di Ilvio Pannullo

Finalmente la crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti sta per arrivare nelle aule dei tribunali. Il 19 giugno scorso, assumendo le proporzioni di una vera e propria retata su Wall Street, centinaia di persone sono state arrestate nel corso di un'operazione della polizia federale americana. Le prime due vittime sono due ex manager di Bear Stearns, la banca d’investimenti che appena tre mesi fa fu salvata dal fallimento dalla Federal Reserve e dalla potentissima JP Morgan, nonostante i problemi dell’istituto esplosero, ben prima, alla metà del 2007 scatenati dalla crisi del credito e dei mutui. I due colletti bianchi, Ralph Ciotti e Matthew Tannin, manager di hedge fund falliti che facevano capo a Bear Stearns, sono stati prelevati dalle rispettive abitazioni a Manhattan e nel New Jersey e ora si trovano a dover rispondere davanti alle autorità del fallimento dei fondi speculativi che hanno acceso la miccia della crisi subprime.

di Alessandro Iacuelli

All'assemblea annuale dell'Unione Petrolifera non si poteva certo evitare di parlare e sparlare della cosiddetta "Robin Hood Tax". Quel che è certo è che i petrolieri hanno ricevuto il sostegno non solo formale, ma anche politico, da parte del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: "Siamo contrari a ogni forma di aumento della tassazione in un Paese che ha le tasse più alte d'Europa", ha detto Marcegaglia nel suo intervento in assemblea, "a maggior ragione lo siamo per un settore assolutamente strategico. Il modo migliore per trovare una soluzione è sedersi attorno a un tavolo". L'Italia spenderà 13 miliardi in più per importare greggio, dichiarato il presidente dell'Unione Pasquale De Vita nel corso dello stesso incontro: "Se le tendenze di prezzo e di cambio dovessero confermarsi", nel 2008 la bolletta petrolifera "potrebbe oscillare tra i 34 e i 44 miliardi di euro, oltre 13 miliardi in più rispetto al 2007. La fattura energetica potrebbe di conseguenza attestarsi intorno ai 65 miliardi, 18 miliardi in più rispetto al 2007)".

di Marco Montemurro

Non sarà facile decidere la nomina di un suo successore per Rupert Murdoch, l’anziano magnate dei media. Il settantasettenne imprenditore australiano vorrebbe consegnare il suo impero ai figli Lachlan e James ma, se ciò avverrà, si rafforzerebbe il potere di Peter Chernin, attualmente la figura più influente nella compagnia dopo Murdoch. Una clausola del contratto con Chernin infatti concederebbe al suo vice, in caso di licenziamento o dimissioni, libertà di produrre film e show per sei anni dal budget della News Corporation, la grande holding multimediale. Il solo modo per Murdoch di evitare tale vincolo sarebbe quindi nominarlo numero uno dell’azienda. Molte sono quindi le incognite sulla successione, soprattutto perché nel corso degli anni la figura di Chernin ha acquisito sempre più potere in quanto è il responsabile di un ramo decisivo.

di Ilvio Pannullo

La corsa del petrolio sembra inarrestabile e le sue conseguenze sono immediatamente percepite dai consumatori tanto alla pompa di benzina quanto al supermercato. Ogni giorno dalla borsa ci comunicano che il petrolio ha toccato l’ennesimo record storico e nessuno pare sia in grado di fermare questo pericolosissimo trend. "Siamo di fronte a un caso scolastico di fallimento del mercato" afferma Davide Tabarelli presidente di Nomisma energia e analista del Sole 24 Ore per le materie prime. Se, infatti, nel tempio del liberismo, qual è il congresso USA, i senatori democratici propongono una legge per valutare se c'è stata speculazione sul mercato del petrolio, vuol dire che la tentazione di regolare i mercati è forte, troppo forte per resistere. Il mercato, come si sa, ha le sue regole ed è grazie a queste che - ci dicono i grandi economisti - trova sempre il prezzo ottimale, incrociando domanda e offerta.

di Alessandro Iacuelli

Settimana clou per Confindustria. E' il momento in cui il sindacato più forte d'Italia, l'unico in grado di ottenere quel che vuole da tutti i governi, cambia i propri vertici. Luca Cordero di Montezemolo ha deciso di uscire di scena in un modo abbastanza duro, lanciando accuse a ripetizione verso i sindacati e verso quei settori della società che ancora non accettano di essere subalterni ad imprenditori e industriali, e che magari "osano" ancora rivendicare e negoziare circa i propri diritti. "E' ormai chiaro che la trincea dei negoziati infiniti, del rifiuto di guardare con occhi obiettivi la realtà e soprattutto in che direzione va il mondo, serve solo e soltanto a difendere una casta di professionisti del veto", ha detto il presidente uscente di Confindustria ad un convegno del suo centro studi.


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