di Carlo Benedetti

MOSCA. Un attacco del genere non si era mai registrato contro le forze di sinistra. Impensabile ai tempi dell’Urss. Ma ora, nel clima generale di un becero anticomunismo di ritorno e mentre sale sulle rive della Moscova l’amore per Berlusconi, ecco Radio Mosca, che un tempo osannava e corteggiava le sinistre italiane, attuare una netta svolta. E sotto i colpi della critica e delle accuse cade Veltroni. Perchè quell’intervista che il leader italiano ha rilasciato al Corriere della sera per denunciare l’importazione in Italia del cosiddetto “modello Putin”, ha suscitato le ire dei laudatores del regime putiniano, in primo luogo i nuovi inquilini dell’emittente russa: tutti pronti a battere la mani al Capo, come ai vecchi tempi, quando c’erano Breznev e compagni. Ed ecco che dalle onde di questa Russia radiofonica riceviamo una lezione di stile scolastico sulle istituzioni russe. Ci viene ricordato che tutto è in regola ed è in sintonia con le norme democratiche occidentali: c’è una Costituzione e c’è poi una Camera alta “in cui ha trovato attuazione il sogno federalista di Umberto Bossi, dal momento che è costituita da rappresentanti delle Regioni e delle varie autonomie esistenti, per tradizione, nel paese...”.

di Eugenio Roscini Vitali

Ci sono voluti sedici anni perché il popolo angolano potesse tornare alle urne, perché la politica del non cambiamento prevalesse e il Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola del presidente José Eduardo dos Santos, capo dello Stato dal 1979, si aggiudicasse le elezioni legislative con l’81,64% delle preferenze. Sedici anni durante i quali, pur rimanendo politicamente statico ed asfittico, l’Angola ha scoperto le immense ricchezze naturali di cui dispone e si è trasformato: è diventato il quarto produttore al mondo di diamanti e, insieme alla Nigeria, il primo produttore africano di petrolio; è entrato a far parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e tra i maggiori sostenitori delle missioni di pace organizzate dall’Unione Africana; ha abbandonato definitivamente l’idea marxista che ne aveva contraddistinto i primi anni dell’indipendenza dal Portogallo aprendosi all’economia di mercato.

di Alessandro Iacuelli


Il Governo italiano, nel mettere a punto le sue linee per lo sviluppo economico, riesce a proporre un emendamento che, per molti versi, ricorda quello dei CIP6, con il quale furono ammessi i rifiuti bruciati tra le energie rinnovabili. Analogamente a quell'occasione, rivelatasi una vera e propria truffa ai danni dei cittadini, oggi il Governo fa entrare il nucleare nel piano di sviluppo delle energie rinnovabili. Lo si legge in un emendamento all'articolo 15 del disegno di legge AC 1441 "Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria". Naturalmente, all'interno del Parlamento, non se n’era accorto nessuno, né dalla maggioranza né dall'opposizione. D'altronde, se riguardiamo i temi portati avanti in campagna elettorale dai principali schieramenti, ci accorgiamo che quel partito trasversale che va chiamato "Partito Nucleare" ha attualmente il 94% dei seggi sia alla Camera sia al Senato.

di Rosa Ana De Santis

Il santo padre tuona contro la contraccezione. E le fiamme dell’inferno divampano già per chi fa uso della pillola come di ogni altro contraccettivo per commettere l’abuso di decidere consapevolmente della nascita dei propri figli. Quale orrore direbbe lui. Non lasciare al vento della provvidenza manzoniana, della buona sorte, del caso - diremmo noi - la vita umana. E’ lì che sta il segno della grandezza del creatore e del miracolo divino. Un invito che dietro la trionfante retorica che ricorda i versetti di Matteo 6 sugli uccelli che non mietono né raccolgono, ma vengono nutriti dal padre celeste, tradisce una verità crudissima e lampante. La morale laica direbbe che quello che loro predicano è giocare con la vita umana alla roulette, tentare l’azzardo: l’operazione più pazza, immorale e pericolosa che si possa fare con la vita di un figlio. Poveri, malati, magari non desiderati. Vita punto. Embrione punto. Persone da subito. E questo vale persino prima, quando ancora niente di tutto questo esiste nemmeno.

di Carlo Benedetti

MOSCA. Dalla Casa Bianca arrivano segnali d'inquietudine, che indicano una ripresa del riarmo russo accompagnata da iniziative all'estero. Al Cremlino continuano invece a sostenere che non è vero, che non c’è nessuna escalation militare da parte della Russia. E’ in atto – dicono - solo una profonda ristrutturazione delle concezioni di politica estera che vede la diplomazia russa uscire dalla logica del braccio di ferro tradizionale e del gioco a somma zero. La linea attuale consiste, infatti, nell’entrare nella più raffinata e positiva logica della reciproca convenienza. Ma tutti sanno che alle spalle di questa “nuova” strategia, c’è l’intera vicenda caucasica che pesa come un macigno e che, di conseguenza, spinge il Cremlino a mostrare i muscoli. L’obiettivo consiste nell’uscire da un certo isolamento dovuto ad una fase che è stata definita come “transitoria”. Ed ora il periodo della transizione sembra proprio finito, dal momento che nel Paese tornano alla ribalta quattro “categorie” che segnano la politica interna, internazionale e, soprattutto, militare.


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