di Giuseppe Zaccagni

Il ricco elettricista di Danzica, Lew Walesa, se la ride sotto i baffi, ma dice anche che “i metodi dei Kaczynski per ridurre al silenzio chiunque non sia d’accordo con loro mi ricordano quelli attuati dai comunisti per distruggere Solidarnosc. Sono loro due che dovrebbero essere arrestati”. L’ex presidente Aleksander Kwasniewskij dichiara di aver previsto tutto. Il vecchio generale Jaruszelskij - sotto il nero dei suoi occhiali - nasconde lampi di cinica gioia per quanto sta avvenendo. Il primate accende un cero sotto l’icona di Woytila, il Papa che era stato chiamato a salvare la Polonia. Brzezinskij studia quello che dovrà dire quando a Varsavia si arriverà alla resa dei conti. I giornalisti del quotidiano Gazeta Wyborcza sbattono in prima pagina un titolo che denuncia la faida politica scoppiata al vertice del Paese. E i padri cattolici della famosa Radio Marija promettono a Dio di non pregare più per chi non lo merita. E così, in questo clima di crisi a tutto campo, la Polonia si avvia alle elezioni. Il parlamento sarà sciolto il 7 settembre e la consultazione potrebbe tenersi il 21 ottobre prossimo, così come messo nel conto dal partito al governo, quello appunto dei gemelli Kaczynski: Lech, presidente della Polonia (al momento ricoverato in ospedale) e Jaroslaw, premier.

di Elena Ferrara

Gli americani hanno la Cia, gli israeliani il Mossad, i russi l’Fsb, gli inglesi l’MI-6 : ma ora anche i Rom si dotano della loro intellicence. Si chiama “Sisrom”, che sta per “Servizio Informazione Sicurezza Rom”. Ha come punto base la Romania (il paese dove si è costituito ufficialmente) ed ha già stabilito rapporti a livello mondiale con l’ Interpol ed altre organizzazioni che si occupano della sicurezza. Supera così i giganteschi ostacoli innalzati dal potere dominante nei confronti di una popolazione da sempre umiliata. Alle spalle di questa nuova centrale investigativa c’è un movimento romeno particolarmente attivo che si chiama “Partito degli zingari” e che, nel parlamento di Bucarest, è rappresentato dal deputato Rom, Medelin Bojku. Ed è lui che fornisce alla stampa queste prime informazioni sul Sisrom. Che ha, come compito istituzionale, quello di svolgere operazioni di studio e di analisi in tutta la diaspora. Catalogare, quindi, le varie etnie segnalando alla centrale di Bucarest dove e come sono organizzati i campi zingari sparsi nel mondo. Una lavoro parallelo di indagine e di controllo che porterà il Sisrom, nel giro di pochi anni, ad essere una delle centrali di intelligence più importanti del mondo, capace di diegnare i contorni di un gruppo sociale.

di Luca Mazzucato


Il clan neocon di George Bush prepara un addio al potere letteralmente col botto. Quella che sarà probabilmente l'ultima mossa dell'amministrazione americana in Medioriente segnerà il futuro della regione per i prossimi anni, all'insegna della dottrina del “caos creativo”, che sta dando ottimi frutti (per Bush e alleati) in Iraq e in Palestina. Il presidente americano chiederà al Congresso un finanziamento a pioggia di circa sessanta miliardi di dollari in armamenti per Israele, Egitto, Arabia Saudita e i regimi filo-americani nel Golfo. Il pacchetto include bombe a guida satellitare, caccia ultramoderni e navi da guerra. Il motivo ufficiale è accerchiare la crescente potenza iraniana rafforzando gli alleati sunniti. Pesantemente contrarie le reazioni della Germania (che si oppone anche allo scudo antimissile di Bush in Europa orientale) ma soprattutto di una coalizione bipartisan del Congresso, che minaccia battaglia in aula. Dopo l'appoggio al progetto nucleare indiano, che sta cambiando l'assetto geopolitico asiatico, Bush decide di lasciare il segno anche in Medioriente. Ad un anno dalle elezioni presidenziali, che porteranno probabilmente ad un graduale disimpegno dall'Iraq, l'amministrazione più guerrafondaia della storia guarda lontano e cerca di plasmare il nuovo scenario regionale nei prossimi decenni.

di Alessandro Iacuelli

In tre anni si sono suicidati sei dipendenti della centrale nucleare EDF di Chinon, in Francia. Il Paese transalpino si interroga su questa inquietante serie di suicidi a catena. L'ultimo suicidio, ha portato alla ribalta a livello nazionale il caso. Lavoratori che si sono dati la morte, appartenenti a categorie diverse, che vanno dal tecnico Dominique Peutevinck, fino ad un quadro 50enne, con un incarico di alta responsabilità nella conduzione del reattore. È stato proprio il suicidio del quadro, avvenuto il 27 febbraio scorso, a far riaprire il caso del suicidio di Peutevinck, risalente all'agosto 2004. Per lui, il Tribunale degli Affari di sicurezza sociale di Tours, al termine di una causa che vede contrapposta la famiglia del defunto alla EDF, ha deliberato che l'atto suicida vada considerato come risultante di una malattia professionale. EDF ha già fatto ricorso contro tale sentenza. Fatto sta, che quasi tutti i lavoratori suicidi hanno compiuto il loro gesto estremo dentro la centrale, sul luogo di lavoro.

di Eugenio Roscini Vitali

Il 24 agosto scorso, la Corte Suprema di Islamabad ha autorizzato l’ex primo ministro Nawaz Sharif, attualmente in esilio in Arabia Saudita, a tornare in Pakistan. La notizia, accolta favorevolmente dall’opposizione, crea non pochi problemi al presidente Pervez Musharraf, pressato dall’opposizione e dal terrorismo islamico, dai fatti della Moschea Rossa di Islamabad alla azioni di guerriglia organizzare lungo la frontiera nord occidentale dalle popolazioni tribali e dai gruppi legati ad al-Qaeda. Per Musharraf, ideatore del colpo di stato che il 12 ottobre 1999 rovesciò il governo Sharif, la sentenza arriva in un momento difficile; un provvedimento sul quale non si è ancora espresso pubblicamente ma al quale si sta preparando a rispondere mettendo in campo un’alleanza di peso: quella con l’ex premier Benazir Bhutto. Diretta dai vertici della Casa Bianca, l’operazione politica tenta di ridare stabilità ad un Paese dilaniato da mille problemi, affiancando ad un leader sempre più isolato una figura di spicco che in Patria è ancora molto amata.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy