di Mariavittoria Orsolato

Lo scorso 31 luglio il neopresidente del Paraguay, l’ex-vescovo Fernando Armindo Lugo Mendez ha visto esaudita dal Vaticano la sua richiesta di dismettere gli abiti talari e di tornare ad essere un semplice cittadino laico. La richiesta era partita ufficialmente nel dicembre del 2006, quando l’ex vicario di San Pedro aveva formalmente abbracciato la strada politica candidandosi per le presidenziali e mettendosi a capo dell’Alianza Patriotica para el Cambio (APC), la coalizione multipartitica che lo scorso 20 aprile ha dato una nuova chanche al popolo paraguayano, liberandolo da oltre sesant’anni di dispotismo e malgoverno del principale partito repubblicano dell’America Latina, l’Asociaciòn National Republicana conosciuta anche come Partido Colorado. In molti avevano puntato sul suo essere uomo di chiesa e dopo la sospensione a divinis decretata il 20 gennaio di quest’anno i suoi sostenitori, ad Asunciòn così come nelle altre roccaforti del partito Colorado, erano aumentati in modo esponenziale. Ha deciso di parlarne con Altrenotizie.

di Luca Mazzucato

Dopo mesi di agonia, il governo Olmert è giunto al capolinea mercoledì scorso. In una conferenza stampa, il premier israeliano ha annunciato che il 17 settembre prossimo non parteciperà alle primarie del suo partito Kadima e si dimetterà, lasciando il posto al nuovo leader, ovvero la favorita Tzipi Livni, ministro degli esteri. Le numerose indagini per corruzione e frode contro Olmert stanno per concludersi portando all'incriminazione ufficiale, ma il premier ha voluto anticipare le mosse della polizia e uscire pulito dal suo incarico. “Sono fiero di essere cittadino di un paese dove il primo ministro può essere indagato come un cittadino qualsiasi” ha dichiarato Olmert. “Il premier non è al di sopra della legge,” è stata la conclusione a sorpresa del suo discorso.

di Giuseppe Zaccagni

Non hanno alle spalle né un Dalai Lama né una diaspora politica ed economica in grado di appoggiarli. Non hanno una “terra” pur se nella loro storia secolare si sono sempre trovati all’incrocio di aree segnate da grandi civiltà: asiatica, indiana e cinese. Vivono sparsi nell’India, nell’Afghanistan, nel Pakistan, nella Cina e in regioni dell’ex Unione Sovietica come Kasachstan, Kirghisia, Usbekistan e Turkmenistan. Ed ora - sull’onda di quanto sta accadendo nel vicino Tibet e nel lontano Kosovo - decidono di uscire allo scoperto e di avviare una loro lotta che blocchi i processi di assimilazione e, di conseguenza, quella perdita di identità strisciante che viene favorita dai grandi popoli che li “ospitano”. Puntano a conservare una propria riconoscibile identità. Si apre la “questione uigura” che riunisce - in una nazione ideale - persone mai censite e tenute ai margini delle società ufficiali.

di Michele Paris

A poco meno di cento giorni dalle elezioni che stabiliranno il 44esimo presidente degli Stati Uniti, i principali media d’oltreoceano si stanno dando battaglia a suon di sondaggi per prevedere quale sarà l’esito della sfida tra Barack Obama e John McCain. Nonostante la situazione del paese sembri favorire un cambio nella leadership di Washington e il gradimento manifestato dagli americani verso i Democratici in genere sia di gran lunga superiore a quello riservato ai Repubblicani, la candidatura del Senatore afro-americano dell’Illinois continua a non decollare nelle indagini statistiche più recenti. Vero è che Obama risulta in vantaggio in quasi tutti i sondaggi finora resi noti, ma il divario medio che lo separa dal suo avversario è tale da lasciar presagire qualsiasi sviluppo nei prossimi mesi.

di Rosa Ana de Santis

Si consuma sotto i nostri occhi il consueto rituale moraleggiante e pavido della tradizione popolare italiana. Le acclamazioni frenetiche che per giorni e giorni hanno gridato di furore e sconcerto per l’uccisione della giovane Eluana, che hanno riempito le pagine dei giornali cattolici e non solo, insinuando il dubbio che questo padre fosse poco lucido per stanchezza e dolore, oggi forse si placheranno. Il ricorso del pg Maria Antonietta Pezza contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano impedirebbe alla famiglia Englaro di procedere. Eluana persisterebbe a vegetare nello stato in cui è mantenuta da 16 anni. Il conflitto sull’attribuzione di poteri tra lo Stato sul caso Englaro ha visto non solo aspre polemiche alla Camera tra maggioranza e opposizione, in una qualche misura fisiologiche, ma accese contese all’interno del PD, che continua a dare pessime prove di se sui casi più recenti che la bioetica sottopone alla vita politica italiana. Complici ignavi di un letargo imperdonabile che avrebbe dovuto vederli in prima fila a lavorare per l’emancipazione della nostra italietta giolittiana. Attesa inutile. Cosi si prepara l’esercito della destra crociata, dei cattolici di ogni parte e partito e, purtroppo, la fronda penosa e senza patria dei teodem.


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