. Bush e Putin, previsto al margine del G8 in Germania, avrebbe soltanto confermato le enormi, e secondo molti, irrecuperabili divisioni tra Russia e Stati Uniti sulla vicenda dello scudo spaziale. Invece, ancora una volta, Vladimir Putin è riuscito a sorprendere tutti con una proposta a sorpresa: l'uso congiunto della base russa di Gabala, a 250 km dalla capitale dell'Azerbaigian, Baku, come base per lo scudo antimissile. Tale proposta è stata considerata "interessante e degna di nota", dal consigliere per la sicurezza nazionale americano, Stephen Hadley, che accompagna Bush in Germania e lo stesso presidente americano ha affermato che questo è "l'inizio di un dialogo costruttivo sulla questione" e che se ne riparlerà meglio nel summit bilaterale previsto per l'1-2 luglio nella casa di famiglia dei Bush a Kennenbukport, in Maine.

di Giuseppe Zaccagni


A Bakù, capitale della repubblica ex sovietica che si affaccia sul Caspio, si inaugura la prima Chiesa cattolica dopo il crollo del potere sovietico locale. E’ un edificio di culto (un neogotico modernizzato, opera dell’architetto italiano Paolo Ruggero) che ospiterà d’ora in poi le cerimonie religiose per i circa 350 fedeli, metà dei quali sono discendenti di famiglie cattoliche locali e l'altra metà lavoratori immigrati dall'India e dalle Filippine. Ma questa chiesa (dedicata all’Immacolata Concezione della Vergine Maria) non è solo un punto di riferimento per i cattolici. Perché diviene, di fatto, la sede ufficiale del Vaticano in una terra a stragrande maggioranza musulmana (il 95% su 8 milioni di abitanti). Quindi, vero e proprio progetto strategico di lunga durata e che va visto come una rivoluzione radicale nella vita pubblica. La custodia di questa chiesa – vera missione diplomatica costruita con fondi vaticani su un mucchio di macerie – è intanto affidata ai Salesiani slovacchi (2 coadiutori e 4 sacerdoti), mentre le Missionarie della Carità si dedicheranno all’organizzazione di un centro per i senzatetto.

di Carlo Benedetti

Questa volta non saranno solo i noglobal a “disturbare” quei grandi del mondo che si ritrovano a Heiligendamm (nei pressi di Rostock sul Baltico) per il loro G8. Questa volta, infatti, la tradizionale riunione nasce in un clima di notevoli differenziazioni, di contrasti e di spinte che non vanno certo in direzione di quella politica del disgelo da tanto tempo propagandata. Perché soffia un forte vento freddo che cancella di colpo quei timidi passi che le diplomazie mondiali hanno sempre cercato di presentare come processi distensivi… Non è mai stato così ed oggi, soprattutto, non è così: americani e russi vanno al vertice con lo smoking che copre i giubbetti antiproiettile. Si è quindi alla vigilia di una nuova e difficile partita. E la Russia, in particolare, scende in campo con un bagaglio di accuse nei confronti dell’America di Bush. Al Cremlino, infatti, non è andata giù l’idea della Casa Bianca di circondare il territorio ex-sovietico con uno scudo antimissilistico globale.

di Bianca Cerri

George Bush ha scelto come nuovo presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick, ex-numero due del Dipartimento di Stato ma, soprattutto, amico intimo delle industrie farmaceutiche. Sostenitore degli accordi commerciali bi-laterali, Zoellick è riuscito ad impedire l’accesso ai farmaci generici a migliaia di malati di AIDS e, forse in virtù di queste qualità, è riuscito a prevalere sull’ex-vice segretario del Tesoro Robert Kimmit, anch’egli nella rosa del ristretto numero di candidati alla successione di Paul Wolfowitz, dimessosi il 17 maggio scorso. Zoellick, del resto, che è stato nel recente passato difensore strenuo del protezionismo commerciale statunitense, sarà incaricato di seguire le sue inclinazioni dalla sua nuova poltrona, situata simbolicamente a poche centinaia di metri dalla Casa Bianca. Si è chiuso così uno dei capitoli più spinosi nella storia della Banca Mondiale, la più grande istituzione multilaterale dedicata allo sviluppo economico.

di Daniele John Angrisani

Tira un brutto vento sul continente europeo. Siamo nel 2007, eppure a sentire le notizie provenienti dall'est europeo sembra quasi di incanto essere tornati indietro di 20 anni. A Potsdam, nello stesso identico palazzo in cui nel luglio 1945 si incontrarono i capi delle grandi potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, si è assistito ad uno scambio di battute tra i ministri degli esteri degli Stati Uniti e della Federazione Russa, degno dei peggiori momenti della guerra fredda. Come si sa, alcuni giorni addietro la Russia ha testato con successo un nuovo missile strategico capace di portare testate nucleari multiple, nome in codice RS 24. Come ha dichiarato il vice primo ministro, da molti visto come possibile futuro presidente russo, Sergej Ivanov, tale arma "è capace di violare qualsiasi sistema antimissilistico verrà messo in piedi", con palese riferimento allo scudo spaziale che gli americani vogliono mettere in piedi in Repubblica Ceca e Polonia. La linea di Washington a questo proposito è da mesi sempre la seguente: lo scudo spaziale serve per proteggere l'Europa dalla minaccia dei terroristi islamici, non è indirizzato contro la Russia, anzi la Russia stessa è benvenuta se vuole partecipare al progetto. La Rice ha anche aggiunto che è "assurdo ritenere che un tale progetto possa servire da deterrente rispetto all'arsenale nucleare russo", e che anche gli americani ritengono che "i russi siano capaci di bucare lo scudo antimissilistico in qualsiasi momento". La risposta di Sergej Lavrov, il ministro degli esteri russi, è di per se indicativa, per la sua gelida fermezza, dell'attuale pessimo stato delle relazioni tra le due ex grandi superpotenze: "Speriamo non vi debba mai essere motivo per mostrare che la Rice ha ragione".


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