di Bianca Cerri

Va bene lavorare come schiave per una paga da fame, senza assicurazione e senza assistenza. Passi pure che le ore di straordinario non vengono retribuite e che la pensione resta un’utopia. Ma essere discriminate e molestate sessualmente proprio non va giù al milione e duecentomila lavoratrici di Wal Mart, gigante della vendita al dettaglio, che hanno deciso di intraprendere una “class action”, ovvero un’azione legale collettiva per presunti danneggiamenti. Sono stanche di essere derise e sfruttate dalla famiglia più ricca d’America e per questo hanno deciso di passare ai fatti nella speranza di recuperare la dignità e i mancati diritti economici. Ma già che ci siamo, come fece Sam Walton, padre dell’attuale catena di grandi magazzini, ad arricchirsi? Facile: sposò Helen Robson, figlia di un uomo danaroso che gli prestò i soldi per realizzare il primo mega-emporio dell’Arkansas, un’idea di cui Walton si era appropriato rubandola di sana pianta ad un amico. Era il 1962 e la paga dei commessi non superava i 60 centesimi l’ora, molto al di sotto dei minimi salariali previsti. Per non avere noie, Walton assunse John Tate, suo buon amico nonché avvocato conosciuto come una vera bestia nera dei sindacati. Iniziò così il culto di Mr. Sam, la cui filosofia imprenditoriale consisteva nell’applicare prezzi più bassi della concorrenza al fine di accaparrarsi i clienti farà della Wal Mart una delle prime imprese mondiali oltre che immagine stessa dell’America.

di Matteo Cavallaro e Giorgio Ghiglione

Il 22 Aprile 2007, i cittadini francesi saranno chiamati alle urne: per la nona volta dalla nascita della Quinta Repubblica, dovranno eleggere un nuovo Presidente. Nel caso molto probabile in cui nessuno dei candidati raggiunga la maggioranza assoluta dei consensi, si terrà il 6 maggio un secondo turno tra i due più votati. Poco più di un mese dopo, il 10 e il 17 Giugno, i cittadini di Francia dovranno invece esprimersi sul rinnovo dell'organo legislativo, il Parlamento. Visti i particolare rapporti che esistono tra Presidente, Primo Ministro e Parlamento, entrambe le elezioni hanno un valore politico reale e non solo formale. Questi cinque anni del secondo mandato Chirac hanno visto eventi di particolare rilevanza nella storia francese e non. A partire dall'arrivo al ballottaggio di Jean-Marie Le Pen e la conseguente rottura del bipolarismo tipico della Quinta Repubblica, per arrivare all'incendio delle banlieu e alle contestazioni del CPE. Nell'ultimo scorcio del suo mandato si è visto lo scontro fra il suo delfino De Villepin e Nicholas Sarkozy che ha determinato la vittoria di quest'ultimo, attuale candidato gollista.

di mazzetta

La tradizionale campagna militare primaverile si è aperta in anticipo in Afghanistan. Ogni anno, ormai da secoli, chi invade l’Afghanistan sa che con il disgelo riprendono le attività dei guerrieri afgani. che sia stato per effetto del “global warming” o per impazienza, l’anticipo dell’apertura della stagione bellica è stato una sorpresa solo per le NATO e per il comando americano. Mentre il segretario dell’alleanza atlantica De Joop dice che “spezzeremo le reni” agli afgani cattivi, i comandi americani chiedono più uomini e mezzi. Non per resistere, dicono loro, ma per sferrare una “offensiva” decisiva. La situazione nel paese è chiaramente giunta allo stallo e nessuna grande battaglia potrà risolvere l realtà sul campo. Da una parte ci sono le forze alleate che non possono essere cacciate, dall’altra c’è un’alleanza afgana allargata che non può essere spazzata via in campo aperto. In mezzo una popolazione per la quale la vita è sempre difficile e il panorama è sempre più punteggiato dai burka.

di Elena Ferrara

Reduce dalla tournee indiana alla testa di 400 imprenditori Prodi lancia una campagna per una maggiore presenza italiana nel continente “Cindia”. Parla di interdipendenza economica segnata dall’epoca della globalizzazione e, poi, sostiene che la vera alternativa alla quale rifarsi è quella del “multilateralismo”. Intendendo con questo termine una connotazione legalitaria nell’ambito del riconoscimento di una legittimità italiana. Quindi nessuno spazio a scelte “unilaterali”, ma sempre un’azione tesa a ricercare soluzioni “condivise”. Multilateralismo attivo, in sintesi. E Prodi ha insistito proprio su questi aspetti nei colloqui avuti in India con la dirigenza di quel paese ricordando che dopo il crollo del mondo bipolare, c’è stato anche chi si è creato l'idea di un mondo unipolare, dove i problemi si possono risolvere in un solo centro. Non è così – ha detto il premier italiano - perché sappiamo che aumentano le crisi e diminuisce la capacità di risolverle.

di Giuseppe Zaccagni

E’ un compromesso storico quello raggiunto a Pechino dopo giorni di trattative. Perché il governo nordcoreano di Pyongyang ha deciso di sospendere il suo programma nucleare in cambio di un milione di tonnellate di greggio l'anno a partire dal momento del blocco del suo reattore di Yongbyon (attualmente utilizzabile anche per scopi militari dal momento che è in grado di produrre uranio indispensabile per la costruzione di armi atomiche) e di ottenere, poi, due milioni di kilowatt di elettricità al suo definitivo smantellamento. Crisi salvata, quindi. Almeno per il momento, conoscendo le passate impennate del leader coreano Kim Jiong-Il. Comunque i negoziatori – Corea del Sud, Russia, Cina, Stati Uniti – lasciano soddisfatti la capitale cinese che è stata l’arena di un tour de force diplomatico che tendeva, sin dai primi passi, a convincere i nordisti a sospendere il loro programma atomico di carattere militare.


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