di Carlo Benedetti

Alta tensione nel rapporto Est-Ovest a poche ore dall’inizio delle prime manovre militari della Nato in Georgia. Si parla di un tentativo di golpe armato russo a Tbilisi. La manovra sarebbe stata sventata in tempo dalle forze di sicurezza georgiane mentre alcuni alti ufficiali del ministero della Difesa sarebbero stati arrestati perché coinvolti nel piano e in contatto con i servizi speciali di Mosca. C’è confusione e c’è allarme in tutto il Caucaso e si dice inoltre che l’obiettivo del “golpe” doveva essere quello di creare gravi problemi nel corso delle esercitazioni della Nato annunciate per queste ore. Mosca, comunque, nega tutto e respinge al mittente le accuse definendole come "il delirio e l’agonia del regime di Saakashivili".

di Elena Ferrara

Per ora saranno solo 100.000 ma entro il 2010 si arriverà ad un milione di copie. E’ questo, in concreto, il piano d’azione e di propaganda religiosa nei confronti della Cina, avviato dalla comunità di Taizé (Francia) – e precisamente dal priore Alois che guida l’associazione internazionale “monastica-ecumenica” - ed annunciato a Bruxelles. La prima fase dell’ “invasione” é già cominciata. Con le prime centomila copie del Nuovo Testamento che hanno già raggiunto diocesi, seminari e congregazioni religiose della Cina. Il progetto generale, sostenuto dalla comunità ecumenica, consiste nel far stampare e distribuire nel Paese asiatico un milione di bibbie, più esattamente duecentomila bibbie complete e ottocentomila copie del Nuovo Testamento con Salmi e libro del Siracide.

di Carlo Benedetti

La Nato non cede. Approfitta ancora della presenza in Georgia del “Quisling” Saakasvili e si prepara alle manovre nella regione caucasica con 1300 soldati di 19 paesi. L’operazione - che scatta il 6 maggio e si protrarrà fino al 1 giugno - è giustificata sotto la copertura del programma “Associazione per la pace”, ma in realtà è una vera e propria azione di forza per mostrare i muscoli dell’Alleanza in un’area sempre più a rischio e dove la Russia concentra la sua attenzione ritenendola come zona di suo interesse. Ad arrivare nella regione dominata da Tbilisi ci saranno anche truppe italiane. Altri paesi si sono chiamati fuori, tra questi sembrano esserci Germania, Francia, Moldavia, Ucraina, Kasachstan e paesi baltici. Tutti in fibrillazione temendo il risveglio di un gigante che, per ora, sembra in sonno. E che si chiama Caucaso.

di Mario Braconi

Il 26 aprile scorso in Islanda è cambiato il clima politico? Johanna Sigurdardottir, il politico più amato del Paese, la cui sobrietà e riservatezza le hanno guadagnato il soprannome di “Johanna la Santa”, ne sembra convinta, almeno a giudicare dai commenti rilasciati in occasione dell’affermazione elettorale dei due partiti di sinistra (Socialdemocratici al 30,5% e Verdi di Sinistra al 21,5%): “Si sente il bisogno di un cambio nei valori. Il popolo islandese sta pareggiando i conti con il passato, in particolare con il verbo neo-liberista che è stato al potere per troppi anni”. In effetti, il risultato dei due partiti rappresenta un salto quantico in una nazione in cui per diciotto anni si è invariabilmente votato a destra e nella quale il celebrato modello scandinavo è stato applicato quanto in Italia.

di Eugenio Roscini Vitali

Sono le 18:57 del 9 novembre 1989 quando, nel corso di una conferenza stampa, Gunter Schabowski, funzionario della Germania Est e da poco portavoce del governo, pronuncia in diretta le parole “Von jetzt”, “da adesso”. E’ all’applicazione del decreto sui viaggi che si riferisce, quello sui permessi che permette di attraversare il Muro senza paura, quello che ordina ai soldati di non puntare le armi contro i connazionali. Decine di migliaia di berlinesi si riversano lungo le strade mentre le guardie di frontiera sono costrette ad aprire i varchi lungo il confine che per 28 anni ha diviso la città; sono gli effetti della glasnost ad abbattere la barriera eretta nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, la politica della trasparenza promossa da Gorbaciov e condivisa dal presidente del paese satellite, Egon Krenz. E’ l’inizio di una nuova era, quella del disarmo, quella che chiude con la dottrina della sovranità limitata, la stessa che da una parte e dall’altra aveva legittimato i numerosi interventi militari, armati e non, che dall’America Latina all’Europa orientale avevano cambiato la vita di milioni di persone.


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