di Mariavittoria Orsolato

Non sono valsi a nulla gli innumerevoli richiami al buon senso con cui i fisici di tutto il mondo hanno cercato di tranquillizzare una buona fetta di popolazione mondiale. Stamattina tra le 9 e le 10 il collettore di particelle LHC verrà messo in funzione per scoprire la reale esistenza dei bosoni di Higgs - particelle che, secondo i calcoli del loro scopritore, sarebbero le responsabili dell’attribuzione di massa a tutto quello che ci sta attorno - e, manco fosse la notte degli Oscar o la finale di Champions League, il potenziale ansiogeno di milioni di persone si riverserà in massa verso Ginevra e il suo lunghissimo tunnel sotterraneo. L'arma di distrazione di massa é innescata.

di Mariavittoria Orsolato

La nuova arma di distrazione di massa è stata messa a punto al Cern ( Centro Europeo di Ricerca Nucleare) di Ginevra e promette di catalizzare l’apprensione globale riversata in questi giorni sulla malrisolta e malgestita questione caucasica. Leggendo le maggiori testate internazionali pare infatti che l’acceleratore di protoni LHC, ovvero Large Hadron Collider, sarà una delle - ormai infinite - probabili cause della prossima ventura fine del mondo. L’esperimento, che verrà condotto in questo megatubo anulare di 27 kilometri di lunghezza, è previsto per il prossimo 10 settembre e mira a ricostruire quelle che furono le ore immediatamente successive all’esplosione creatrice del Big Bang, in modo da riuscire ad individuare i cosiddetti bosoni di Higgs, le particelle subatomiche che sembra abbiano dato massa ad ogni altra particella esistente. Per fare ciò gli eminenti scienziati del centro di Ginevra spareranno nel collettore situato a 60 metri di profondità, fasci di particelle atomiche e le faranno scontrare ad una temperatura di circa 270 gradi sotto zero, nella speranza di carpire i segreti della materia e della gravità.

di Elena Ferrara

Gli slogan potrebbero anche essere: “Futuristi di tutto il mondo, unitevi” oppure “Futuristi avanti verso il passato”. E tutto questo perchè dopo quell’evento top del 1986 - la mostra estiva “Futurismo & Futurismi” a Palazzo Grassi a Venezia - le idee che Marinetti illustrò sul Le Figaro del 20 febbraio 1909, in quel suo celebre manifesto, tornano ad agitare il mondo degli storici, degli artisti e, in generale, della cultura mondiale. E non è un caso se la “sveglia” arriva - ancora una volta - da due paesi che sono stati al centro dell’avventura futurista: l’Italia e la Russia. Tutti impegnati ora a mettere in campo le vecchie eredità presentando una mostra globale sulle “due facce” del futurismo. E ancora una volta - pur se i tempi sono notevolmente mutati - si registra una sfida intellettuale al mondo e alla cultura per un riesame di quella che può essere ancora considerata come una rivoluzione culturale che ha fatto epoca aprendo nuove strade e prospettive.

di Elena Ferrara

E’ rivoluzione all’Osservatore Romano. L’edizione del 15 agosto segna una svolta nel quotidiano, un tempo paludato e noioso organo prodotto dalla macchina propagandistica d’Oltretevere. Ora, con un Papa nuovo e un direttore nuovo, arriva in prima pagina la riproduzione a colori di una copertina classica della serie “Tex”, quella con Tex “sul sentiero dei ricordi”. E così l’organo di Ratzinger rompe una consolidata tradizione che voleva sbattute in prima solo le immagini dei Papi, dei Santi, delle monache e di tutto il repertorio iconografico prettamente religioso. Arriva Tex e sbaraglia tutti con un titolo forte che lo indica come un personaggio che difende i più deboli e che fa della giustizia la sua missione. Eccolo, quindi, il nostro eroe narrato dal giornalista Roberto Genovesi che riempie varie colonne del quotidiano vaticano.

di Carlo Benedetti

MOSCA. Grande ma scomodo e ingombrante, autore di opere letterarie ma anche di preghiere, figura carismatica fuori dal tempo attuale, spirito inquieto, slavofilo ottocentesco, mistico ortodosso, anni di lager e poi tonnellate di soldi con venti anni di pace nel Vermont. Ora Aleksàndr Isaevic Solgenitsin - nato a Kislovodsk l’11 dicembre 1918 - se ne è andato ad 89 anni nella notte del 3 agosto. La notizia è stata data dal figlio Stepan e secondo le sue parole la scomparsa è avvenuta per un “improvviso arresto cardiaco'', alle 23,45 ora di Mosca (le 21,45 italiane). Lo scrittore è così morto in Russia - come voleva - e cioè nel suo paese dal quale era stato espulso nel 1974. Ma era sempre riuscito - pur nell’esilio americano - a restare ancorato alle vicende sovietiche e russe. Aveva infatti consegnato alla storia opere di forte contenuto sociale e letterario, valide tutte per una rivisitazione delle vicende del Paese: dagli anni della Rivoluzione ad oggi, dai lager alle proposte per ricostruire la società.


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