La recente decisione del governo conservatore britannico di aggiungere il braccio politico di Hezbollah alla lista delle organizzazioni terroristiche rappresenta una mossa di cui a prima vista appare molto difficile comprenderne il senso. Una serie di ragioni sono in realtà alla base del provvedimento firmato dal ministro dell’Interno, Sajid Javid, e ratificato dal Parlamento di Londra. La proscrizione della milizia/partito sciita libanese, tuttavia, resta senza alcun dubbio un gesto sbagliato, nonché potenzialmente controproducente per la stessa Gran Bretagna.

La brillante carriera del primo ministro canadese, Justine Trudeau, rischia di chiudersi prematuramente sotto le pressioni di uno scandalo crescente scoppiato in seguito alle accuse di avere esercitato influenze indebite a favore di una multinazionale delle costruzioni implicata in una vicenda di corruzione. Nelle ultime settimane, due ministri del gabinetto federale e il più stretto collaboratore del premier si sono dimessi a causa di questi eventi, mentre le forze di opposizione e una parte dei media chiedono a gran voce le dimissioni dello stesso Trudeau, i cui guai minacciano come minimo di avere conseguenze devastanti sulle prospettive elettorali del suo Partito Liberale.

 

I problemi per Trudeau erano iniziati ai primi di febbraio con la pubblicazione su uno dei principali giornali canadesi, The Globe and Mail, di rivelazioni che descrivevano come il primo ministro e alcuni membri del governo a lui vicini avessero fatto pressioni sul ministro della Giustizia, Jody Wilson-Raybould, per consentire alla compagnia SNC-Lavalin di chiudere una vicenda legale scottante con un patteggiamento che avrebbe evitato a quest’ultima una condanna criminale.

Reduce dal fiasco di Cucuta e da un tour nelle capitali del cartello di Lima, dove ha raccolto delusioni e sorrisi di facciata, l’autoproclamato presidente del nulla, Juan Guaidò, ha fatto ritorno in Venezuela. E’ arrivato atterrando all’aeroporto di Caracas, dove sperava ci fosse chissà quale spiegamento di forze in procinto di arrestarlo ma ha trovato solo uno stuolo di fotografi e cameraman dei soliti media di proprietà dei soliti noti al servizio degli arcinoti interessi.

 

La UE e il governo statunitense, avevano ammonito il governo di Nicolas Maduro che avrebbero reagito duramente nel caso Guaidò fosse stato arrestato ma si è rivelato l’ennesimo abbaiare alla luna. Nessuno, infatti, ha pensato di fermarlo, a Caracas non difetta intelligenza e non si fabbricano eroi di cartone.

Lo scontro tra Stati Uniti e Canada, da una parte, e Cina dall’altra sul colosso delle telecomunicazioni Huawei è entrato in questi giorni in una fase caldissima e forse decisiva. In risposta alla richiesta di estradizione americana della responsabile amministrativa della compagnia, Meng Wanzhou, il governo canadese ha dato infatti il proprio benestare, inaugurando un procedimento che si annuncia lungo e complesso. A sua volta, i legali della top manager di Huawei hanno fatto causa contro le autorità canadesi, mentre la stessa società cinese si starebbe preparando a portare in tribunale nientemeno che il governo americano.

Un rapporto di un’agenzia del governo americano, pubblicato dalla stampa d’oltreoceano qualche giorno fa, ha documentato un sistema fatto di abusi sessuali sistematici ai danni di minori immigrati e detenuti in strutture speciali dopo essere giunti da soli negli Stati Uniti o in seguito alle separazioni forzate da genitori e famigliari.

 

L’indagine è stata condotta da una sezione del dipartimento della Sanità, responsabile per legge dell’assistenza agli stranieri più giovani che si presentano al confine USA, e ha registrato più di 4.500 segnalazioni di abusi tra l’ottobre del 2014 e il luglio dello scorso anno.

 

Gli episodi descritti sono di diversa gravità e includono ricostruzioni spesso raccapriccianti nonostante un linguaggio quasi sempre freddo e burocratico. I casi in questione, che risalgono anche all’epoca dell’amministrazione Obama, riguardano in parte abusi commessi dal personale delle strutture di detenzione, mentre molti altri da minori detenuti ai danni di altri più giovani nell’indifferenza dello staff governativo o dei “contractor” privati.


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