di mazzetta

Il nuovo presidente di Francia troverà sulla scrivania un dossier africano. Sarkozy ha appena ricevuto una supplica proveniente dal Ciad nella quale l’opposizione chiede che la Francia cessi di appoggiare il dittatore Deby. Nella lettera si riporta anche l’articolo quattro dell’accordo di partenariato in materia di assistenza militare tra i due paesi, nel quale c’è scritto a chiare lettere che i militari francesi “non possono in alcun caso partecipare direttamente ad operazioni di guerra o di mantenimento o di restaurazione dell’ordine e della legalità” in Ciad. Nella realtà invece i francesi hanno partecipato eccome. Non solo hanno usato l’aviazione per bombardare l’opposizione a Deby ormai prossima a cacciare il tiranno, ma sono intervenuti con uomini e mezzi anche in Repubblica Centrafricana a sostegno di un altro dittatore, Bozizè, che da qualche anno ha conquistato il potere proprio con il sostegno di Deby la benevolenza dell’armèe e che ormai era assediato nella capitale Bangui, avendo l’opposizione centrafricana preso il controllo del resto del paese senza troppa fatica.

di Carlo Benedetti

Correva l’agosto del 1970 e, sull’onda delle idee del tedesco Egon Bahr, il cancelliere di Bonn Willy Brandt avvicinava l’Europa all’Unione Sovietica. Era un passo importante: una vittoria della politica diplomatica che sarebbe passata alla storia con il termine di Ostpolitik, consacrando lo stesso Brandt come uno dei padri della politica distensiva post.bellica. Ora è di nuovo un esponente della (nuova) Germania a rilanciare il processo distensivo con Mosca. Perché tocca al Cancelliere tedesco Angela Dorothea Merkel – nella sua veste di Presidente di turno dell’UE – avviare una fase di rinnovata distensione verso il Cremlino di Putin proprio mentre sono in atto le grandi manovre della nuova guerra fredda tra Mosca e Washington. L’appuntamento per questa tornata di realpolitik - che dovrebbe far prevalere elementi di stabilizzazione del continente – è fissato per il 17 maggio in territorio russo e, precisamente, nella città di Samara sulle rive del Volga, accanto alla città di Togliatti. E’ appunto qui, nel cuore di una Russia che si divide tradizionalmente tra industria e campagna, che prenderà avvio il vertice dell’Unione che ha come obiettivo quello di eliminare le diffidenze che caratterizzano una scena diplomatica segnata da incertezze e instabilità. Compito, ovviamente, difficile per la Merkel che si trova ad operare registrando lunghe e statiche contrapposizioni che hanno contraccolpi economici e politici. Di qui la necessità che questa auspicata ostpolitik trovi una molteplicità di strade che, pur se diverse, possano portare a raggiungere gli stessi obiettivi.

di Luca Mazzucato

Quando si parla di resistenza palestinese nei Territori Occupati, le immagini che vengono subito in mente sono i racconti di guerra guerreggiata e l’Intifada. L'assedio israeliano alla Mouqata (la sede dell'ANP) a Ramallah; la battaglia di Jenin; ragazzi che si difendono dai carriarmati israeliani lanciando pietre con la fionda. Ma c'è un’altra faccia della resistenza palestinese e si tratta della lotta nonviolenta degli abitanti del villaggio di Bi'lin, in West Bank. Da due anni, ogni venerdì manifestano pacificamente contro il Muro che gli sta portando via, giorno dopo giorno, la terra, i campi e il lavoro. Ma è anche la lotta pacifica delle centinaia di israeliani che ogni settimana si uniscono a loro, mentre altri israeliani, i soldati della Border Police, sparano piogge di lacrimogeni e micidiali proiettili di gomma sugli uni e sugli altri, senza distinzione. Venerdì scorso, i dimostranti sono finalmente riusciti a raggiungere il Muro e superare lo sbarramento dell'esercito. La forza militare israeliana non ammette confronti diretti, ma la lotta nonviolenta guadagna spesso risultati inediti e può insegnare qualcosa di nuovo.

di Maurizio Coletti

Potenza di quel transalpino di Sarkozy!! In quattro e quattr’otto ha conquistato l’Eliseo e rischia, novello Bonaparte, di invadere anche l’Italia. L’invasione si concentra, per ora, su alcuni territori che sono quelli che Sarko ha utilizzato per la sua cavalcata. Almeno, quelli relativi ai temi della sicurezza e dell’ordine. Così sembra dalle uscite di Chiamparino e Turco sul tema delle droghe: si torna convintamente alla penalizzazione creativa dei consumi tout court. I due dichiarano che è ora di considerare droghe e consumatori tutti colpevoli, tutti collusi con lo spaccio ed il narcotraffico, tutti da punire. Poi, prevale l’italica e codina generosità riparatrice e si propone che i consumatori si occupino di viole mammole e di margherite, affinché capiscano di avere fatto male a sé ed alla società intera. Se sono vere le stime che da parte autorevole si avanzano sul numero totale dei consumatori (quelli che usano e quelli che abusano), questi soggetti arriverebbero a un milione e ottocentomila. Ci saranno abbastanza giardinetti, aiuole, campi?

di Carlo Benedetti

Parata militare a Mosca per un 9 maggio in onore di quello del 1945 che segnò la vittoria sovietica sul nazismo. Festa grande, quindi, con le bandiere dell’Armata Rossa e i veterani carichi di medaglie. Ma quest’anno il Cremlino ha voluto dare alla manifestazione anche un altro significato concedendo spazio agli schieramenti del “grande nazionalismo russo”. Tutto è stato presentato come un gesto di affermazione della verità storica e di riconciliazione nazionale. E così sono comparsi nelle strade della capitale centinaia e centinaia di “volontari” che hanno distribuito alla popolazione dei “nastrini nero-arancio” che ornavano, prima della Rivoluzione d’Ottobre, l’ “Ordine di San Giorgio”. Il senso di questa azione, appunto, è quello di collegare la data del 1945 a tutte le lotte precedenti dei russi, in difesa della patria. Nero-arancio, quindi, con questo “Nastrino di San Giorgio” e cioè quell’ordine (Gheorghievski) che decorava i russi che si erano battuti sui fronti delle battaglie in difesa della Russia. Nulla da eccepire, quindi. Perché Putin vuole operare una riconciliazione nazionale saldando – con una costruzione mitologica del passato - la Vittoria del ’45 alle battaglie della Russia prerivoluzionaria.


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