La questione dello status di Taiwan rappresenta uno dei fronti più caldi in assoluto della rivalità tra Cina e Stati Uniti. Sia durante la presidenza Trump sia con l’attuale amministrazione democratica, Washington ha scelto di intensificare le provocazioni nei confronti di Pechino in questo ambito, alimentando in primo luogo e in maniera deliberata l’incertezza sulla sovranità dell’isola. A queste manovre sta partecipando recentemente anche il Giappone, il cui governo, nonostante il brutale passato coloniale, intende utilizzare la partnership con Taiwan per fare pressioni sulla Cina e allineare sempre più i propri interessi strategici a quelli americani in Estremo Oriente.

L’attentato all’aeroporto di Kabul ad opera dell’Isis K, fazione afgano-pakistana dell’ISIS, presenta un quadro inedito di occupanti che fuggono, terroristi che attaccano i terroristi, e gli USA che da giorni lanciavano allarmi su un attentato che è sembrato quasi una predizione. Né le forze NATO né i Talebani sono stati in grado di prevenire un attentato annunciato dai media per una intera settimana. Certo, un attentatore suicida non è semplice da intercettare e la confusione di queste ore non aiuta, ma una zona sotto il completo controllo militare della NATO, con le migliori tecnologie a disposizione, non sa intercettare la formazione e l’insediamento di una cellula ISIS? Nemmeno porre dei filtri a salvaguardia di obiettivi (peraltro ampiamente noti) è stato possibile? Non si capisce come mai una forza terroristica riesca a colpire superando un doppio livello di difesa. Ma se non conoscevano l'attentatore come hanno fatto due giorni dopo a scoprire l'ideatore? Misteri afghani? La NATO ha eserciti da operetta, buoni solo nei film oppure siamo in presenza di un confezionamento del nuovo nemico utile per le prossime mosse?

Probabilmente non ne hai mai sentito parlare, ma Creative Associates International (CAI) è una delle più grandi e potenti organizzazioni non governative che operano nel mondo. Un pilastro del soft power degli Stati Uniti, il gruppo è stato un architetto nella privatizzazione del sistema educativo iracheno, ha progettato applicazioni di messaggistica volte a rovesciare il governo cubano, ha servito come gruppo di copertura per la famigerata forza mercenaria Blackwater (ora rinominata Academi) e si è collegato con gli squadroni della morte Contra in Nicaragua.

Fino a poche settimane fa, le elezioni federali in Germania previste a fine settembre sembravano dover essere una sfida a due tra i Cristiano Democratici (CDU), alleati come sempre dei Cristiano Sociali bavaresi (CSU), e i Verdi, con il partito Social Democratico (SPD) nettamente staccato e invischiato in una crisi politica di lunga data. Gli ultimi sondaggi hanno invece iniziato a registrare un’inversione di tendenza inaspettata. Lo storico partito di centro-sinistra avrebbe infatti virtualmente agganciato quello della cancelliera uscente, Angela Merkel, mettendo in discussione le previsioni che apparivano ormai consolidate circa la natura del prossimo governo di Berlino.

A  dieci giorni dalla caduta di Kabul e dal ritorno dell’Afghanistan di fatto sotto il controllo talebano, il tumultuoso epilogo del conflitto sta assumendo sempre più i contorni non solo di una clamorosa disfatta per gli Stati Uniti, ma di un evento di portata storica che segna il fallimento definitivo degli sforzi occidentali per influenzare e orientare le dinamiche geo-politiche nelle aree strategicamente più importanti del pianeta. Questi sviluppi si intrecciano alle manovre in corso a Kabul e non solo per stabilizzare il quadro afghano, principalmente attraverso la creazione di un governo “inclusivo”, nelle quali stanno giocando un ruolo cruciale paesi come Russia, Cina e, in misura minore, Iran.


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